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Droit Fondamental

NUOVO MONTAGGIO MEDIATICO BELGA: IL Capo della polizia denuncia il meccanismo di corruzione degli alti magistrati su un falso caso per nascondere uno scandalo vero.

Marcel Vervloesem restera` in prigione per un problema di lingua

La Corte di cassazione ha confermato la legalita' di prolungare per dieci mesi il rifiuto a Marcel Vervloesem, di ogni liberazione con condizionale o congedo penitenziario per curare i malati terminali, sulla base dell'impossibilita' per un tribunale di applicazione delle pene fiammingo, di tener conto dell'invito scritto in francese, e di venire a Bruxelles, su territorio fiammingo, sebben le due lingue ufficiali siano il fiammingo ed il francese.

Questa corte aveva probabilmente confermato la legittimita' dell'incarcerazione, a dispetto dei due errori di procedura riconosciuti dal Consiglio Superiore della Giustizia. I piu' alti magistrati belgi avevano cosi' scopato via 88.539 bambini vittime del lo schedario di Zandvoort, assicurando, sulla base di un dossier incompleto, la morte in prigione di colui che ha denunciato un crimine contro l'umanita'.

Il tribunale di applicazione delle pene ha pronunciato questi giudizi sulla base di un'inchiesta sociale chiesta dalla direzione della prigione di Bruges, ma che i servizi del Ministero della giustizia non hanno mai allegato al dossier. Il ministero era dunque il solo nella posizione di comunicare questo documento ai magistrati e cio',aldi fuori di ogni procedura. Un principio di diritto recita che i magistrati non fondino i loro verdetti che sui documenti del dossier che le parti danno loro da giudicare, senza tener conto del minimo elemento esterno, ed in questo e' anche compreso i media tv e in conseguenza, nemmeno le pressioni del ministro. Questo si chiama "l'indipendenza della giustizia e la separazione dei poteri" per prevenire che i giudizi non siano suggestionati dai media e dal ministro della giustizia.

Il giudice Goossens del tribunale di applicazione delle pene di Gand ha pertanto ritenuto, sulla base di questo documento che non e' mai stato consegnato a Marcel Vervloesem, positivo che sia sostenuto dalla Principessa di Croÿ, ma perche' poi oltretutto lei crede "alla sua innocenza". Il suo giudizio gli rimprovera di essere implicato con l'ONG Werkgroep Morkhoven, di cui l'obbiettivo e' di pubblicizzare la rete pedocriminale di Zandvoort. Gli rimprovera anche il sito fastidioso Internet www.droitfondamental.eu, che gli sembra "fissarsi troppo sulla situazione della prigionia di Mr Vervloesem, ed in primo piano su tutte le situazioni ingiuste di cui si lamentano (i membri dell’ONG) ".

Il tribunale pensa che Marcel Vervloesem lavorera' per la Fondation Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti, sulla base di un contratto di lavoro in francese, dunque non giudicabile da un tribunale fiammingo, secondo il giudice Goossens. Il tribunale pronuncia pertanto: "questo piano di riclassificazione e' difficile da valutare sul piano di riclassificazione particolare per limitare la recidiva, ed e' piuttosto un prolungamento del suo vecchio stile di vita." La recidiva sarebbe dunque sulle ricerche delle reti pedocriminali, a meno che questi magistrati non vogliano sottintendere che l'obbiettivo della fondazione sia quello di violentare i minori su larga scala.

La Corte di Cassazione ha dunque giudicato legale, cio' che il Consiglio di stato aveva giudicato illegale, assicurando che un prigioniero puo' essere sanzionato per degli articoli di cui non e' l'autore, mentre l'altra giudica proprio il contrario. Si aspettano le conclusioni di questi illuminati alti magistrati per comprendere la legalita' di un giudizio basato unicamente sul rapporto inoltrato al giudice, rapporto mai inviato alle persone coinvolte.

