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Communiqué de presse

LA PETIZIONE ZANDVOORT RESTA APERTA: CHE DIO BENEDICA ERMINIA MAZZONI !

BRUXELLES. La Presidente della Commissione delle Petizioni del Parlamento Europeo ha mantenuto la petizione "Pedocriminalità organizzata: violazioni sistematiche delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale all'interno dell'UE", contrariamente alle previsioni della Commissione Europea !

Il 26 aprile 2010 è stato un giorno storico per la protezione dell'infanzia. Il Parlamento Europeo ha invitato la Fondazione Princesses de Croÿ & Massimo Lancellotti a spiegare molto succintamente la nostra denuncia sulle violazioni del diritto fondamentale che tappezzano il cammino che conduce alla rete pedocriminale di Zandvoort. Noi abbiamo il cuore veramente un pò confuso in quanto doveva essere Marcel Vervloesem il nostro portavoce, ed io avrei dovuto essere il suo.

Marcel Vervloesem è il nostro molto amato ed onorato collega dell'organismo non goverantivo belga Werkgroep Morkhoven. Lui ha sacrificato 22 anni della sua vita a chiedere le leggi necessarie per fermare il traffico dei bambini nell'industria del sesso. Lui ha rivelato e accertato 88'539 foto di crimini reali nel 1998 per provare l'esistenza di questo commercio. Il Belgio ha pensato di risolvere il problema riducendolo al silenzio, con la violazione di una dozzina di leggi internazionali. Marcel Vervloesem era assente, perchè gli è stato vietato il contatto con i media nel 2005 ed incarcerato nel 2008, al fine di poterlo far fuori come un cane, ammanettato per 591 ore e privato di cure per la salute vitali.

Noi parliamo di dossier bloccati da "codici" attribuiti ai casi che possono destabilizzare lo stato, perchè farebbero apparire la corruzione dei funzionari della polizia e dei servizi sociali. Il "Segreto di Statot" è dominato dalla "Legge del silenzio", che consiste nel criminalizzare le vittime che chiedono giustizia per chiudere i dossier, senza lasciare apparire le carenze dello stato. La procedura necessita della violazione del diritto fondamentale, come quello di un processo giusto, giudicato con un dossier completo. Le pezze giustificative sono spesso rubate nei tribunali e le prove scientifiche sono rimpiazzate da rapporti psichiatrici arbitrari. Le vittime ed i testimoni delle carenze dello stato che non conoscono la "Legge del silenzio", sono sistematicamente condannate ,incarcerate o internate in sistemi psichiatrici se necessario, per farli tacere rovinandoli, e privandoli dei contatti coi loro bambini.

La Commissione delle Petitioni del Parlamento Europeo aveva, secondo l'usanza, invitato la Commissione Europea a fornire delle informazioni. La missione era stata affidata a Cesar Alonso Iriarte, della sezione "cybercriminalità" del dipartimento Giustizia ed Affari Interni, forse perchè la vendita dei film di crimini reali era fatta su Internet. La Commissione Europea attribuisce il problema ad un difetto della legislatura adeguata per la protezione del minore e propone nuove direttive. Noi attribuiamo il problema ad un difetto della legislatura per proteggere gli europei dai ministri, giudici e funzionari che schiacciano le vittime ed i testimoni delle violenze dai loro diritti fondamentali.

La sensibilità delle istitutioni Europee è stata chiarita quando Mr Iriarte ha rivelato un rapporto confidenziale come supporto dell'abuso sessuale dei minori. Perchè confidenziale? Forse perchè è tra un 10 e 20% la maggioranza dei minori aggrediti sessualmente in un modo o nell'altro prima di arrivare alla maggior età , e ciò che si trova nei 100 milioni di cittadini dell'Union Europea, che esige misure efficaci, e non pacche sulle spalle che nessun paese è obbligato a mettere in atto. Noi non lavoriamo che su un 3% della popolazione che è stata violentata durante l'infanzia da una produzione di immagini di crimini reali, perchè basta ad una rete di fotografare i giochetti di un giudice o di un ministro per sfuggire alla legge e perchè queste immagini servono alla promozione di un cataclisma mondiale di corruzione dei futuri adulti.

