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Mercoledì, 14 novembre, sul banco degli imputati della Corte d’Appello di Anversa, c’è Marcel Vervloesem, che ha scoperto lo schedario Zandvoort con le foto di 90.081 bambini vittime di omicidio, stupro e tortura. La sentenza per questo procedimento aperto nel 1998, e derivante da indagini avviate nel 1988, è attesa per il 10 gennaio 2008: 20 ANNI!
Il dossier Zandvoort è soltanto una "bolla di sapone", ha dichiarato il Pubblico Ministero TAC, che offre un imprevisto punto di vista circa il procedimento contro Marcel Vervloesem. La foto N°9 è quella di un uomo che osserva la propria erezione nella mano di un bambino, del quale tiene il pene fra le dita. Sarà sottoposta a centoventicinquemilatrecentosedici test biometrici di corrispondenza, giungendo all’identificazione di un magistrato francese con un’approssimazione del 99,03%, e quindi senza margine di errore.
L’arresto di Robbie Vander
Plancken |
Questa foto era parte della produzione di Gerrit Ulrich, che vendeva materiale pedopornografico su Internet dal suo ufficio di Zandvoort, in Olanda. La Werkgroep Morkhoven, un’organizzazione che lotta contro l’abuso sessuale sui minori, era alla ricerca di Manuel Schadwald, undicenne scomparso da Berlino. L’11 giugno 1998, Marcel Vervloesem fu condotto da Ulrich da Robbie Van Der Plancken, che aveva l’ovvia intenzione di farlo arrestare. C’erano otto computer visualizzanti materiale pedopornografico connessi alla rete Internet.
Ulrich diede un CD contenente foto di Manuel Schadwald e fuggì. Questo CD fu consegnato alle autorità olandesi dalla rete televisiva olandese NOVA, per assicurarsi che non sparisse dalle corti belghe. Il Tribunale di Turnhout in Belgio espresse la propria intenzione di procedere contro Marcel Vervloesem per la ricezione di materiale pedopornografico.
Ulrich, con l’ovvia intenzione di impedire a Robbie Vander Plancken di acquisire il suo business dopo averlo abbandonato, telefonò a Marcel Vervloesem da Lione, per dirgli dove aveva nascosto tutto il proprio materiale pedopornografico. Robbie Vander Plancken trovò Ulrich in Italia e gli sparò. Dichiarò che si era trattato di un incidente, ma potrebbe aver scoperto con sorpresa che la maggior parte del materiale si trovava nelle mani della Werkgroep Morkhoven, ed era pertanto perduto. Il tribunale italiano lo ritenne omicidio, per il quale si trova ora in carcere con una condanna a quindici anni.
Le decisioni dell’organizzazione vengono prese da un Consiglio di Amministrazione composto da almeno tre membri, tra cui Marcel Vervloesem, e non da lui soltanto. Come tutti concordano, tutti sono quindi coinvolti nella diagnosi del perito. Non abbiamo un QI superiore all’88%.
Sarebbe stata la stupidità a spingere la Werkgroep Morkhoven ad accogliere l’invito del Pubblico Ministero Bourlet a consegnare l’intero schedario per le indagini, tramite l’avvocato Van Der Smissen. La cosa avvenne secondo le condizioni della legislazione europea, in base alla quale si richiedeva a Stati Membri di favorire la consgna di questo tipo di materiale con l’assicurazione da parte del Pubblico Ministero che non ci sarebbe stato alcun procedimento giudiziario.
Questo 12% di Quoziente d’Intelligenza mancante avrebbe fatto sì che si credesse alla versione che piena luce sarebbe stata fatta sul caso Dutroux, come aveva promesso il Re del Belgio. Il Pubblico Ministero Bourlet aveva in mano il caso Dutroux e lo schedario di Zandvoort era collegato al caso Dutroux. Lo schedario gli venne pertanto consegnato con una denuncia formale a carico di X per aggressioni oscene, stupri, violenza, minacce, torture, rapimenti, corruzione e prostituzione di minori, traffico di esseri umani, pedopornografia, ecc. La promessa del Re era una garanzia che sarebbe stato sconveniente introdurre dei dubbi con una richiesta di danni, che in Belgio è necessaria soltanto per assicurarsi che la citazione in giudizio sia istruita.
Il caso Dutroux aveva portato ad una modifica della legislazione belga, in relazione all’Articolo 28 quarter del Codice di Diritto Penale, che stabilisce che il Pubblico Ministero, tenendo conto delle direttive della politica penale del Ministero della Giustizia e del corpo dei principi generali del pubblico accusatore, decide circa l’opportunità di un procedimento giudiziario. Era probabile che la verità sulla rete di Zandvoort avrebbe trasformato il Belgio in un a tempesta di fuoco e sangue, poiché vi comparivano dozzine di casi Dutroux. Il Pubblico Ministero Anne Thilly chiese che lo schedario di Zandvoort venisse rimandato al Tribunale di Turnhout.