Questo rapporto sarebbe andato perso,secondo il noto servizio psicosociale. L’inchiesta realizzata il 26 maggio, era esclusivamente destinata a giudicare i congedi penitenziari e cioe' tre volte per 36 ore al trimestre, ed a definire quanto si conosceva dei fatti contestati al prigioniero e quali fossero i progetti per quei congedi. Si trattava evidentemente di un solo documento ufficiale che era stato fatto poiche' Marcel Vervloesem aveva messo in atto una procedurea di suicidio per 12 giorni. Non prendeva nessuna medicina, e un medico della prigione gli aveva assicurato che in questo modo lui non avrebbe potuto sopravvivere che 10 giorni.

La copia di questo rapporto si trova sepolto nelle pratiche dell'ufficio di Else Deloof, direttrice della sezione della prigione di Bruges, che ha avviato l'inchiesta. Una seconda copia si trova nella casa di giustizia di Bruxelles, che ha messo in atto l'inchiesta. Una terza copia si trova nell'ufficio del giudice Goossens, che ne ha fatto un riferimento probatorio nel suo giudizio.

Else Deloof ha manifestamente comunicato questo rapporto alla "cellula Werkgroep Morkhoven" del ministero della giustizia, di cui si e' scoperta l'esistenza solo quando un documento concernente l'esistenza del rapimento di un minore senza connessione apparente con lo schedario Zandvoort, vi e' stato trovato per errore.

Trasmettendo poi direttamente al Tribunale di Applicazione delle Pene, un rapporto nascosto al richiedente un giudizio, il ministero assicurava ai magistrati di aver trovato qualche parola di dubbio significato, per coprire gli sbagli della procedura necessaria a privarlo dei suoi diritti. L'assistente sociale che ha fatto questa inchiesta aveva potuto constatare pertanto ogni condizione favorevole, per accordare ad un prigioniero i suoi diritti a dei congedi penitenziari, che tra l'altro, dovevano permettergli di rinunciare al suicidio e curare le malattie terminali.

Il giudice Gossens ha deciso che Marcel Vervloesem doveva morire in carcere e la Corte di Cassazione ha confermato, questo 11 agosto, la legalita' della violazione della separazione dei poteri. La stampa, che ha rispettato la censura sulla condanna a morte di questo eroe fiammingo, ha impiegato tre giorni per preparare un montaggio mediatico, che si e' supposto di far credere che il Belgio applica le leggi come dovuto.

Audenaert, direttore della polizia federale di Bruxelles, ha confermato che questo 14 agosto 2009, il meccanismo di corruzione e' all'opera nella magistratura, trascinando nel fango, l'avvocato generale presso la corte d’appello di Bruxelle e l'anziano procuratore generale di Bruxelles, la presidente del tribunale del commercio ed un avvocato.

Il capo della polizia di Bruxelles ha gia' participato ad un montaggio mediatico nel maggio del 2007. La versione ufficiale assicurava allora che non c'era alcuna rete pedocriminale in Belgio, e cio' ne faceva l'unico paese al mondo dove le varie mafie avevano rinunciato a prostituire i minori, per un fatto morale. Ill poliziotto annuncio' di aver scoperto la prima rete pedocriminale e dichiaro' : "Jo sono particolarmente fiero d'aver potuto ritrovare una parte di confidenza della popolazione,in una parte dove noi l'avevamo perduta".

Molteplici montaggi mediatci sembravano aver distrutto la cronaca, sempre con la stessa tecnica d'i 'distruggere gli innocenti,per coprire gli atti ingiusti degli alti funzionari in carica, dove l'ostentazione di compiere degli atti dovuti sembra rientrino nell'ordine dei loro doveri.