Mr Iriarte aveva previsto di fermare la petizione, perchè la Commissione Europea nnon poteva, sulla base degli allegati alla petizione, dire con certezza che c'erano abbastanza violazioni gravi e persistenti dei diritti dell'Uomo per ingaggiare delle denunce e provvedimenti contro gli Stati cointeressati. Noi non abbiamo pensato alla necessità di fare un filmato delle pezze giustificative, con i rapporti della polizia nazionale ed internazionale, le analisi biometriche, le sentenze, etc.

I deputati europei sono restati a bocca aperta, durante tutto il tempo dell'esposizione della rete di Zandvoort. Mme Mazzoni ha giudicato che la nostra petizione resterà aperta per vedere ciò che si farà con le buone direttive, ed invitare la Commissione Europea ad accelerare le loro azioni in difesa.

Il 26 aprile 2010 è un giorno storico per le 90'000 vittime della rete di Zandvoort, perchè sono state ascoltate tramite la Princesse Jacqueline de croy e dunque riconosciute come vittime.

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Autore: Fondation Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti - depositata il 30 novembre 2008 alle 20.45 al Parlamento Europeo, accettata il 21 aprile 2009 eed iscritta col numero n°1696/2008.

Pedocriminalità organizzata: violazione sistematica delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale in seno all'Unione

Lo schedario pedocriminale Zandvoort ha il nome della città olandese dove Gerrit Ulrich, un cittadino tedesco, commercializzava delle foto pedoporno e di tortura di minori. Lui è stato scoperto l' 11 e il 19 giugno 1998, dal Werkgroep Morkhoven, ONG belga attiva nella ricerca di minori scomparsi e sessualmente sfruttati, a seguito di una segnalazione di una vittima belga della rete. Gli inquirenti olandesi hanno egualmente potuto prendere nella casa di Ulrich, un CD contenente 90.000 foto, agende ed indirizzari.

Il Werkgroep Morkhoven temeva che le autorità belghe archiviassero il dossier senza giustificazioni serie, poichè di fatto loro archiviavano sistematicamente ogni caso di rapimento di minori sia nel caso di produzione di immagini porno, sia se erano invece fughe volontarie. L'ONG decise allora di rimettere i CD alle autorità in più volte. Il primo CD fu mandato nel luglio 1998, con la stampa internazionale come testimone.

Mme Bernard-Pardaens, una volontaria dell'ONG, aveva realizzato una copia frammentata dei CD, per mostrare il dossier alle altre ONG ed alla stampa, assicurandosi di mantenere una differenza tra questi ultimi CD e gli originali, per le necessità dell'inchiesta. Lei portò la copia frammentata del primo CD a dei giornalisti e copia frammentata dei 21 CD ad una organizzazione svizzera CIDE (Comitato Internazionale per la dignità del bambino). Mme Bernard-Pardaens è stata assassinata poco dopo, il 14 novembre 1998.

Il Werkgroep Morkhoven aveva inviato il 9 aprile 1999, la versione integrale del primo CD a diversi capi di stato, tra cui a Jacques Chirac, presidente della Repubblica Francese e sette CD supplementari al Re del Belgio. IL Consiglio Superiore della Giustizia belga, confermò nella sua lettera del 21 febbraio 2008, réf. N/07/0185/BDM/KDB, che questi sette CD erano stati ricevuti il 13 aprile 1999 dalla polizia giudiziaria. Il dossier fu archiviato - segretamente - il 18 luglio 1999, con la motivazione 'colpevoli sconosciuti', in seguito a ciò il dossier è stato rubato, CD compresi, dal Palazzo di giustizia stesso!

