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Droit Fondamental

CHI HA PAURA DI MARCEL VERVLOESEM?

I processi verbali che rendono pubblici il sabotaggio giudiziario delle inchieste di polizia su tre diramazioni della rete Zandvoort/Belgio.

Par Marcel Vervloesem, mis à jour le 1ier septembre 2008

L’ONG Werkgroep Morkhoven ha mandato il primo CD- di Zandvoort all'ufficiale Frans Tops della polizia federale belga di Geel, il 20 luglio 1998 alle 18,30 (pv. 100878/98). Il CD apparteneva a Gerrit Jan Ulrich, di nazionalità tedesca, domiciliato a Zandvoort, in Olanda. Questo comprendeva circa 8000 foto di bambini, classificati tra ariani e non (bianchi, neri, arabi, indiani e asiatici), in base a sesso, età e tipo di crimine: violenza su neonati, bambini bruciati col ferro da stiro, pornografia, nusdismo ed "arte del nudo". Questo genere di materiale è sempre classificato come "pedopornografia", ma all'epoca l'Olanda non puniva per il possesso di tale materiale.

Ulrich, per diminuire la condanna che l'aspettava, chiese al Werkgroep Morkhoven di cercare il resto del suo materiale. La missione fu compiuta da Marcel Vervloesem per l'ONG, accompagnato da due cugini di Ulrich e dalla televisione olandese NOVA. Questo materiale comprende 88.539 foto di crimini su minori, come pure documenti bancari che dimostravano che sono state commercializzate per mezzo del sito Internet "Apollo", il cui accesso costava tra i 130 e 1.630 dollari americani, in più degli indirizzari.

Il dossier belga è stato affidato a Hermann Janssens, Procuratore del Re a Turnhout ed al giudice istruttorio Jacobs.

Martedì, 18 gennaio 2000, su richiesta del Procuratore, Marcel Vervloesem del Werkgroep Morkhoven si recò presso la Oude Vaartstraat de Turnhout, per essere ascoltato in merito ai CD-ROM trasmessi sette mesi prima al Parlamento Europeo (dichiarazione PV 100173/00). L’ispettore Koen De Proost lo interrogò su tutti gli elementi scoperti dall'ONG, per poter eseguire l'inchiesta richiesta dal Parlamento Europeo. 48 ore dopo aver avuto il suo consenso, il Tribunale di Turnhout notificò a Marcel Vervloesem che sarebbe stato perseguito a termini di legge per il possesso del materiale pedopornografico presente in tale dossier. Il medesimo Tribunale lo dichiarerà colpevole in relazione a tali accuse nel 2006, assicurando che il dossier era vuoto, alla faccia delle inchieste di polizia che avevano scoperto tre diramazioni belghe attive.

Il procuratore Janssens ed il giudice istruttore Jacobs elimineranno dal dossier tre indagini di polizia, le quali erano partite da alcune notizie nel dossier Zandvoort, e che rivelavano associazioni internazionali di malfattori in contatto diretto con Ulrich.

RETE X-KISS: Il servizio di Appoggio Poliziesco 13, strada delle Quattro Braccia, casella 1 a 1000 Bruxelle, ha informato il Procuratore Jacobs nella sua lettera ref.: a0091/610/99/329 pe., che gli esperti olandesi avevano identificato nello schedario ZANDVOORT, Katrien De Cuyper, una giovane ragazza belga assassinata ad Anvers, dopo una seduta agli studi pedopornografici X-KISS. IL dossier è stato archiviato, sotto la scusa di un fotomontaggio che la presentava sul corpo di un ragazzo, operazione normale nel commercio delle foto pedocriminali. Una analisi biometrica realizzata il 28 gennaio 2004, ha confermato l'identificazione di Katrien, ma la giustizia ha rifiutato di riaprire il dossier.

RETE CRIES 2001: Il Werkgroep Morkhoven ha avvisato la Procura di Neuchateau il 10 avril 2001 (PV 8.257/01), della presenza di un indirizzario di Ulrich, da Jacques Debouille, un becchino pubblicizzato nel caso di pedopornografia CRIES 1987. Sei mesi di inchiesta hanno condotto a quattro arresti il l ottobre 2001: Jacques Delbouille, che nascondeva 15m³ di pedopornografia, Michel Decré, un giurista condannato a sette anni di prigione nel caso CRIES 1987, Jacques Becker, prof di musica, e Dany Deversenne.

RÉTE H. Il 6 giugno 2000, l’ispettore Moitroux ha avvertito la Procura di Turnhout (note BR.37.98.7326/96.), che la perquisizione condotta a un negozio rue du Midi, nei quartieri caldi di Bruxelles, ha condotto alla scoperta di un materiale identico a quello della collezione presso Ulrich. Un segno nero su ogni foto, nasconde il numero di telefono in Olanda, che permette di comandare i video, secondo la PV 100607/00 de Rony Hens.

