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Communiqué de presse
Promenade tchétchène au Parc Royal Chechen promenade at the Royal Park
Passeggiata cecena al Parco Reale di Bruxelles Een Tsjetsjeens uitje naar het Parc Royal in Brussel

Passeggiata cecena al Parco Reale di Bruxelles

Jacqueline de Croÿ, le 16 avril 2011

Ieri martedì, il cielo era solcato da elicotteri. Le auto della polizia, a sirene spiegate, aprivano la strada a dozzine di furgoni cellulari. Gli uni si parcheggiavano davanti al palazzo di Giustizia, gli altri davanti al parlamento, in modo da inquadrare il Palazzo reale senza infastidire il pranzo dei sovrani belgi.

La comunità cecena era arrivata dai quattro cantoni del paese per depositare una lettera per far presente al Re le persecuzioni di un loro eroe e quindi imbucare la medesima nella cassetta della lettere reale. Loro terminavano la medesima lettera dicendo : Noi salutiamo il Re del Belgio e gli saremo infinitamente riconoscenti di accettarci come suoi servitori al medesimo titolo del popolo belga e di credere veramente che noi lasceremo il Belgio se Lui ce lo domanda, ma col Comandante Arbi Zarmaev, qualunque sia lo stato di salute in cui ce lo restituisca.

Una coalizione di psicopatici che governano il Belgio e che bloccano la formazione di un governo proposta dagli eletti cerca di provocare le rivolte dei mussulmani per giustificare la costruzione di "prigioni speciali per estremisti mussulmani". Questi si augurano di tranquillizzare quei sorveglianti che sono choccati dai loro stessi colleghi che ricevono un premio per drogare a forza i detenuti nelle "sezioni speciali di sicurezza individuali", come quello che si fa nelle prigioni russe,da sempre, per spingere i detenuti al suicidio.

Il Comandante Arbi Zarmaev è uno di questi eroi della guerra cecena, che è stato drogato a forza e torturato con un regime di isolamento concepito in modo scientifico per provocare artificialmente quelle stimolazioni di cui il cervello ha bisogno, ma che lui evita con la preghiera. Lui è tenuto in prigione quando la medesima Corte Europea dei Diritti del l’uomo ha sospeso l'estradizione che prevedeva lo scambio con dei belgi catturati dai Russi.

I suoi genitori sono arrivati al Parco Reale coi loro parenti, di fronte al Palazzo, prima dell'ora dell'incontro. Quando il padre ha visto i furgoni cellulari, lui ha domandato se quelli che erano arrivati a sostenerlo, potessero essere avvisati coi cellulari per restare dietro il perimetro di sicurezza, perchè lui non voleva che altri venissero torturati nelle prigioni belghe come suo figlio.

La brigata dell'antiterrorismo era arrivata con diciotto poliziotti armati fino ai denti. Loro non erano in tenuta di combattimento, come con quelli che avrebbero provocato disordini e che erano stati accerchiati, spintonati ed erano stati derubati del nostro striscione tre settimane prima davanti al Parlamento Europeo. Loro avevano ordinato ai ceceni di disperdersi, e poi senza perchè loro erano stati arrestati ed incarcerati per dodici ore. Tutti si sono messi a ridere. Uno mi diceva che la repressione peggiorava tutti gli anni in quello Stato.

Noi ci siamo dispersi in piccoli gruppi per il parco. Io ho offerto del gelato alla crema ai figli del Comandante Arbi Zarmaev. Noi attendevamo un "pericoloso terrorista dell'informazione", Jan Boeykens, il presidente dell’ONG Morkhoven. Lui aveva uno striscione con scritto "liberate Arbi che è ancora in vita". Il recidivista sganciò il "codice photo", strettamente vietato in Belgio, quando si tratta di far vedere gli abusi dei ministri psicopatici.

Dei terroristi cattolici hanno srotolato la" bomba ", il tempo di prendere tre foto e di riallotolarla, ciò che ha richiesto pressapoco 15 secondi. Tre poliziotti cia vevano inquadrato già prima della fine dell'operazione. Gli altri quindici seguirono subito a ruota :- "Voi dovrete rispondere delle vostre insubordinazioni", gridava una gendarme piccoletta per farsi sentire perchè era piccola. Loro pretendevano di rubarci il nostro striscione... sotto pretesto dell'antiterrorismo. " Nessuna questione ", rispose Jan, che commise un "delitto di fuga", poichè gli striscioni non sono ancora delle armi proibite,almeno per ora. Uno dei poliziotti si lanciò alla sua caccia, ma un altro lo fermò dicendo di lasciar perdere.