Il portavolce del Werkgroep Morkhoven, Marcel Vervloesem, che condivideva il suo domicilio con la sede sociale dell’associazione, è stato perseguito per aver avuto in mano questi CD. L’ONG ha allora domandato un'inchiesta ufficiale per rimettere tutto il materiale, per evitare di essere condannata per il suo atto di civiltà. Nessuno dei paesi interessati alla rete, ha risposto a questa domanda. La Francia non ha preso in considerazione l'opportunità di un'inchiesta se non il 24 febbraio 2000, ossia dopo un anno d'aver ricevuto il primo CD, e solo quando la stampa francese ha pubblicato il dossier.

Juan Miguel Petit, PortaVoce speciale alle Nazioni Unite sulla vendita dei bambini, prostituzione dei medesimi e pedopornografia, non parla che di un solo CD di 8000 foto criminali nel suo rapporto E/CN.4/2003/79/Add.2. Lui non ha mai incontrato il Werkgroep Morkhoven, che le autorità belghe e la stampa controllata dallo stato facevano passare per dei banditi. Come rivincita, lui precisa che per quanto concerne questo CD, che: " Interpool ha indicato (…) che le autorità olandesi l'avevano semplicemente inviato ai paesi che a loro sembravano interessati".

Il 4 aprile 2001, su richiesta del Procuratore Bourlet della Competenza giudiziaria di Neufchâteau in Belgio, il Werkgroep Morkhoven ha portato i venti CD mancanti, in pezze aggiuntive ad una denuncia dettagliata, con articoli di stampa, processi verbali ed interviste che pubblicavano i rapitori di bambini e servizi aggiuntivi che prostituivano i bambini, produttori di video, editori di riviste e pubblicisti della pedopornografia.

Un rapporto dell’INTERPOOL del 23 agosto 2003 assicura che i 20 CD consegnati racchiudono 93.081 foto. La polizia federale belga (PV n° 100470/03 d.d. 23-12-2003-DGJ-DJP-MH), assicura che il numero di foto dei singoli ( senza i doppioni ), sono 88.539, di cui il 70% di minori chiaramente abusati.

Il primo CD non è dunque arrivato allo studio, ma Ulrich era in possesso di circa 191000 foto (93000 + 90000 + 8000), di cui il numero di doppioni è restato sconosciuto, per abbaglio di trasparenza delle inchieste olandesi e belghe.

Il 20 marzo 2003, il giudice francese Danielle RINGOT ha decretato sulla base del solo primo CD (8000 foto) che nessuna infrazione di attività sessuale su minore, di corruzione di minori e di diffusione di immagini di carattere pedoporno non è stata individuata sul territorio nazionale (francese).'

Riassumendo :

- La Francia ha pronunciato un non luogo a procedere in mancanza delle 88.539 pezze giustificative del dossier di base, che poi ha suddiviso in una moltitudine di piccoli dossier, tutti giudicati separatamente. Le parti civili sono state in seguito condannate sulla base di questo giudizi per aver voluto proteggere i loro bambini, accusate di non presentazione degli stessi bambini, di rapimento parentale e di attentato all'onore.

- Il Belgio ha nascosto il furto dei sette CD e dei quali l'ultima traccia data 18 luglio 1999. Il belgio non ha mai consegnato i venti CD alla Francia, cose essenziali per un processo giusto. Questo 19 novembre 2008, Il Comitato contro le torture dell’ONU ha confermato la politica belga in materia della tratta di esseri umani (CAT/C/SR. 860) ed annotato le " lacune della cooperazione internazionale alfine di incriminare gli autori delle infrazioni".

- L' Olanda ha tenuto il dossier Zandvoort separato dal dossier Brongersma, dal nome del senatore olandese che si è suicidato quando fu scoperto il commercio che faceva di foto di bambini nudi, per poi avviare pure un commercio di foto di torture ed uccisioni di bambini. Lui figurava pure nelle liste di Zandvoort. Poco prima del suicidio, lui aveva scritto a Marcel Vervloesem del Werkgroep Morkhoven, per avvisarlo che aveva consegnato la sua collezione alla polizia tedesca.