Con il tempo si è visto che l’assenza di denunce per danni ha consentito loro di negare la convenienza di procedere contro i criminali indicati nella denuncia, nonostante le disposizioni del Re. Tutti i casi belgi collegato alla rete di Zandvoort furono archiviati in dossier separati. L’unico soggetto contro il quale il Belgio ha ritenuto di avviare una procedimento giudiziario è che quello che ha fornito le prove. Questo non era stato previsto, poiché è innegabile che il Pubblico Ministero Bourlet abbia un QI di almeno 100%.
Il Tribunale di Turnhout ha tessuto una rete attorno a Marcel Vervloesem, che, con il tempo e tramite la stampa, cercherà di far credere che egli avesse preso possesso dello schedario per proprio interesse personale, come se egli intendesse prendere in mano la leadership della rete sotto la copertura di un’Organizzazione Non Governativa nel settore dell’assistenza all’infanzia – come il presunto giudice pedofilo francese fa alla grande. Non sarà accusato di ricezione, ma di possesso di materiale pedopornografico.
Turnhout attese il 2003, dunque cinque anni, per agire in relazione alle denunce dei nove ignoranti, essi stessi oggetto di denunce per crimini sessuali, che avevano denunciato stupro: "per dimostrare chi fosse il cavaliere senza macchia e senza paura che aveva denunciato la rete di pedofilia", secondo quanto avevano dichiarato alla stampa. La lentezza di Turnhout viene spiegata nel senso che agire in base a tali denunce nel 1998 avrebbe causato un’insurrezione.
Victor V. molto arrabbiato. Dopo che fu dimostrato che aveva un’ortografia fonetica, fu promosso dai Servizi Sociali al Consiglio di Polizia. |
Il piano fallì nel 2005, quando uno dei querelanti attestò che erano stati pagati 250 euro per presentare la denuncia, più 125 euro per dichiararre in televisione che erano stati violentati. Il procedimento giudiziario sarà ritardato.
Victor, il fratellastro di Marcel Vervloesem, era diventato membro della direzione del servizio sociale ed aveva assicurato a tre adolescenti che avrebbero evitato di finire in un istituto se avessero presentato denunce per stupro contro "Il cacciatore di pedofili ", per favorire il tribunale di Turnhout.
Marcel Vervloesem fu gettato in carcere ed iniziò uno sciopero della fame. Uno dei ragazzi decise che avrebbe preferito finire in istituto piuttosto che avere la responsabilità della morte di un uomo che tutti ammiravano, e ritirò la propria denuncia, dichiarando quanto era successo.
Ci sarà anche una richiesta tramite stampa, che invita eventuali altre "vittime degli stupri di Marcel Vervloesem" a mettersi in contatto.
Sembra che il Pubblico Ministero TAC abbia trattenuto le altre due denunce di stupro per distrazione; quindi ci sono prove di menzogna. A meno che egli non abbia il solo scopo di far apparire Marcel Vervloesem come un demonio, per ottenere la distruzione dei CD di Zandvoort CD(?)
Secondo la verità giudiziaria in Italia – paese nativo della Regina del Belgio – lo schedario di Zandvoort è collegato all’Operazione Koala; con due milioni di file di pedopornografia, quale è il fine di anni di indagini nel Paesi limitrofi? Secondo la verità giudiziaria inglese, il dossier era connesso all’Operazione Cathedral con 700.000 file di pedopornografia. Secondo la verità giudiziaria danese, era collegato a 500.000 file di pedopornografia. Secondo la verità giudiziaria svedese, 37 bambini sono stati identificati quali vittime di Zandvoort. La Francia, che ha molti magistrati e politici cui il dossier ha creato imbarazzo, lo ha chiuso, affermando che molti dei bambini erano stranieri o che subivano gli abusi con il consenso dei propri genitori. Tutti gli altri Paesi europei stanno ancora indagando. Quella che il Pubblico Ministero TAC definisce una "bolla di sapone" raccoglie, secondo l’Interpol, 90.081 dossier, secondo il numero delle vittime.
In dieci anni nessuno sarebbe stato identificato e non ci sarebbero dossier belgi nello schedario Zandvoort, secondo il Pubblico Ministero TAC, che non spiega come sia possibile identificare la nazionalità di una persona non identificata. Ma egli ha citato una frase dal rapporto ufficiale che termina con l’identificazione biometrica di diversi bambini dello schedario di Zandvoort Katrien De Cuyper, assassinata ad Anversa e di nazionalità belga; Cecile Bloch, assassinata a Parigi; Casey Bohun e Louise Morin, scomparsi dal Canada; e Magdalena Gruzaska scomparsa dalla Polonia. Il rapporto ufficiale è stato seguito dalla costituzione di un gruppo di parti lese, che, in base alla legge belga, non consente la distruzione dello schedario prima che l’istanza sia stata gestita.