Il Werkgroep Morkhoven ha portato il 4 marzo 2001, una denuncia di 17 pagine sulle ricerche di Marcel Vervloesem che hanno condotto allo schedario, di cui ogni punto è documentato da processi verbali, video, ed articoli comparsi sulla stampa.

Il processo verbale PV 100470/03 dell’ispettore Yves Goethals della cellula "tratta degli esseri umani", dice il 23 dicembre 2003, concernente il risultato dell'inchiesta belga sulla vendita delle foto pedocriminali a partire da quelle presso Ulrich a Zandvoort, di cui si hanno i referti giudiziari che erano stati portati 5 anni e ½ più tardi, il 20 luglio 1998 : " Questa macchia è stata vista come essere quasi impossibile, a causa delle grandi quantità di foto e il fatto più importante che gra parte delle foto hanno già più di 5 anni. Inoltre,molti bambini asiatici figurano su queste immagini."

L'ispettore Goethals non menziona minimamente il più piccolo elemento che c'è nella denuncia del Werkgroep Morkhoven o dell'audizione delle persone che vi sono citate. Egli non cita le inchieste realizzate dai suoi colleghi sulle diramazioni impiantate nelle tre regioni principali del paese:

Il giudice istruttore Jacobs ha perseguitato un attivista, direttore di una ONG, sulla base di 9 denunce, che uno dei denuncianti aveva assicurato erano state tutte sporte dietro pagamento. Per un arco di tempo di 11 anni, il ministero della giustizia simulerà che il dossier non ha alcuna attinenza con quello di Zandvoort, per giustificare il rifiuto di alcun obbligo di inchiesta in merito alla denuncia iniziale del Werkgroep Morkhoven.

Il Procuratore Jacobs lo ha in seguito fatto incarcerare, sulla base delle nuove accuse, ritrattate da un accusatore, che ha confermato che le denunce erano state depositate sotto minacce. La Corte d'Appello ha seguito le raccomandazioni del procuratore Tack, di condannarlo a 4 anni di prigione a dispetto delle raccomandazioni di 9 medici che avevano assicurato che il suo stato di salute non gli permetteva di sopravvivere alla prigione, per delle violenze sessuali di cui alcuni medici avevano pure assicurato che non poteva mettere in atto, e per aver preso lo schedario Zandvoort "spinto da pervesità".

Qualche giorno prima dell'incarcerazione del 5 settembre 2008, il Werkgroep Morkhoven ha verificato il numero di telefono olandese scoperto dall'Interpool nel 2001 dove i video dei crimini sui bambini potevano essere comandati ed hanno constatato che questo numero era ancora attivo. Il sito X-KISS, che continua apertamente a vendere film pedoporno, nel 2006 e offre sempre servizi con la Webcam.

Marcel Vervloesem

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L' 08 ottobre 2008, Jo Vandeurzen, allora ministro della giustizia belga, ha così risposto alla domanda parlamentare n° 7191 di Zoé Genot: "… questi 20 cd- contengono 88.539 immagini uniche di cui 70% a carattere pedopornografico. Cinquanta per cento delle immagini sono conosciute dalla banca dati dell'Interpool, ma nessuna immagine non ha alcun legame con i dossier belgi. [...] Marcel Vervloesem non ha mai voluto fare dichiarazioni su questi cd ( la denuncia del 4 marzo 2001 e i PV seguenti sono firmati da Marcel Vervloesem per l'ONG sono stati eliminati). Questa informazione è stata archiviata senza seguito, ma è stata aggiunta in copia al dossier principale nel quale un arresto definitivo è stato fatto come indicato più sopra" ... sia da una condanna a morte,che la corte di Cassazione ha giudicato legale.

Questa risposta è in definitiva un fatto nuovo, nella misura in cui il ministro ha riconosciuto del legami tra la condanna di Marcel Vervloesem e la denuncia iniziale del Werkgroep Morkhoven, dove si diceva dei nuovi errori di procedura, all'eliminazione dei querelanti.

Chi ha paura di Marcel Vervloesem? Sicuramente i piccoli criminali, come il becchino, il prof di musica o i venditori di video che non hanno più nulla da perdere, fino a quando sono stati giudicati e liberati di nascosto. Peraltro, i funzionari, che hanno eliminato gli elementi principali delle inchieste di polizia, non hanno alcuna ragione di apprezzare quanto rilevato dai processi verbali che provano in contrario di quanto loro dicono.

Jacqueline de Croÿ


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