- La Svizzara ha intrappolato molte mamme francesi per mezzo di una commissione rogatoria per identificare dei bambini francesi su una copia frammentata dei CD, ricevuta dall'organizzazione svizzera CIDE. La Svizzera non ha chiesto la versione integrale al Werkgroep Morkhoven e non ha inviato la copia frammentata alle autorità francesi, per un'inchiesta sui cittadini che potesse essere fatta in francia.

La Svizzera ha dato asilo politico temporaneo a quelle mamme, poi ha rifiutato l'asilo politico definitivo. Quelle sono state tutte arrestate in Svizzera, dalla solerte INTERPOOL ed imprigionate, in virtù di una condanna francese per rapimento parentale. La custodia dei bambini violentati fu poi data ai rispettivi papà, che questi bambini avevano accusato di averli violentati.

- INTERPOOL, che è efficacissima per arrestare le mamme francesi in Svizzera, sembra essere altrettanto inefficace per chiarire la vastità del dossier al Relatore speciale dell’ONU.

Il 10 febbraio 2005, in risposta alla petizione N° 186/2004 al Parlamento Europeo sul sabotaggio delle inchieste giudiziarie relative alle reti pedocriminali da parte delle autorità belghe, la Commissione ha detto che:

'Se l’Unione Europea possiede dunque - sulla base dell'articolo 31 TUE - una competenza legislativa nel campo della lotta contro la prostituzione minorile e la pedopornografia, ciò non è la stessa per la conduzione delle inchieste giudiziarie nei casi individuali. Questa, secondo l’articolo 33 del TUE, è di spettanza agli Stati membri. Come conseguenza, la Commissione non è abilitata a pronunciarsi sul modo in cui sono condotte le singole inchieste giudiziarie sulle reti pedocriminali in particolare in Belgio.'

Non si tratta di casi individuali, ma di crimini contro l'umanità, di cui il numero di vittime è passato in dieci anni da centomila a due milioni. In effetti, dopo, le carte di credito, utilizzate per l'acquisto di materiale pedoporno da Ulrich hanno contribuito all'operazione Koala nel 2007, in 19 paesi, ed alla presa in carico di 2 milioni di immagini consimili.

Dozzine di vittime e di testimoni in Belgio, Francia, Olanda, Portogallo etc., si lamentavano delle simulazioni di errori giudiziari identici : manovre che allungavano i tempi delle procedure ; scomparsa o eliminazione delle pezze della difesa ; expertise di psichiatri che sovvertivano il ruolo delle vittimi e degli indagati ; sbagli di procedure in serie ; incarcerazioni ed internamenti con violazione palese delle leggi nazionali, e più casi di torture.

Più grave ancora : le vittime si lamentavano dell'impossibilità di ottenere l'assistenza dei pubblici servizi o del battaglione delle ONG che si presentavano come competenti in materia. Le rare ONG che le avevano assistite, sono state immediatamente perseguitate, senza ottenere assistenza dalle autorità medesime.

L'intervista alla televisione belga di Dirk Tahon, che spiegava le modalità del traffico dei bambini dal suo bistrot in Belgio per l 'Olanda ('Faits Divers' RTBF – mars 1998), fece sembrare che non erano questi baristi a rimpolpare le reti, ma i giudici che li risparmiavano e simulavano errori giudiziari per annientare i denuncianti.

Marcel Vervloesem, che ha pubblicizzato la rete Zandvoort, è stato condannato a 4 anni di prigione per fatti di cui era stato riconosciuto ,dai medici, incapace fisicamente di compiere. Il ministero dela giustizia belga gli rifiutò le cure mediche necessarie alla sua sopravvivenza, e così il tempo stesso richiese un prolungamento di quanto richiesto alla Corte Europea dei Diritti del l’Uomo perchè venisse liberato. Lui non ha alcuna possibilità di sopravvivenza perchè possa esserci il tempo di questa Commissione di rispondere a questa inchiesta.

