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Télé-escroquerie: Magie et star du porno sur Canal 5-ItalieRésumé de la presse italienne:
Procesate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa Condannato, a 4 anni, anche l'ex convivente della teleimbonitrice Milano, Vanna Marchi e la figlia
I tre
dovranno risarcire alle vittime 2,2 milioni di euro |
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MILANO - Le magie non sono servite. Dopo quasi cinque anni, si è chiuso oggi a Milano, davanti ai giudici della decima sezione penale, con condanne a dieci anni di reclusione il processo a Vanna Marchi, Stefania Nobile e all'ex convivente dell'imbonitrice televisiva Francesco Campana (che invece è stato condannato a 4 anni) con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Come pena accessoria i tre sono stati condannati a risarcire le vittime con 2,2 milioni di euro.
Il pm Gaetano Ruta, al termine della requisitoria il 9 marzo scorso, aveva chiesto 12 anni di reclusione per la teleimbonitrice, 7 per Campana e 13 per la Nobile. La richiesta di una pena più pesante per quest'ultima, l'accusa l'aveva motivata sostenendo che la Nobile "aveva una perfidia psicologica che difficilmente può manifestare un essere umano" e si è comportata con una "cattiveria" maggiore di quella della madre e con un "cinismo inaccettabile".
Nel corso delle udienze, sono state ascoltate decine e decine di persone cadute nella trappola dei numeri fortunati per vincere al Lotto elargiti dal falso mago Do Nascimento. Circa 140 i casi finiti a giudizio, anche se i contatti registrati dalla 'banda' sono arrivati a 300 mila. A dare il via alle denunce dei tanti caduti nella trappola della felicità, fu una puntata di Striscia la Notizia, il telegiornale satirico di Antonio Ricci.
Nel novembre del 2001 mandò in onda una telefonata fatta dalla signora Fosca Marcon, che d'accordo con la redazione di Striscia, 'incastrava' la regina delle televendite e il suo staff. La tappa precedente alle arringhe conclusive di oggi, è stata il 21 marzo scorso quando la parola è andata agli avvocati delle parti civili, tutti hanno sottolineato la responsabilità degli imputati nell'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
Si è già concluso, il 3 aprile scorso, il processo stralcio davanti alla prima sezione penale del tribunale di Milano, presieduta dal giudice Edoardo D'Avossa, che ha condannato Vanna Marchi e la figlia Stefania a 2 anni e 6 mesi di reclusione per truffa aggravata. Una pena di 6 mesi in più rispetto a quella chiesta dal pm Ruta. Per Campana la condanna è stata di un anno e 6 mesi (anche in questo caso più alta, di 4 mesi, di quella richiesta). Lo stralcio è stato necessario in quanto le querele di altre 6 persone che dichiaravano di essere state truffate dalla Marchi, erano arrivate troppo tardi per essere inserite nel troncone principale del processo che si è chiuso oggi. La dinamica era sempre la stessa: numeri magici per vincere al lotto e amuleti per allontanare il male in cambio di denaro. E per chi non accettava minacce su minacce.
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Stefania Nobile debutterà nel mondo del porno come protagonista in una pellicola prodotta da Riccardo Schicchi
Stefania Nobile (Ansa) |
MILANO - Dalle televendite al mondo dell'hard. Stefania Nobile, figlia di Vanna Marchi, e per cui il pm ha recentemente chiesto 13 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata alla truffa nel processo di Milano, si dà ai film porno. Lo annuncia al quotidiano on line Affaritaliani. It L'esordio sui set a luci rosse in grande stile: la produzione sarà di Riccardo Schicchi pigmalione di tante star del settore da Cicciolina, all'indimenticata Moana Pozzi.
«Ci siamo incontrati all'inferno» esordisce Stefania, «mi
ci hanno mandato e lì chi potevo incontrare? Riccardo Schicchi».
«Riccardo era sulla porta e siamo entrati insieme» continua
la Nobile che sceglie la conferenza stampa di presentazione del Misex
- la fiera del sesso che si terrà a Milano tra il 24 e il 26 marzo
- per annunciare al pubblico il suo nuovo progetto vietato ai minori.
PIACEVOLE
INCONTRO - «Un piacevole incontro» quello tra il primo produttore
hard italiano e Stefania Nobile che, insieme alla madre Vanna, rischia
di finire in galera: «Meglio le fiamme dell'inferno che l'umido
delle prigioni». Per Schicchi si tratterà di qualcosa di
«molto erotico». Stefania Nobile dice di non aver mai partecipato
al Misex e di essere ancora estranea al mondo del porno, ma per quanto
riguarda il film è entusiasta: «Vivo le cose sempre da protagonista,
nel bene e nel male». L'annuncio ufficiale al Misex. Film hard,
produzione Riccardo Schicchi - prima donna Stefania Nobile: «Se
devo bruciare, sempre meglio bruciare di passione». Chiari i progetti
di Schicchi: «Stefania diventerà eroina, di solito incontro
le donne all'inferno e poi le santifico».
