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Dirk Jan Prins
Dirk Jan Prins

DIRK JAN PRINS: 10 vittime belghe della rete pedoporno Zandvoort / Koala invitate dall'Olanda a reclamare i loro danni.

Jacqueline de Croÿ - 7 septembre 2009

La giustizia olandese giudica Dirk Jan Prins, un pedocriminale di Rotterdam di 42 ans, arrestato due volte a seguito di operazioni di polizia internazionali: Hamlet 2002 e Koala 2008, che hanno preso indicazioni dalla rete Zandvoort. Pascal Taveirne, dalla cui indagine era emerso l'inizio delle due operazioni di polizia e che era stato condannato a 10 anni di prigione, ci ha dato ulteriori informazioni sulla rete, in una lettera che ha scritto dalla cella 3616 della prigione di Bruges.

Dirk Jan Prins è stato arrestato il 2008, quando un poliziotto belga ha riconosciuto un' amica di sua figlia tra le vittime. La polizia olandese ha trovato presso la sua abitazione, una pistola, un revolver e 50 milioni di immagini destinate al commercio di immagini di pedocrimini reali, di cui 7.5 milioni pedopornografiche. Sono state identificate 10 vittime belghe, che sono state invitate dopo un anno, a chiedere i danni alla fine del processo.

L'Operazione Hamlet ha esordito con la condanna di Dirk Jan Prins a 30 mesi di prigione, di cui 8 con la condizionale, per possesso e produzione di pedopornografia, di cui era anche complice una coppia danese, che abusava della figlia di 9 anni.

Interpool aveva identificato Pascal Taveirne, che scambiava la sua produzione col dottor Dr Emmerson, un cittadino americano proprietario di un milione di immagini pedopornografiche, che si diceva non colpevole, ma fu condannato a 30 anni di prigione. In Belgio, Antoine Duquesne, allora Ministro degli Interni, e Marc Verwilghen, allora Ministro della Giustizia, sembra che abbiano considerato inopportuno di scomodare Pascal Taveirne.

I paesi denunciati hanno deciso di chiudere il dossier Zandvoort, a seguito delle due operazioni di polizia, per coprire le personalità di spicco che vi si trovano implicate. Questo fu possibile con la condanna del testimone principale e pertanto l'unico colpevole, in violazione di ogni diritto. Il Belgio ha scelto Marcel Vervloesem, inquirente dell' ONG Werkgroep Morkhoven, che rese pubblica la rete dopo il 1988. Lui non poteva essere giudicato allo stesso tempo di Pascal Taveirne o Dirk-Jan Prins per rendere giustizia alle loro vittime belghe, poichè era necessario riconoscere l'esistenza di una rete di cui due persone non conoscevano la terza.

I due criminali sono stati presi durante l'operazione Koala. Pascal Taveirne non è stato arrestato che in luglio 2006, su domanda della giustizia italiana, poichè aveva intercettato un filmato prodotto e venduto dall'italiano Sergio Marzola.

Per coprire la condanna illegale di Marcel Vervloesem, la stampa belga lo ha calunniato e censurato l'informazione, poi ha ridotto i membri della rete pedocriminale a due solo a Pascal T." e "Dirk-Jan P.".

Per coprire l'anziano ministro della giustizia belga che aveva assicurato al Senato, l' 8 settembre 2008, che il dossier Zandvoort non conteneva nessun dossier belga, la stampa belga pretestuosamente afferma che "Dirk-Jan P.", non sarebbe stato arrestato che questa estate.

Per terrorizzare le vittime belghe, la stampa pretende che la giustizia olandese debba fare un confronto diretto con" "Dirk-Jan P.", poichè non è questione di rendere loro giustizia, ma ciò comprende un risarcimento finanziario ( Sic).

La repressione delle vittime è tale in Belgio, che il papà di un bimbo scomparso, il cui dossier è stato archiviato dal ministero della giustizia assieme a quello del Werkgroep Morkhoven (dunque nel dossier Zandvoort), è stato imprigionato con detenzione preventiva, per un possibile "attentato all'onore" di uno dei calunniatori di Marcel Vervloesem, e ciò compare su un miserabile blog Internet. Questo calunniatore è stato implicitamente riconosciuto in quanto tale dal tribunale che ha rigettato la sua denuncia, giudicando solo credibile la testimonianza secondo la cui denuncia sarebbe stato pagato per farla.

Per una serie di miracoli che hanno permesso a Marcel Vervloesem di sopravvivere alla privazione delle medicine e i trattamenti medici, il ministero della giustizia ha deciso di tenerlo in prigione fin dopo il 5 ottobre, datata nella quale lui avrebbe avuto diritto ad una liberazione ordinaria preventiva. I capi della rete pedocriminale non hanno dunque perso la speranza di ucciderlo con la privazione delle cure per il suo cancro, in carcere.