Il primo tribunale che ha condannato Marcel Vervloesem in assenza delle 42 pezze della difesa, ha liberato invece Filip De Graeve, collaboratore diretto dell'attuale ministro degli Interni belga, in un caso che comprendeva una rete pedocriminale ed all'acquisto di un ragazzo moldavo di 11 anni a 1000 euro per notte, sotto il pretesto legale di una " incompletezza processuale che viola i diritti della difesa".

Maria-Pia Maoloni, di nazionalità belga, in vacanze in Italia, è stata condannata per rapimento parentale in Belgio, poi liberata da queste accuse in Italia. Nel contempo la custodia delle sue figlie è stata data al papà prima ancora che rispondesse della procedura penale contro di lui, la maggiore lo rimproverava di averle rotto la vagina ( l'imene) all'età di 4 anni.

Patricia Poupard è una delle mamme francesi, che si è costituita parte civile nel caso Zandvoort in Francia ed è stata intrappolata dalla Svizzera. L’asilo politico temporaneo ed il non luogo a procedere in assenza di 88.539 pezze del dossier, le sono costati dieci mesi e mezzo di detenzione preventiva assieme ad un internamento per violazione di leggi francesi, malgrado un'analisi del sangue dimostrava che suo figlio era affetto da malattia venerea all'età di 7 anni. Patricia Poupard è stata recentemente condannata a rifondere i danni morali al padre, per aver chiesto la custodia del figlio, ancora sulla base di un non luogo a procedere che ha reso innocente quel padre, in l'assenza di 88.539 pezze giustificative di base. Lui ha ottenuto attualmente anche di prendere l'assegno di sopravvivenza, da uscieri di giustizia che non pretendono di sapere se quest'assegno è possibile secondo la legge francese.

Gli inquirenti portoghesi che hanno dichiarato il Dr McCann come essere l'assassino della figlia scomparsa, hanno egualmente ottenuto la condanna di Mme Cipriano a 16 anni di carcere, accusandola di aver fatto a pezzi la figlia e di averla data in pasto ai maiali, per spiegare che la bambina ed il suo corpo non sono stati trovati.

Nel 2002, il Belgio ha partecipato all'operazione di polizia internationale 'Hamlet', a seguito dell'identificazione dell' INTERPOOL di Pascal Taveirne, cittadino belga, su un film pornografico dove lui abusa delle sue figlie. Lui è stato libero di continuare a prostituirle fino al 2006. Lui è stato nuovamente identificato dall' INTERPOOL, su un filmato prodotto da Sergio marzola, sospettato dalla polizia italiana come uno dei principali produttori per la rete Zandvoort. Le figlie hanno confidato alla mamma, che il papà non le aveva mai protette da quel commercio.

Anche in Francia, la giustizia si rifiuta di aprire un inchiesta e di presa in carico o no di un alto magistrato francese, a capo attualmente della protezione dell'infanzia, che un'analisi biometrica ha identificato al 99.03% come un adulto che compare su foto del dossier Zandvoort con un ragazzo di undici anni, tutti e due con le mutande abbassate ed in posizioni evidentemente scabrose.

La lista di questi casi è senza fine e fa evidenziare sette degli undici atti costitutivi di crimini contro l'umanità, definiti dal'articolo 7 dello statuto di Roma. Questi atti sono veramente commessi 'nel quadro di un attacco sistematico diretto contro una popolazione civile ed in perfetta conoscenza dell'attacco'.Questi comprendono:

  • Assassinio;
  • Imprigionamento o altra forma di grave privazione di libertà fisica in violazione delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale.
  • Tortura ;
  • Violenza sessuale, schiavismo sessuale, prostituzione forzata;
  • la persecuzione di un gruppo identificato per motivi di ordine sessiste e di soldi;
  • Scomparsa provocata di persone;
  • Altri atti inumani di carattere analogo che causano analogamente delle grandi sofferenze o degli attentati gravi all'integrità fisica o alla salute fisica o mentale.