La Corte d’Appello concede solo due ore alla difesa, il 5 dicembre prossimo venturo, che saranno piene di sorprese. Raggiungerà le proprie conclusioni per il 10 gennaio, circa tutte le prove presentate; anche queste promettono di essere ricche di sorprese.
Sarà possibile giustificare una condanna per aver posseduto una "bolla di sapone" senza che il popolo belga debba temere che gli venga tolto il diritto di respirare?
È giusto che Marcel Vervloesem venga sacrificato per far credere al Re che i suoi ordini sono stati rispettati, piuttosto che permettere al Belgio di allinearsi con la verità giudiziaria del 99% dei Paesi coinvolti nello schedario di Zandvoort? Il caso dovrà semplicemente essere portato avanti.
Anversa - 5 dicembre 2007. Gli avvocati di Marcel Vervloesem, inquisito principale del Werkgroep Morkhoven, peroravano un appello per una condanna che l'accusava di aver preso i fondi del conto della rete pedo- criminale Zandvoort per un suo conto privato: una ennesima manfrina che doveva permettere la distruzione dei files prodotti per supportare il crimine commesso su 90.081 bambini vittime della rete pedocriminale, senza dover giustificare un'istruttoria.
Non è la prima volta che il Belgio abusa della legge europea che limita la conservazione dei dati di carattere personale fino alla durata dell'inchiesta, per chiudere dei dossier o disfunzioni giudiziarie che hanno prodotto violenze sessuali e torture di bambini. La pedo-pornografia filmata da Raymaekers è stata distrutta l'indomani della sua condanna, ciò che faceva liberare i violentatori filmati e privare le vittime della giustizia loro dovuta.
Per far credere che Marcel Vervloesem avrebbe voluto riconquistare il comando della rete, lui doveva essere condannato per pedopornografia. Un uomo ha confessato di essere stato pagato con 10.000 FB per sporgere denuncia per violenze sessuali quando era bambino, e 5.000 FB in più per ripetere questo in televisione, dunque un totale di 375 euro.
Il tribunale di Turnhout aveva rinviato queste confessioni al suo autore, e ritenuta una falsa denuncia, dove questi aveva preteso che Marcel Vervloesem l'aveva violentato durante un'orgia il giorno del suo compleanno di 15 anni. Un certificato medico assicura che l'accusato usciva da un'ospedale in carrozzella,con una gamba ricostruita con una serie di fermagli. Come avrebbe potuto violentare un giovane in quelle condizioni?
Nove denunce simili furono distrutte da questa testimonianza, poi sostituite da quelle di tre adolescenti. Uno di loro ritrattò già l'indomanni della denuncia, dicendo che loro erano stati minacciati di essere rinchiusi in un pubblico riformatorio, da colui che poi è stato accusato della precedente manfrina.
I magistrati hanno sussultato nel leggere che il dossier medico prova che l'accusato è cardiopatico,diabetico, insulinodipendente,fisicamente,tecnicamente e come soggetto medico incapace di violenze sessuali su due giovani con penetrazioni anali e rapporti orogenitali, e ciò è quello per cui è stato condannato.
Marcel Vervloesem ricorre in appello per il possesso di pedopornografia dello schedario di Zandvoort. I fatti contestati risalgono al 24 luglio del 1998 e siono prescritti dopo il 23 luglio 2003, spiega Maître Jespers.
Il Werkgroep Morkhoven non è un'associazione di pedocriminali, il suo sito internet non è un sito pedoporno e non ha mai pubblicato pornografia, continua Maître Jespers. Marcel Vervloesem l'ha provato mandando allla polizia olandese gli archivi della rete trovata in Olanda. Lui ha dimostrato la volontà di fare arrestare i criminali trasmettendo copia di questo materiale al re del Belgio, al Presidente del Parlamento Europeo ed alla maggior parte dei Capi di Stato d' Europa. Lui ha ancora provato con una denuncia circostanziata del Werkgroep Morkhoven al Procuratore Bourlet, con il risultato delle sue inchieste e i documenti giustificativi.
Nessun paese europeo, nè l'Olanda, nè la France,nè l'Inghilterra, la Germania, la Spagna,il Portogallo, o l’Italia, nè il Procuratore Bourlet hanno ritenuto opportuno perseguitarlo per questi fatti. Il tribunale di Turnhout, speiga Maître Jespers, come se si trattasse di un'isola lontana dal mondo, aveva fatto una cosa unica in Europa, unica in Belgio. Esso condannò Marcel Vervloesem per possesso di pedopornografia per i cd inviati al Presidente del Parlamento Europeo, e non per quelli inviati al Re. Il dossier annesso, che necessitava di un accordo col Re, sarebbe andato perso e quest'uomo non può essere condannato sulla base di un dossier incompleto, per dei fatti senza scopo criminale,senza scopo di lucro, che sono prescritti dopo cinque anni.