Ironicamente questo ministero aveva consegnato la missione di coprire l'assassinio di Marcel Vervloesem con la privazione delle cure per la salute proprio alla prigione di Bruges, dove Pascal Taveirne è incarcerato. Le misure prese per prevenire ogni contatto con Marcel Vervloesem, e dunque con il Werkgroep Morkhoven, e quelli che possono dare informazioni complementari sulla rete pedocriminale, si sono arenate. Pascal Taveirne gli ha fatto arrivare una lettera, provante che lui non è stato avvisato della sua identificazione al momento dell'operazione Hamlet. Lui ammette la sua colpevolezza, ma solo nel campo della produzione di pedopornografia, non nella rete di distribuzione, di cui aveva la prerogativa di Sergio Marzola. Si è schoccati dal rifiuto della giustizia di giudicarlo su un dossier completo, notoriamente perchè c'è intromissione di uomini politici e per l'iniquità del processo sostenuto dai media.

 

Da Taveirne, P. a Mr. Vervloesem M.

Carissimo,

la mia sposa mi scrive che lei ha visitato il sito del Werkgroep Morkhoven su Internet e lei diceva che ci sono notizie ancora su di me, per quanto riguarda l'operazione HAMLET e che non sono del tutto giuste e allora cerco di spiegare meglio tutto. Io ho capito che sul sito è scritto che tu cerchi di vedermi o di parlarmi. Ma io non conosco le tue intenzioni, e io vorrei una risposta a questa domanda.

Io posso dire in ogni caso una cosa e cioè che io ho avuto un processo indecente da parte dei media. Io non voglio dire che sono innocente, ma c'è molto che è passato nel "doofpot" (in chi non vuole sentire-pot de sourds). Per certe cose per cui sono stato condannato ,non c'è alcuna prova. Le inchieste complementari non sono state accettate.

Io ho ancora molte informazioni nel mio dossier e si è veramente voluto che questo non arrivasse ai giudici. La giustizia cosidetta fatta, o tutta da fare per mettermi in cattiva luce è questa . Ci sono delle prove che la mia exsposa è egualmente colpevole. Lei stessa l'aveva riconosciuto, ma lei è stata protetta. Lei non è stata condannata se non con una presunzione di non assistenza .

JIo ho scritto molto dalla mia cella. Io voglio fare una biografia della mia vita. Io non ho più nulla da perdere. L’Internet spande bugie da tutte le parti. E tutto il mondo lo sa meglio di me per quanto concerne ciò che è successo. Io ripeto ancora, OK, io sono colpevole, ma si è esagerato fin dall'inizio nella mia storia. E anche tu sai che su ogni sito di Internet, alla televisione, sui giornali, c'è scritto che io sono alla testa di una rete di pedofili, vero ? Alla televisione, nei giornali, in tutto il mondo eccetera, etc…

Ma la giustizia non dice che ci sono delle prove serie del contrario e che io non avrei nulla a che vedere con la vendita, perchè io non sapevo tutto quanto su Sergio Marzola che aveva una rete pedocriminale e ciò che lui faceva. Io sono stato anche immediatamente liberato per questo fatto… Ma ciò si è visto almeno una sola volta in televisione, nei giornali o su Internet ? In effetti, NO. Si è visto o potuto leggere solo il peggio, ed ancora un pacco di bugie in più.

Io ,ora, non ho più nulla da perdere, ed io non ho paura di raccontare la verità di quello che è veramente successo. E ciò io voglio dirlo presto nel mio libro. Naturalmente la giustizia è stata obbligata a condannarmi pesantemente, perchè io so ciò che è successo e succede nel mondo nascosto ed anche perchè ciò può anche fracassare la sua immagine. Io avevo in effetti contatti con certe persone in que campo, ma io non sono stato implicato nelle loro pratiche.

Ciò che è strano è che io ho dato informazioni all'inizio alla polizia federale che mi aveva interrogato. Poi ad un certo momento, l’inchiesta non è più andata avanti E ciò era successo perchè loro sono caduti su nomi eccellenti e cioè di qualcuno che è nella politica… Oh, man, man, man... io posso veramente scrivere un libro su questo lo farò anche !

Io non so ciò che tu pensi di me, o se tu mi hai già visto. In ogni caso, io troverei simpatico parlare con te. Io voglio raccontarti la verità, ma per cominciare, io voglio conoscere le tue intenzioni. A tua volta tu dovrai rispondermi. Io sono nella cella 3616. Io voglio domandare di tenere questo tra noi fino a quando ricevo la tua lettera.

Sinceramente,
Pascal

PS : Io vorrei sapere come tu hai trovato la dritta sul caso HAMLET, perchè io non voglio permettere tutto questo che si svive su du me. E io voglio andare ancora più lontano, provare la mia innocenza in questo caso.

Facciamo notare che è la seconda lettera che ci arriva da un prigioniero, e fa specie leggere di un alto funzionario belga pagato dalla rete stessa. Se la condanna di Taveirne a 10 anni di prigione sembra giusta, la giustizia è stata avviata a qual modo e lui divide la cella con questo politico, e i giornalisti coprono sempre la rete pedocriminale con le loro bugie.

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