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Paolo Biondani - 28 gennaio 2002
Poco meno di 64 miliardi di lire (33 milioni di euro) in cinque anni: di magico, nelle televendite di Vanna Marchi, secondo la Finanza c’erano solo i profitti ricavati da oltre 300 mila clienti. Nove truffe su dieci colpivano donne, spesso pensionate, convinte a comprare consigli per il lotto, miracolosi prodotti dimagranti o amuleti contro il malocchio a prezzi variabili da 200 mila lire a decine o centinaia (fino a 600) milioni.
GLI ARRESTI - La popolare imbonitrice televisiva è detenuta da giovedì a San Vittore per associazione per delinquere e per 35 imputazioni di truffa aggravata, degenerata più volte in estorsione. L’inchiesta, aperta in dicembre dalla Procura grazie alle prime denunce divulgate da Striscia la notizia , ha portato in carcere anche sua figlia Stefania Nobile , il convivente Francesco Campana, il contabile Antonio Martino e la segretaria Emilia Beniamino, che teneva la cassa dell’impresa di famiglia, la società Ascié. Alla prigione è sfuggito il «mago» Mario Pacheco Do Nascimento : l’ultima traccia è un biglietto aereo del 27 dicembre per il natio Brasile.
Agli arresti domiciliari sono finiti il nipote, Alessandro Marchi, disoccupato con la Porsche, e Flora Manzo, in arte «maga Dafne». I magistrati riconoscono al tg satirico di Canale 5 di avere «interrotto un’attività criminale» caratterizzata da «perfidia, cattiveria e assoluta amoralità». Uno «sfruttamento organizzato della credulità popolare» che proseguiva dal ’96, nonostante denunce fiscali, un arresto e tre condanne di Vanna per bancarotta. Quando i militari del nucleo provinciale si sono presentati alle tre di notte nella sua villa di Castel Del Rio, vicino a Imola, la Marchi è scoppiata a piangere. Poi, senza protestare, ha commentato: «E’ tutta pubblicità per Striscia la notizia».
IL SISTEMA - L’ordine d’arresto elenca 35 testimonianze di persone di mezza Italia (da Milano a Treviso, da Lucca a Teramo) che raccontano lo stesso copione. Il cliente, agganciato dalle trasmissioni di Vanna su reti locali, chiama la ditta Asciè (fino al ’99 Anidene), per chiedere cosmetici «scioglipancia», amuleti, numeri per il lotto o riti magici al «maestro di vita» Do Nascimento. Dagli uffici milanesi risponde una delle 40-45 telefoniste che, sotto minaccia di licenziamento o in cambio di premi, chiedono da 200 a 300 mila lire per le «spese postali». I portafortuna gestiti da 5 magazzinieri (sale da cucina, candele, tronchetti d’edera) naturalmente non bastano a guarire tumori, salvare figli tossicodipendenti o mariti malati né a vincere al lotto. Quando la cliente reclama, si sente rispondere che allora c’è un problema di «malocchio», che solo il mago può cacciare, a tariffe che salgono da 2 a 10 milioni. Soldi, a questo punto, ritirati in contanti da una ventina di corrieri. Secondo una ventina di testimoni d’accusa, al rifiuto di pagare seguono insulti di una Vanna «inviperita» e minacce delle «telefoniste esperte»: la morte del figlio, la rovina familiare, una malattia incurabile. E qui il prezzo della magia sale, fino a tre casi limite di 318, 450 e 600 milioni. Una signora veneta ha ammesso di essersi prostituita per pagare i debiti.
SAN MARINO - La Finanza ha calcolato i profitti (in mancanza di due anni di bilanci) decodificando il programma «Baby 36» del computer, truccato dal convivente Campana per nascondere i contanti divisi ogni sera tra Vanna, figlia e mago. Moltiplicando i 305.964 clienti registrati per la tariffa minima degli «ordini postali» (200 mila lire) si arriva a un incasso quinquennale di 61.192 milioni, da sommare ai 2.750 recapitati alla segretaria dai due corrieri che hanno già confessato. Un ex socio denunciò che il convivente di Vanna, oltre a intestarsi case e terreni, avrebbe spostato miliardi a San Marino. Su quei conti, la Finanza attende risposte da due anni.
FUGA E NUOVI REATI - Per motivare l’arresto, il pm Luca Villa trascrive un’intercettazione di Alessandro Marchi: «Tra due settimane andiamo a Madrid - rivela il nipote di Vanna il 16 gennaio -, han già trovato l’ufficio... e poi stiam là». Dietro le note di colore (Striscia che apre l’inchiesta, i finanzieri che la battezzano «operazione Tapiro salato» , il giudice Panasiti che scrive con i caratteri dei fumetti) si intravedono questioni poco comiche: le prime denunce del ’97 provocarono solo un processo minore, quasi azzerato dalla riforma fiscale; e la commissione tributaria, dove lavorava il contabile di Vanna, annullò anche la multa per l’evasione. Varie associazioni di consumatori ora rivendicano precedenti denunce «in 20 Procure». Ma i magistrati ammettono che, contro i truffatori, una trasmissione tv può fare «ben più dell’intervento giudiziario», che deve «ovviamente» rispettare tempi, forme e garanzie di legge.