Marcel Vervloesem fa ricorso ad una denuncia per truffa . Mme Dormans si è aggiunta alle quattro famiglie, che avevano messo assieme dei soldi per consultare il Werkgroep Morkhoven. Lei si era presentata come un uomo che si faceva chiamare "K", poi Karel Van Genechten, poi confesserà essere un poliziotto olandese chiamato Karel Vanden Berghe. Lui voleva una copia dello schedario Zandvoort, ciò che era stato una vera raccolta di pedopornografia.
Madame Hutsebaut (delol’organizzazione ECPAT, associata di Childfocus), pretendeva di aver identificato tra le vittime di Zandvoort, Etienne, il figlio di Madame Dormans, che denunciò allora per truffa, dicendo di aver pagato grosse somme senza ottenere nulla.
Le quattro famiglie hanno confermato che la denunciante non poteva pretendere di essere stata truffata di importi che sono stati pagati, inoltre di un servizio di cui erano stati contenti. La polizia olandese ha certificato che la foto non era quella di Etienne, ma di un minore americano, publicata in una rivista americana, anni addietro la nascita di Etienne. Nulla dunque in questi casi che rivelano una truffa dell'accusato.
Marcel Vervloesem ricorre in appello per una condanna per la pubblicazione da parte di un'organizzazione olandese di foto (non pornografiche) di bambini sul suo sito internet. Egli non deve rispondere in Belgio di fatti che non hanno la territorialità belga, ha spiegato Maître Jespers.
Si tratta di un sito olandese, legale in Olanda, le cui pubblicazioni dipendono dall'organizzazione Buro Zoeklicht e nessuna dal Werkgroep Morkhoven. Le autorità olandesi non hanno mai perseguitato Marcel Vervloesem per questo sito. Il rispetto del principio della territorialità è elementare, ha detto Maître Jespers. Un belga non può essere condannato per un eventuale intralcio,ad un sito olandese sotto la responsabilità di un' organizzazione olandese e domiciliata in Olanda, secondo la legge belga sulle attività private.
Nel dicembre 2004, il Werkgroep Morkhoven e la Fondazione Princesse de Croÿ hanno fatto una campagna di sensibilizzazione, con manifesti illustrativi, a proposito dell'inchiesta sulla denuncia avviata al tribunale di Neufchâteau e trasferita al tribunale di Turnhout. Questa campagna era il frutto della frustrazione delle mancanze giuridiche di questa inchiesta, per chiedere l'arresto dei criminali identificati. Questa era fatta senza intenzioni delinquenziali e senza scopi di lucro. I soli perseguitati furono Marcel Vervloesem e Eddy Decat, quando loro non figuravano come editori responsabili mentre gli editori responsabili non furono denunciati. Loro devono essere liberati da questo ingiusto processo.
Maître Jespers ha fatto egualmente rimarcare che il Professor Cosyns, stabilendo di condannare Marcel Vervloesem a non poter parlare con la stampa, si è gravemente allontanato dai doveri della sua missione.
Il giudizio è atteso per il 9 gennaio 2008. La stampa che ha calunniato Marcel Vervloesem durante dieci anni ora è assente. Sarebbe stato ordinato il silenziostampa?
La fondazione privata Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti ha visto i suoi computer distrutti da hackers sconosciuti (per modo di dire) e minacciati di inchiesti amministrativa, ma non si piegheranno di sicuro alla censura.
Queste inchieste consistono nella ricerca di tutte le persecuzioni amministrative e le diffamazioni costruite per far tacere gli scandali, spiega il Werkgroep Morkhoven. La Fondazione si rallegra dell'occasione per denunciare lo stato belga per la molteplicità di violazioni dei diritti fondamentali di coloro che denunciano abusi su bambini e di farne presente il numero delle vittime all'interno delle sue istituzioni della protezione del bambino.
È
una dei giovani che passavano la loro vita in Marcel Vervloesem e
fanno 40 km per vederlo all'ospedale. È per noi come il nostro
nonno, scriveva il suo fratello al giudice. Non ha mai toccato
all'uno fra noi, non ha mai violato nessuno |
Il condannato a morte è il segretario del Werkgroep Morkhoven, l'ONG che ha denunciato due reti pedocriminali maggiori di sfruttamento sessuale dei bambini: Temse/Madeira, prove acquisite e date di 340 vittime e Zandvoort, prove acquisite di 90.081 vittime.
