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Dalloperazione Hamlet alloperazione Video ChildJacqueline de Croÿ - 20/08/2006
Il criminale fu arrestato con molta discrezione. Lui aveva contattato su Internet Sergio Marzola, un italiano vivente a Ferrara, web master e produttore di pornografia infantile che lo incontrò in un albergo a Bruges. Lui era stato pagato con 250 euro per lasciar filmare le sue figlie con biancheria intima pedoporno, 500 euro per farle riprendere nude e 750 euro per filmarle mentre lui violentava una di loro. Le autorità italiane e la rete pedoporno furono subito informate. Sergio Marzola si incaricò di organizzare un suo espatrio in una residenza secondaria in Ucraina. La polizia italiana lo lasciò fare sotto stretta sorveglianza ed ascolto telefonico,ciò che ebbe il vantaggio di poterlo scoprire col suo "stretto necessario", il tutto impacchettato e destinato ad essere inviato con un primo aereo perr Kiev:
Lui fu arrestato,con le valige in mano,questo 11 agosto 2006. Sospettato di essere il gestore di circa 30 siti Internet destinati allo scambio di pedopornografia infantile, Sergio Marzola aveva un guadagno dai duecento ai quattrocento euro per transazione,con un modesto investimento mensile di 600 euro, Risultato necessario per l'acquisto di un sito web a questo costo, per poter sopportare un traffico molto pesante. La notizia, completamente censurata in Belgio, arrivò dall'Italia dove la popolazione è indignata di ciò che succede alle bambine belghe, e senza che il popolo belga non sappia nulla di ciò che succede. Secondo la stampa italiana: Taveirne ha spiegato che l'ultimo film gli ha fatto guadagnare più soldi in cinque ore di quanto ne poteva guadagnare in due settimane di lavoro; sua moglie ha spiegato che la biancheria intima pedoporno assomigliava molto a dei vestiti estivi; e che le bimbe sono tutte e due delle gravi disabili. Il comportamento del Belgio si spiega per il fatto che, secondo le autorità, il paese sarebbe il solo al mondo dove le reti pedoporno non esistono: non ci sarebbero che aggressori sessuali isolati che partecipano a "collezioni private" di pornografia infantile con altri predatori isolati. Ci sarebbe una speranza su due tra il mezzo milione di foto del dr Emmerson, di trovare delle sequenze pedoporno di Zandvoort, l'archivio che ha avuto rapporti con la maggioranza delle reti europee. Non è un elemento sufficiente per ordinare un'inchiesta in Belgio, poichè Zandvoort è un dossier individuale, secondo il ministro della giustizia attuale anche se ci sono 90.081 vittime!
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Droit
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