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Communiqué de presse
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Photos: La journaliste Yelena Maglevannaya - Une "auto mutilation" de Zubayr Zubayraev (coupure à la tête) - Le Roi des Belges. Deuxième rangée: Stefaan De Clerck, le ministre de la justice et Hans Meurisse, le directeur général des prisons belges, en respect du droit à l'image requis par le ministère de la justice.

Yelena Maglevannaya si rivolge al Re Alberto II per l'aiuto al Comandante Zarmaev

Rifugiata politica in Finlandia in conseguenza della sua lotta contro la persecuzione dei Ceceni, Yelena Maglevannaya spera che il Re dei belgi potrà dare protezione reale al Comandante Zarmaev.

RUSSIA. Yelena Maglevannaya è una giornalista russa che è stata condannata nel 2009 a riparare il "pregiudizio morale" verso una prigione russa per aver pubblicato un articolo su un detenuto Ceceno. Lui non sarebbe stato torturato,ma si sarebbe "auto mutilato" (vedi foto),come sempre.

L'UE tollera praticamente che i rifugiati ceceni siano affidati agli autori del genocidio che uccise il 35% della loro popolazione civile, su imitazione dei collaboratori nazisti che inviavano gli Ebrei a Hitler.

CONSIGLIO DELL'EUROPA. l' Ufficio di Thomas Hammarberg, il commissario ai diritti dell'uomo, invitato ad intervenire per salvare la vita del Comandante Zarmaev nella prigione di Bruges ha risposto: " Io capisco che lui è in uno stato critico, ma non drammatizzate la situazione, perchè è una situazione delicata, il Belgio è uno stato ancora sovrano e noi non possiamo intrometterci nei loro casi interni".

CEDH. La Corte Europea dei Diritti dell' Uomo non riceve nè i fax, nè le lettere raccomandate, che contengono una richiesta urgente di essere giudicata con estrema urgenza, e di cui la sola soluzione possibile La obbligherebbe a condannare il Belgio per le più gravi violazioni dei diritti dell'uomo.

BELGIO. Hans Meurisse, il direttore generale delle carceri, minaccia di incriminare la Fondazione Principessa de Croÿ et Massimo Lancellotti, per la diffusione informatica delle cosiddette"auto mutilazioni" del comandante Arbi Zarmaev in prigione. Il ministero grida alla diffamazione ed il diritto" di immagine" dei suoi impiegati. La legge obbliga in questo caso, a nascondere gli occhi delle persone delle foto, anche dello stesso ministro ! (J. de C.)

Lettera del 20 aprile 2011 di Yelena Maglevannaya a Sua Altezza Reale, Albert II, Re dei Belgi

 

A Vostra Maestà, il Re del Belgio!

Nel vostro paese, nella prigione di Brugge, si trova un rifiugiato ceceno, Arbi Zarmaev, dla cui estradizione è domandata dalla cara Russia.

Oltre al fatto che lui rischia di essere espulso verso un paese dove c'è la sicurezza di essere torturato e maltrattati, perchè questa è la sorte che è riservata a tutti i Ceceni nelle prigioni russe, come io ne sono venuta a conoscenza . Nel vostro paese democratico, lui è incarcerato in condizioni lontane da essere ritenute normali. Lui è stato anche picchiato duramente, e ciò che le autorità hanno in seguito tentato di nascondere al pubblico, pretendendo che fosse stato lui a provocarsi quelle lesioni.

Io non sono rimasta sorpresa di ascoltare queste pietose leggende diffuse dalle autorità russe. Laggiù è la norma stabile da sempre.Ma in un paese, in un paese che è nell'Unione Europea che è chiamata a rispettare i diritti dell'uomo davanti al mondo, che un ceceno venga picchiato duramente per delitti non commessi, era inizialmente impossibile da sospettare.

In questi ultimi tempi, è invalsa una tendenza preoccupante - autorità di sempre più paesi europei hanno cominciato a rifiutare di mettere al sicuro rifugiati Ceceni. Sarebbe questo l'argomento, per le buone relazioni con la Russia, che anche la vita dell'uomo è diventata una modalità di negoziare?

Sembra conveniente, a mio avviso, una volta per sempre di vietare la questione del rinvio dei rifugiati ceceni in Russia, qualunque siano le accuse fabbricate contro di loro, perchè non hanno nessuna speranza di un giusto processo in quel paese. Al contrario, loro sono trattati a pene di detenzione eccessivamente lunghe, botte da orbi, torture ed una morte quasi inevitabile in prigione a seguito di torture speciali e condizioni di trattamenti inumani.

Conseguentemente, in virtù dei diritti dell'uomo, è indispensabile che le democrazie occidentali, dichiarino immediatamente e non solo a parole, che la Russia è un paese che non rispetta il diritto più basilare – il diritto alla vita – ed assicurino effettivamente che nessuno può essere inviato ad un paese qualunque senza condividerne la responsabilità di ciò che succederà a questi.

Tutto questo, come ciò che riguarda i Ceceni, che, come regola generale, e dal punto di vista del diritto internazionale, non sono colpevoli di qulaunque cosa succede, poichè tutto ciò capita sempre in tempo di guerra, e loro difendono la loro patria dall'occupazione di prevaricatori interessati ai loro beni del sottosuolo.

Votra Maestà, io mi auguro che voi possiate capire le ragioni di liberare Arbi Zarmaev con la vostra protezione reale ed una volta per tutte,e di vietare la sua estradizione ,ancora pendente, verso la Russia. L'Europa dovrebbe confermare l'estensione della sua territorialità, dove i diritti dell'Uomo sono sempre esistiti prioritariamente e quasi rigorosamente applicati.

Elena Maglevannaya, giornalista, rifugiata in Finlandia

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Fondation Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti - 10 Rue Faider - 1060 Bruxelles - Belgique - Droit de réponse: postmaster@droitfondamental.eu

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