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NON LUOGO A PROCEDERE ZANDVOORT/FRANCIA [06]

OMAGGIO A MARCEL VERVLOESEM PER L'ARRESTO DI TRE PERICOLOSI PEDOCRIMINALI IN FRANCIA. MARCEL VERVLOESEM E' ATTUALMENTE IN ISOLAMENTO IN UNA PRIGIONE BELGA , ACCUSATO D'AVER DENUNCIATO " UN DOSSIER VUOTO PER SUA PROPRIA PUBBLICITA'.

RISULTATO DELLE INVESTIGAZIONI CONDOTTE IN FRANCIA

Jacqueline de Croÿ - 02/03/2010

Dopo aver criminalizzato l'ONG che ha trovato lo schedario, la giudice Ringot lusinga i giornalisti che hanno mediatizzato l'inportanza di lanciare la procedura per smantellare la rete di Zandvoort. Il giornalista Serge Garde racconta che il Procuratore l'aveva invitato di persona per "spiegargli" il non luogo a procedere, che la suprema giudice Ringot stava pronunciando. Lui non ha compreso affatto le sue spiegazioni. Vediamo assieme il perchè.

Documenti giudiziari originali
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Gli investigatori sul piano nazionale francese confermano in effetti tutti i ragguagli dati da Marcel Vervloesem agli inquirenti, e dei quali lui non avrebbe potuto "addurre prove tangibili e materiali delle sue dichiarazioni".

PATRICK BUSQUET era in una rubrica di indirizzi di Robby Van Der Plancken. Busquet confermava di averlo incontrato nel 1993 ad Amsterdam, e l'aveva ricevuto più volte a casa sua (pagina 17) , dunque all'epoca in cui Robby era impiegato presso Ulrich "come un salariato dell'impresa".

JEAN-MANUEL VUILLAUME "affermava di riconoscere più dozzine di cliché come sue realizzazioni o prese da altre schede prodotte da libri di nudisti quando era direttore di una casa editrice, attività che aveva cessato 1989, ma non riconosceva nessun viso dello schedario" degli avvisi di ricerca. (Pagina 18)

Vuillaume aveva veramente cessato la sua attività nel 1989, perchè la Brigata dei Minori aveva pubblicato un vasto traffico di foto di minori, nel quadro dunque di quel Bernard Alapetite e lui che si presentavano come fotografi ed editore di foto artistiche. Era la rete TORO BRAVO, dal nome della società di produzione di Jean-Manuel Vuillaume, domiciliato nel suo bordello di Bogotà : al 14-29 della Calle 40. Cinque anni più tardi, la rubrica di indirizzi della rete Toro Bravo era numericamente di 2.300 persone. Il 1 aprile 1996, Vuillaume e Alapetite erano in numero di 700 persone messe sotto sorveglianza.

BERNARD ALAPETITE è stato denunciato nel 1982 nella rete CORAL, liberato con 342 altre persone indagate e poi liberate per un non luogo a procedere del giudice Salzmann. Editori di riviste pedopornografiche erano Backside (1983-1985), Jean's (1985), Eklat (1985), Beach Boys (1985-1986), e Photokid (1986),ma Alapetite dovette egualmente cessare la sua attività nel 1989, nel contesto di Toro Bravo I, poi nel 1994, nel contesto di Toro Bravo II, poi nel 1997, nel contesto della rete Ado71. Il 10 maggio 2000,nel momento dell'istruttoria del caso Zandvoort, lui è di nuovo condannato a tre anni di prigione, sempre per diffusione di materiale pedopornografico. Bernard Alapetite affermava (pagina 18)di riconoscere un gran numero di negativi sul sopraddetto cd di Zandvoort, ma non sulla selezione compilata dalla polizia di Kennemerland dei negativi "i più sfruttabili".

JACQUES DUGUE, è reclamizzato per pedofilia nel 1971. Lui violenta e prostituisce dei minori, dei quali lui vende foto pedoporno nel 1978, ma il giudice Salzman non chiede che una condanna simbolica. Dugué è di nuovo condannato a 8 anni di prigione 1990. L'inchiesta sugli abusi sessuali di Alexandre e di Robin ordinata il 10 aprile 2000, condotta col suo intervento il 10 maggio seguente. Il bambino è riconosciuto da Françoise, la mamma di Robin, che era su tre video cassette prese a Dugué, secondo la giudice Ringot, e tra 40 altre videocassette, secondo la stampa. Dugué ha lui-stesso riconosciuto cinque delle sue vittime nello schedario: Christophe e Christine, Sébastien, Jean-Michel e Jean-Luc. Una delle sue vittime era riconosciuta su due foto. (Pagina 18).