Io domandai quale legge era quella che vietava alle persone di prendere fotografie in un parco pubblico davanti al Palazzo Reale, ciò che si rivelò subito un vero imbarazzo evidente. Tutti i poliziotti si guardavano gli uni con gli altri dicendo "euh", "euh", quando la gendarme piccoletta ancora gridò :- " E' nel regolamento della polizia, il numero..., euh, euh…",non si sa quale numero.

Io feci loro capire che nemmeno loro sapevano quello che noi stavamo facendo là. Si dimostrò così che uno dimentica il numero del regolamento citato dicendo "euh, euh" e poi rispondere alle domande di cui le risposte fornite terminano sempre con "euh, euh" con altrettante assurdità evidenti

- Voi non avete il diritto di fare una rivendicazione al Re senza autorizzazione e poi lui non è nemmeno là.
- Si è là, state dicendo bugie perchè la bandiera sventola sul Palazzo. Noi depositiamo semplicemente una lettera nella cassetta delle lettere, nella quale noi diciamo che i ceceni lasceranno il paese del Belgio, a sua richiesta, se loro non possono vivere in sicurezza sociale.

Io ho visto la rabbia dpingersi sui volti dei poliziotti, forse perchè pensavano di reprimare dei terroristi, mentre invece reprimevano degli scampati ad un genocidio che proponevano di lasciare il loro paese per sfuggire ad altre ed innominabili persecuzioni. Poi, forse perchè era una verità troppo penosa da ammettere, la solita gendarme piccoletta si intromise e gridò per farsi sentire come sempre:-

- Ciò non è vero. Si è in uno stato di diritto che è governato da leggi precise.
- No, io risposi. Si è in una dittatura dove dei ministri dettano con infamia di assassinare delle persone fregandosene delle leggi.
- Questo non è vero. Disperdetevi: ci sono donne e bambini. Non si sa mai cosa può succedere, gridava la piccoletta, come se l'unità anti terrorista potesse ferire solo uomo, ma non donne e bambini.
- Mi rimproverate d'aver offerto dei gelati a questi bambini nel Parco Reale, chiesi ingenuamente.
- Io voglio un gelato alla fragola- commentò il loro capo.
- Corruzione lampante di funzionario pubblico ?
- Io pagherò il mio gelato da me stesso. Voi viaggiate troppo con la fantasia : CARTA D’IDENTITA', gridò stavolta lui.

Ironicamente, la mia altezza serenissima ebbe l'onore di essere l'unico oggetto di un controllo anagrafico. L’Ispettore Principale della direzione della brigata anti-terrorista di Bruxelles arrivò e mi diede il suo biglietto da visita. Questo biglietto è la prova materiale che Annemie Turtelboom, il ministro dell' interno in carica e quindi anche della polizia, si era accordato con il solito Stefaan De Clerck, il solito ministro della giustizia, per provocare delle violenze gratuite e poi farcela pagare reprimendole, come desiderava ardentemente.

I ceceni non cederanno a nessuna provocazione, spiegano i medesimi. E' la loro disciplina che ne fanno dei soldati eccezionali. Loro preferiscono la morte piuttosto di permettere che uno dei loro gesti possa servire di pretesto per legalizzare centri di tortura come in belgio, perchè il Corano obbliga a trattare i prigionieri correttamente.

La Camera di Consiglio ha deciso di liberare il Commandant Zarmaev. Questo venerdì Jürgen Van Poeck, il direttore della prigione, ha di nuovo segnalato alla sua famiglia che contrariamente alla camera di Consiglio, lui sarà punito per dieci giorni con regime ancora di isolamento, con divieto dei diritti di visita di suo fratello. Nessun ceceno risponderà alla provocazione. Il Commandant Arbi Zarmaev depositerà tra poco tempo una denuncia al Tribunale dell' Aia per giudicare delle torture inflitte agli ufficiali ceceni nelle prigioni belghe. La sua famiglia darà seguito ad un'altra denuncia se lui non sopravvivesse, ed altre si aggiungeranno certamente a questa procedura . Il comandante ha lui stesso subito una mutilazione chirurgica.

terroristico cattolico in Belgica
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