Marcel Vervloesem era assente all'udienza, per aver subito una operazione urgente del suo cancro in dieci mesi, un tempo che si spiega per il fatto che il suo diabete non gli permette la chemioterapia. Lui è condannato, "tenuto conto del suo stato di salute", a quattro anni di prigione dura, e ciò che ha ottenuto questo trattamento per il suo stato di salute è una condanna a morte.
I primi giudici avevano respinto nove accuse di violenza sessuale,avendo uno dei denuncianti dichiarato di aver ricevuto 375 euro ciascuno per fare denuncia. Si cercava di dimostrare che un uomo che violenta dei bambini non avrebbe potuto dirigere le inchieste di una organizzazione di lotta contro le reti pedocriminali. La seconda tornata di giudici hanno dato credibilità delle trestimonianze che assicuravano che queste denunce erano state incentivate dai soldi, ma anche hanno dato pure la credibilità delle accuse di violenza di una delle nove denunce pagate.
I primi giudici avevano rigettato una delle tre denunce di violenza sessuale, avenzate dai giovani, perchè uno aveva scritto alla figlia di Marcel Vervloesem che tutti e tre avevano agito sotto ricatto di suo zio Victor perchè facevano traffico di droga. I secondi giudici erano sobbalzati dai loro scranni ascoltando i dottori Smet, Marinus, Schoenmaeckers et Wildiers che avevano affermato che fisicamente, tecnicamente e medicalmente l'accusato era incapace di compiere violenze sessuali. Loro invece hanno reputato che lui aveva violentato i tre giovani, ivi compreso quello che diceva di aver mentito ed allora dov'è il principio\decreto\legge che i giudici possono contestare una diagnosi così dettagliata dei consulenti medici?.
Peter
Wouters che cambriole Werkgroep Morkhoven, è il migliore della banda.
La sua madre è stata condannata per un falso in scrittura, nel quadro
dei 92 cabale, pagata 50.000-FB (1.250 -€), per accusare Marcel Vervloesem
di frode. Victor ci ha pagato 375 -€ con per accusarlo di violazione,
ma va troppo lontano: minaccia di fare chiudere i miei bambini in
istituzione. |
"E' un gran giorno", ha dietto lo zio Victor, un illetterato attualmente impiegato nel Consiglio della Polizia. Questi non ha compreso che riconoscendo di aver fatto da intermediario per pagare le denunce,i giudici lo condannavano indirettamente a rifondere importanti danni. Egli pensa che il suo fratellastro dovrebbe essere internato in psichiatria, dimostrando così che un cancro non è un disturbo mentale.
I primi giudici hanno reputato criminale Marcel Vervloesem per aver acquisito lo schedario Zandvoort, il tempo di averlo e di darlo alla giustizia. Lo schedario ora è vuoto e Marcel Vervloesem l'aveva acquisito perchè era un perverso, aveva spiegato allora il procuratore Tac.
La stampa internazionale faceva un durissimo ritratto della giustizia belga, ciò che è stato sufficiente per influenzare i giudici:
Il dossier è troppo importante per il Belgio che è incapace di studiarlo veramente. Un magistrato francese è stato identificato nello schedario Zandvoort, ha detto la stampa tedesca. Le schede sono associate al dossier Koala, con due milioni di prove di crimini sui minori, secondo la polizia italiana. Il Belgio ha rifatto gli errori come nel casoDutroux congelandolo e permettendo ad un criminale belga di prostituire le sue figlie disabili per quattro anni, secondo la stampa irlandese.
A sinistra: il genero di Marcel Vervloesem. Annie, al centro e Peter Wouters a destra, testimonia avere mentito per il denaro, e chiede di stabilire la molestia. Marcel va in cassazione. |
Il malessere appariva evidente quando i giudici tentavano di coprire il cinismo del procuratore Tac, che aveva definito questo schedario, con 90.081 vittime che vi si trovano, una bolla di sapone scoppiata. Lui avrebbe tirato delle ottime conclusioni,secondo loro, ma loro non hanno osato definire criminale il fatto di aver consegnato alla giustizia lo schedario della rete pedoporno.
I primi giudici hanno stimato che Marcel Vervloesem aveva intralciato la vita privata di vittime. Per riassumere, l’assassinio di Cécile Bloch rivelava la sua vita privata della minore di undici anni. Ma scoprire che un membro della rete Zandvoort l'aveva assassinata era un crimine che non poteva essere giudicato in Belgio per il motivo dell'extraterritorialità del sito Internet su cui era stata scoperta ed identificata. I giudici del secondo processo l'hanno liberato da queste accuse.
Loro hanno respinto la testimonianza della polizia olandese, che comprovava che il minore identificato da Carine Hutsebaut, del l’organiszzazione rivale ECPAT, fosse un ragazzo americano, e non il figlio di Madame Dormans Aggenbach, che non era ancora nato nel momento in cui era stata scattata la foto. Lei afferma di essere stata truffata con somme pagate da più famiglie per stabilire se la rete che aveva abusato sessualmente dei suoi figli era quella del dossier Zandvoort. Queste famiglie si sono opposte a quello che lei reclama e cioè i soldi che hanno speso, ma i loro processi verbali sono scomparsi,svaniti dal dossier.