Nel 2006, l'arresto segreto di Pascal Taveirne, all'origine dell'operazione Koala (che prende l'avvio dal dossier Zandvoort) e' stato coperto dall'arresto sensazionale di Karl Van Rompaey, per la morte di Katrien De Cuyper, una giovane di 15 anni, di cui le foto sono state trovate nel dossier Zandvoort. La giustizia rifiuta di far chiudere il sito Internet dello studio di pedopornografia da cui la ragazza usciva il giorno della sua morte. Ma Karl Van Rompaey e' stato tenuto 4 mesi in carcere preventivo, per aver a vent'anni, inviato delle lettere anonime a nome di lei.

Nel 2008, il processo di Pascal Taveirne e' stato coperto dalla denuncia contro l'avvocato Hissel, uno dei soli avvocati che ha osato denunciare le reti, a dispetto delle affermazioni del governo secondo le quali non ci sarebbe stato che un violentatore isolato in Belgio nel caso Koala. Il montaggio mediatico ha rovinato la vita all'avvocato, per coprire l'esito del processo dell'uomo all'origine di una operazione di polizia internazionale, e tuffarlo in un anonimato con la frase solo: "L'uomo di Bruges implicato nel caso di pedopornografia e' stato condannato a dieci anni di prigione".

Alla fine del 2008, le rivelazioni fatte da Marcel Vervloesem sul blocco medico 35 della prigione di Bruges che e' stato nominato "blocco di sterminio legale", sono state coperte dalla mediatizzazione delle condizioni dei blocchi di alta sicurezza, che e' stato nominato "blocco Guantanamo". La stampa aveva cosi' coperto un blocco di da cui abbisognava un miracolo per uscire vivi, un blocco destinato a ridurre gli uomini a vegetali, a poter ridurre i prigionieri in troppa buona salute per poterli uccidere secondo le norme previste dal ministero stesso.

Poco dopo, il Presidente della Corte di Cassazione ha reso pubblici i contatti illegali tra diversi ministeri ed i magistrati che avevano partecipato a giudicare il caso Fortis. Lo scandalo sulla violazione della separazione dei poteri e' sorto quando il ministero della giustizia era convinto che Marcel Vervloesem non sopravvivesse all'opposizione amministrativa dei trattamenti medici urgenti,tra l'altro ad una cancrena per cui doveva essere operato, nell'aspettativa di una doppia operazione alle valvole cardiache a cuore aperto.

La pratica del montaggio mediatico implicante generalmente di sbarazzarsi delle persone che non si prestano alla corruzione, fa sembrare che i magistrati ed avvocati trascinati nel fango nel caso Fortis, siano suscettibili di essere i piu' onesti. E' anche rimarchevole che un poliziotto, che nasconde la verita' sulla criminalita' organizzata, pubblica un dossier sulla corruzione in materia finanziaria sulla stampa, senza che il ministro degli interni (da cui dipende) non gli ricordi il dovere di rispettare il segreto professionale.

Il governo belga non ha ancora risposto ad una richiesta internazionale datata dal 16 agosto 2008, per mettere in piedi una commissione di inchiesta pubblica sulle funzionalita' vera delle persone che esercitano una funzione pubblica di atti ingiusti quando esercitano le loro funzioni o il non fare degli atti che rientrano nell'ordine dei loro doveri, soprattutto riguardo ai dossier connessi con la criminalita' organizzata e con i diritti dei minori. Ironicamente, il ministro della giustizia da' priorita' un anno piu' tardi, nell'agosto 2009, ad una inchiesta sulla presidente del tribunale del commercio !

Gioiosamente, poche persone sono capaci di sopravvivere alla loro coscienza,e cosi' e' assicurato legalmente l'assassinio di un uomo come Marcel Vervloesem ed il cinismo di privarlo delle cure della salute che non sono fattibili se non negli ospedali. Tutti nel carcere sono molto gentili con lui e deplorano gli sforzi vani che fanno per sollevarlo il piu' possibile. Una infermiera gli ha detto: Tutti i giorni, io prego Dio perche' non sia io che vi debba trovare morto. Amen.

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