Noi ci auguriamo di conoscere la posizione dell’Europa di fronte al mantenere fermezza nelle funzioni pubbliche, con magistrati e funzionari, che ignorano le disposizioni fondamentali del diritto internazionale ; e quindi la possibilità di pianificazione delle leggi europee per lottare contro la prostituzione infantile e la possibilità di dare un aiuto reale alle vittime.

Le Organizzazioni Non Governative associate alla Fondazione Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti credono e sperano nella necessità di un servizio di mediazione europea per fare da ponte tra le autorità locali, polizie internazionali e vittime o testimoni della pedocriminalità organizzata.

 

 

Commissione per le petizioni - 2009/01/09

traduzione automatica

COMUNICAZIONE AI MEMBRI

Re: Petizione n. 1696/2008, presentato da Jacqueline de Croy, cittadino belga, a nome della Fondazione "Principessa Decroÿ, la necessità di misure comunitarie per combattere lo sfruttamento sessuale dei bambini e dare sostegno alle vittime questi abusi

1. Sintesi della petizione

Il firmatario lacune critica a livello nazionale nei vari Stati membri dell'Unione europea, a causa delle quali persone responsabili per lo sfruttamento sessuale dei minori sono spesso rimangono impuniti. Chiede al Parlamento europeo di intervenire per l'immediata adozione di una normativa europea per la lotta contro tali crimini e di fornire un sostegno adeguato alle vittime. Si auspica la creazione di un Ufficio europeo, che agisca come un ponte tra, da un lato, le autorità locali e l'Interpol, e in secondo luogo, vittime o testimoni di pedofili.

2. Ammissibilità

Dichiarata ricevibile 26 Marzo 2009. La Commissione è stata invitata a fornire informazioni (articolo 202, comma 6 del regolamento).

3. Risposta della Commissione, ha ricevuto 1 settembre 2009.

Petizione

Il firmatario sostiene sistematici errori di diritto in molti paesi (Belgio, Paesi Bassi, Francia, Portogallo, Svizzera) commessi intenzionalmente di interferire con le indagini penali di abuso sessuale infantile, al fine di tutelare i giudici e persone vicine al potere giudiziario, che sono essi stessi coinvolti in tale abuso. Le note firmatario che egli non si tratta di singoli casi.

La petizione segue un'altra petizione sullo stesso argomento per il Belgio (186/2004).

Le osservazioni della Commissione sulla petizione

Ai sensi dell'articolo 29 del TUE, l'obiettivo dell'Unione europea di fornire ai cittadini un livello elevato di protezione in uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia si realizza in particolare nella lotta contro la criminalità contro i bambini. Il trattato prevede, ai fini di un'azione comune nei settori della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.

E 'su questa base che l'Unione ha esercitato i suoi poteri statutari, tra cui lo strumento più importante è la decisione quadro 2004/68/GAI del 22 dicembre 2003 sulla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile. La presente decisione quadro fa leggi nazionali, in particolare per quanto riguarda le definizioni dei reati, sanzioni e giurisdizione.

Per migliorare il livello di protezione in un approccio globale che coinvolga il perseguimento dei colpevoli, tutela dei minori e la prevenzione della criminalità, la Commissione ha presentato il 25 Marzo 2009 una proposta di decisione quadro del Consiglio relativa al funzionamento e l'abuso sessuale dei bambini e la pedopornografia, che abroga la decisione quadro 2004/68/GAI.

Tuttavia, l'UE non ha competenze in materia di indagini penali riguardanti casi singoli. Secondo l'articolo 33 del TUE, il mantenimento dell'ordine pubblico rimane di competenza degli Stati membri.

Conclusione

L'Unione non è in grado di rivedere le decisioni delle autorità giudiziarie in materia penale e non può intervenire nei casi citati dal firmatario. Pertanto, l'UE non può dare più utile a questa petizione.

 

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