Jan
Boeykens, Werkgroep Morkhoven presidente : Mi batto da 20 anni
con Marcel Vervloesem. Continuerò a battersi per ristabilire il suo
onore, fino a quando occorre. |
I giudici hanno considerato Marcel Vervloesem colpevole di truffa per avergli assicurato che suo figlio non era stato una vittima della rete di Zandvoort e l'hanno condannato a rimborsare le spese anche per le altre famiglie.
Loro lo hanno egualmente ritenuto colpevole di una campagna di diffamazione ai danni dei pedocriminali, campagna trasformata in "diffusione di pornografia", a seguito di una denuncia di Child Focus, consociata dell' ECPAT. La testimonianza assicura che lui non avrebbe nessuna responsabilità legale, essendo scomparso il fascicolo del dossier.
La giustizia belga è allergica a quanto scrive il gruppo Werkgroep Morkhoven, sulla base delle critiche della stampa internazionale nel novembre scorso. Marcel Vervloesem era stato condannato a non parlare con la stampa, ma questa violazione del diritto alla libertà di espressione non era stato imposta al suo gruppo. La giustizia fa dunque ogni pressione per estendere questa condanna.
In effetti, circa due settimane fa questa parodia della giustizia verso il segretario del Werkgroep Morkhoven, la vice-presidente dell'ONG è stata condannata ad una privazione del controllo delle sue proprietà private, e ciò il primo giudice lo aveva basato su una pubblicazione avvenuta sotto la responsabilità del Werkgroep Morkhoven.
Fotografie
del Werkgroep Morkhoven che evacua l'acqua, la cui pubblicazione è
tassata "dell'atto accusato". La ferita che deriva dalla
situazione del pericolo ed uno dei fori nel tetto che la giustizia
a preso in considerazione "di all'usura", quindi impedito
di fare richiudere, quando Werkgroep Morkhoven pagava i lavori.
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Malgrado sette anni di conflitti tra avvocati e quattro anni di procedure ,la giustizia di Bruxelles non è ancora arrivata a reisparmiare al Werkgroep Morkhoven l'obbligo di svuotare circa 9.000 litri di acqua di pioggia in un salone vicino al loro ufficio. Questo fatto aveva dato vita ad un nuovo servizio ed organi di stampa sotto la responsabilità dell'ONG: "politica degli alloggi".
Il primo giudice valutò, con una modalità tutta originale della libertà di espressione, che i conflittti avrebbero dovuto essere regolati in tribunale e non in pubblico, come se il pubblico dovrebbe essere limitato a quello che c'è in tribunale.
L'atto incriminato (la publicazione) minò effettivamente la credibilità della convenuta in tribunale, ma anche la difesa elaborata su suo consiglio, ignorando il fatto (del Werkgroep Morkhoven), ed il giudice scrisse nel suo verbale, che così conclude : "l’ostinazione della convenuta fa temere che lei sia incorreggibile a breve termine, in modo che il mandato sarà esteso a cinque anni invece di due."
In pratica, ciò significa che l'amministratore designato stava facendo fermare i lavori già assegnati e pagati con i soldi prestati dal Werkgroep Morkhoven per tappare i buchi del tetto, mentre la sua vicepresidente veniva così seriamente danneggiata, col risultato di una situazione antiigienica e pericolosa. La sentenza fu confermata in appello,con una gran quantità di motivi per ricorrrere in cassazione con una gran esiguità di parole
Si tratta di un gioco per questi giudici e di un ostacolo che questi vogliono aggiungere alla lotta contro le disfunzioni giudiziarie, ed è a questo che tendono per andare avanti nella causa. Ma quando alla fine di sedici anni di processi, tutti incontestabilmente legati al dopo 1992, questi giudici possono pretendere il contrario e contare sullo stato di salute di una persona, per privarlo di un giudizio europeo al quale lui ha diritto durante gli otto anni ? Questo supera di gran lunga ciò che l'Europa non dovrebbe tollerare.
La prossima tappa è di ottenere il diritto di risposta del Werkgroep Morkhoven, smaccatamente diffamato, certuni sono arrivati fino all'indecenza di pretendere ed affermare che i dossier Temse/Madeira et Zandvoort erano vuoti!