L'inchiesta faceva sembrare che Dugué aveva avuto dei contatti con Marc Dutroux, della rete Nihoul in Belgio, tutti e due implicati nella rete di Zandvoort. Dugué è stato condannato a 30 anni di prigione nel 2002, in un giudizio iniziato a Chambéry, un anno prima del non luogo a procedere per la sua partecipazione alla rete di Zandvoort, di cui lui ha riconosciuto esserne un fornitore.

JOHN LINDQUIST è registrato in codice S-23 nelle rubriche di indirizzi SPARTACUS. Metà francese, metà americano, Lindquist viveva nel distretto di CA 90024 di Los Angeles, prima di vivere definitivamente in Francia nel 1995. La Brigata dei minori scopre 5000 foto pedopornografiche nella cantina di Lindquist a Parigi, il 15 dicembre 2000. Nove negativi di minori che la giudice infallibile Ringot qualificherà come "modelli",e che sono nella branca dello schedario oggetto d'inchiesta in Francia. (Page 24).

Linquist sarà condannato il1 maggio 2003, dunque un mese e mezzo dopo il non luogo a procedere definitivo di Zandvoort, a 15 anni di prigione e 150.000 euro di danni ed interessi per stupri ed aggressioni sessuali di cinque ragazzi dai 6 ai 15 anni, suoi vicini, così come per raccolta di fotografie pedopornografiche, tra il 1993 e 2000.

PATRICK LANDAIS lo stesso, è ricercato dalla procura di Dinan, per detenzione e raccolta di materiale pedopornografico, di cui certuni sono dei negativi della rete di Zandvoort. (Page 24)

Zandvoort corruption

RUBRICHE DI INDIRIZZI (2)

Le rubriche di indirizzi delle reti CRIES/UNICEF e SPARTACUS sono copie di schedari informatici, dove i nomi sono schedati in ordine alfabetico e con un codice. "GR", per esempio, che identifica i gruppi, o reti di persone, che pubblicizzano la promozione del commercio d'immagini di crimini reali e ne assicurano la protezione.

L'analisi "minuziosa" dei due schedari da parte della polizia francese non sembra aver definito che questi sono identici, sia per i nomi sia per i codici. Ciò è perchè la rete CRIES-UNICEF è stata smantellata nel 1986, e la rete SPARTACUS nel 1996. Quando Petrus Van Gasselt riconobbe tra le rubriche di indirizzi scottanti suo fratello, Léo, l'amante di Ulrich, che era anche il suo erede universale, lui riconobbe il listino di una rete a più diramazioni. (Pagina 17).
La rubrica di indirizzi di Van Der Plancken è un'agenda personale. Lui annotava i suoi incontri, e dei numeri di conti bancari. Questi conti presumibilmente rappresentavano il pagamento dell'acquisto di materiale pedoporno da Ulrich, per la vendita sul suo sito Apollo. Si comprende dunque molto male come "le verifiche sulle coordinate bancarie francesi menzionate nelle rubriche di indirizzi di Robby Vander Plancken non sarebbero state minimamente utili all'i nchiesta." Però è poco probabile in effetti che queste persone abbiano ricevuto soldi dichiarati poi al fisco. (Pagina 17)

Il rapporto dell'Interpool sul contenuto dei CD presenta 93'081 foto, di cui 88'539 di soggetti singoli, secondo la polizia federale belga, dunque 4'542 sono doppioni. La polizia olandese non passa che tre ( 3 ) CD alla giustizia francese. Uno non ha che 710 foto. Il secondo è un assemblamento falsamente attribuito a Marcel Vervloesem di 1600 foto. Il terzo mette assieme le 572 foto che sono alla base delle foto degli avvisi di ricerca. Ciò in totale non sono che 2.882 foto, ovvero 3.5 % dello schedario completo.

La solita giudice Ringot presenta ungualmente una lista di risultati delle inchieste delle polizie straniere, che hanno fatto un lavoro importante per trovare le riviste pedocriminali che avevano acquistato le foto della rete di Zandvoort. Queste riviste dai nomi piuttosto ambigui come Boy Lover, Amore di Ninfa, Bambino, Piccolo, Lolita, Lolite che fanno pipì, Super Lolita, Frutti proibiti di scandalosi Bambini, etc., hanno per obbiettivo di fare pubblicità per dei filmati criminali, generalmente mascherati con foto di prima pagina che possono sembrare ingenue. Queste riviste sono normalmente vietate alla vendita quando vanno oltre i limiti della decenza. L'editore non ha allora che da cambiare il nome della sua rivista, per continuare a vendere alla sua lista nominativa di diffusione. (Dalla pagina 19 alla pagina 24).

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