Jacqueline de Croÿ:- Marcel Vervloesem ha rivelato ciò che era lo sfruttamento sessuale di bambini in Europa, cosa che è male vista, poiché il Belgio vi ha un ruolo centrale. Ma nulla li fermerà a diffondere l'informazione: scendo più i grandi calomniés della storia (fra i quali Dracula) e non c'è calomnie che la impressiona. |
Ed in parallelo, il diritto di risposta del condannato, di cui la tolalità della stampa spiegò l'assenza per un'operazione cardiaca, e ciò ha molto divertito i suoi medici che non gli hanno aperto la pancia per aggredire il cuore. Non un solo giornale ha segnalato che Marcel Vervloesem prevedeva già quella condanna, ed aveva sollecitato la Corte di Cassazione di giudicare il difetto e\o contraddizione di motivi ; difetto di risposta alle conclusioni e difetto di base legale ; violazione della legge per falsa applicazione ; per rifiuto di applicazione, per falsa interpretazione e distorsione di fatti chiari e precisi.
Come c'è stata la prima condanna della la vice-presidente e del segretario del Werkgroep Morkhoven, si ignora ciò che valuterà la Corte di Cassazione belga. Ma un nuovo decreto di questa Corte avrà per effetto, ad esempio, nel caso dove un uomo è allo stadio finale e muore di un attacco cardiaco al momento di un arresto compiuto "in considerazione del suo stato di salute", che la sua famiglia deve provare che lui non sarebbe morto in circostanze ritenute normali, prima che fosse riconosciuta una pista sbagliata. Nulla dunque è garantito se non si ha un nuovo"decreto su Zandvoort", che permette di condannare qualcuno sulla base di un dossier incompleto ed in disprezzo della sua presunzione di innocenza.
La Fondazione Principesse de Croÿ etMassimo Lancellotti ed il Werkgroep Morkhoven si sono dati da fare per pagare tutte le procedure per la riabilitazione, anche dopo morte, dell'onorabilità di Marcel Vervloesem, fino ad arrivare alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, se sarà necessario.
Queste organizzazioni continueranno ad esercitare i loro dirittti fondamentali, quando anche i loro membri saranno condannati ad un vita di processi, per avere giustizia dalla Corte Europea.
La stampa ha trasformato un uomo in un mostro, I giudici gli hanno affibbiato una certa presunzione di imbecillità. Un primissimo video lo mostra lucido e critico. Un secondo video mostra in modo eccellente un'umanità sconcertante di un uomo che applica una giustizia che va oltre ciò che l'ha offeso.
Condannando Marcel Vervloesem per dei crimini di cui i medici assicurano assolutamente incapace di compierli, I giudici hanno dunque servito a precisi scopi politici,in modo illegale, poltre al resto senza badare alle qualifiche dei medici che sono stati interpellati ,ed hanno rigettato i loro pareri professionali certificati. A lui sarà resa giustizia, ma frattanto, la giustizia scredita colui che dimostra che il dossier Zandvoort è pieno di casi simili a quello di Dutroux, per dare affidabilità invece a coloro che pretendono che il dossier sia vuoto, quando la stessa Interpol ha detto che ci sono inserite 90.081 vittime.
I giudici hanno condannato Marcel Vervloesem a quattro anni di prigione, tenuto conto del suo stato di salute. Lui spiega che è diabetico insulino dipendente. Che lui ha subito sette operazioni molto impegnative in questi ultimi dieci anni: tre a cuore aperto di cui un doppio bypass coronarico. Una quarta operazione al pancreas, una quinta ai reni. Una sesta operazione per due carcinomi ed una settima per delle metastasi, nello spazio di dieci mesi. Un tempo che qui si spiega per il fatto che il suo diabete non permette la chemioterapia.
Dopo essere stato condannato a non parlare con la stampa, lui è dunque condannato a morte. Ciò è illegale in Belgio, ma è tutto possibile in questo paese, quando si tratta di far tacere coloro che denunciano disfunzioni giudiziarie.
In effetti, non più tardi del 2005, Marcel Vervloesem ha portato avanti uno sciopero della fame per 31 giorni, per domandare il suo diritto ad un processo giusto entro un lasso di tempo ragionevole.Lui è stato imprigionato, filmato nudo in modo che sua figlia potesse vederlo così in video. Il regolamento obbliga ogni scioperante della fame che si rifiuta di mangiare dopo dieci giorni di esssere trasferito in ospedale. Ma Marcel Vervloesem è stato tenuto in cella di isolamento per 25 giorni, svegliato ogni quarto d'ora per "controllare se non era morto". Lui poteva passeggiare solo in uno spazio a cielo aperto e doveva vedere i suoi visitatori solo al di fuori dietro ad un vetro. I prigionieri avevano fatto una catena di solidarietà attorno a lui, al momento del suo passaggio giornaliero al'infermeria per misurare la sua glicemia. Loro facevano scivolare sotto il suo pigiama,lettere.matite e francobolli di cui lui era stato privato, in modo che non comunicasse con l'esterno.
Il suo cardiologo prevedeva che la sua rialimentazione si facesse in reparto intensivo, di fatto lui era il primo soggetto cardiopatico diabetico conosciuto come scioperante della fame , di cui il primo caso clinico che dimostrerà che una rialimentazione ordinaria metterebbe la sua vita in pericolo. Lui è stato poi trasferito in una prigione ospedale, ma sprovvista dei servizi di cura intensiva, poichè la funzione di prigione non è di conservare delle persone tra la vita e la morte. Lui è stato rialimentato in prigione ed ha avuto tre comi diabetici, ai quali il suo cuore ha resistito per miracolo, alla vigilia dell'udienza che avrebbe dovuto liberarlo. Lui ha dunque avuto in sovrappiù problemi seri di reni,fegato,pancreas,stomaco e perso due denti.
In questo video, Marcel Vervloesem spiega i fondamenti della sua richiesta in cassazione. Lui è nel sedicesimo anno di procedure giudiziarie, perchè i magistrati hanno gonfiato delle accuse che non hanno nulla in comune e tenuti separati i dossier che riunivano le stesse persone.
Lui analizza brevemente questo modo di giudicare come nessun imbecille sarebbe capace di fare. I giudici decreteranno che l'intervallo di dieci anni è stato perfettamente ragionevole, quando un intervallo legale è di ottto anni e lui ha avuto un intervallo di 16 anni. Loro dimenticano di giustrificare una condanna per denunce ritrattate, anche per il m otivo che erano state estorte sotto minacce ; e di giusitficare un giudizio quando c'è una procedura al Consiglio Superiore della Giustizia, che ha rilevato l'assenza di numerosi fascicoli del dossier.
Lui parla di difetti delle motivazioni, pertanto necessarie a giusitificare il rigetto di tutti gli expertise psicologici cui si è sottoposto e che l'hanno giudicato innocente. Dall'incoerenza di ignorare i risultati di un lie detector richiesto dai primi giudici, ed ignorando manifestamente i risultati identici di un secondo esame col lie detector, eseguito dal Professor Gagliardi.
La polizia che ha seguito l'inchiesta chiamava Annie "il testimone di Victor", quest'ultimo aveva fatto carriera politica sulla base di ciò che la giustizia riconoscerà implicitamente come una continua falsa testimonianza. Comprendendo che Annie non era in grado di comprendere la gravità di quello che aveva fatto, Marcel Vervloesem le ha perdonato di essere stata un oggetto che è stato utilizzato per annientare la sua reputazione. E' stato imposto a tutti i suoi amici di fare altrettanto, perchè l'unica forza della vera verità che lui ha reputato giusta aldilà di quello che l'ha così tanto offeso.
Il video mostra Annie che rompe la sua solitudine, arrivando da lui tutte le mattine, a far colazione con lui. Lei è attualmente molto sconcertata di questa condanna,che lei non può capire.
Ciò che questi magistrati ritengono che sia una lezione guardando queste immagini, perchè il giorno in cui arriveranno a capire di rispettare gli altri aldilà dell'offesa, loro potranno ritenersi giusti, e dunque possedere quelle qualità richieste dalla missione che loro dovrebbero portare a termine.
Il consiglio superiore della Giustizia conferma , questo 21 febbraio 2008, gli errori che sono stati avviati e fatti per la condanna irregolare di Marcel Vervloesem, il 6 febbraio, sulla base di un dossier mancante di numerosi testi che potevano dargli giustizia ed innocenza. Il più straordinario è il furto, all'interno delle istituzioni giudiziarie, di sette cd di pedo pornografia, inviati dal Werkgroep Morkhoven al Re del Belgio nel 1999, per domandargli di volersi assumere personalmente che l'inchiesta fosse condotta regolarmente.
Il ministro di Giustizia dell'epoca, Tony Van Parys (CD&V), aveva allora dato al Procuratore Generale di Anversa, il compito di esaminare il loro contenuto. Non si conosce nulla dei risultati e delle conclusioni: il dossier è sparito !
Marcel Vervloesem era stato denunciato per aver avuto per le mani i cd della rete pedocriminale di Zandvoort, ciò che era di pubblica conoscenza poichè li aveva inviati al Re, con un corriere raccomandato con avviso di ricezione. Lui dunque è stato ingiuriato per dieci anni pubblicamente, di cui recentemente anche dal Procuratore Tac, sulla base di un dossier che è stato rubato !
Altri documenti di maggior entità mancano nel dossier, ciò però non ha impedito ai giudici Van Craen, Jordens e Jaques di condannare quest'uomo, prima che il Consiglio Superiore della Giustizia non impedisse loro di continuare e di fermarli riconoscendo gli errori di procedura.
Il prossimo incontro sarà davanti alla Corte di Cassazione.
Ref: Lettre de Geert Vervaeke, président du
Conseil Supérieur de la Justice, du 21 février 2008, référence N070185BDMKDB.
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