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Droit
Fondamental
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ZANDVOORT N°3: Precauzioni della Commissione delle petizioni
Jacqueline de Croÿ - 25 avril 2009
IL Presidente della Commissione delle Petizioni ha accettato, questo 21 aprile 2009, la petizione "Pédocriminalità organizzata: violazione sistematica delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale nell'Unione Europea", che dimostra una volta in più la rete pedocriminale di ZANDVOORT. La petizione, registrata nel dossier n°1696/2008,che è stata trasmessa per un'inchiesta preliminare, alla Commissione Europea, ed aveva registrato le 90.000 vittime d'assassinio, violenze sessuali,torture e pedopornografia è stato definito come "dossier individuale", per respingere ogni possibilità di intervento. La sfumatura più grande con le petizioni precedenti, è che la medesima è stata egualmente trasmessa alla Commissione del Parlamento Europeo che ha la missione di controllare che la Commissione Europea faccia bene il suo lavoro.
Dopo, il Tribunale Internazionale dell' Aia, Il ministero degli affari interni italiani e degli affari stranieri francese, il governo di Quebec, il Kremlin e l’OCDE hanno consultato i nostri siti. Le reti criminali friggono ed i telefoni diventano rossi... Il loro battaglione francese d’organizzazione civile è alla ricerca di vittime. Il loro ruolo era consistito di prevenire i contatti tra genitori che domandavano giustizia per i loro minori ed il Werkgroep Morkhoven, l'ONG belga che aveva pubblicato il dossier. Loro sono stati abbandonati nel 2003, quando il giudice Ringot ha archiviato il dossier in assenza delle 90.000 pezze giustificative. Tutti sono stati in seguito condannati per diffamazione o nelle commedie di scambio di ruoli, talvolta a pesanti pene di incarcerazione.
Il membro di uno di questi organismi, club di fans di un magistrato francese, che compariva senza mutande con un ragazzo di undici anni su una foto dello schedario Zandvoort, ha immediatamente contattato Marcel Vervloesem, il testimone principale e collaboratore del Werkgroep Morkhoven, nella prigione di Bruges. Il magistrato senza mutande prepara la sua difesa assicurando che l'analisi biometrica che lo identifica al 99.03%, è stata fatta da incompetenti. Lui spera di cavarsela con una foto di un sosia che lui dice essere più giovane di lui. La procedura vuole che i giudici rigettino l'analisi biometrica che dimostra la differenza tra il giudice ed il suo sosia, con un'analisi fatta con programmi addomesticati che non fanno differenze tra un cucchiaio ed una forchetta.
Nessuno sa se il Tribunale penale dell'Aia si presterà a questo genere di commedia, ma ci si immagina che farà in ogni modo di cercare prove per screditare l'analisi fatta. Un buon consiglio a tutte le vittime : "Non comunicate mai i vostri dossiers alle associazioni e diffidate degli avvocati".
La petizione pubblica l'impossibilità ad ottenere aiuto da chiunque. Marcel Vervloesem stava uscendo da una ospedalizzazione dopo la quale lui si è svegliato in un bagno di sangue ed ammanettato, col risultato di una cancrena coscientemente lasciata progredire in prigione, per cui si è reso necessario un intervento di amputazione dell'osso e della parte muscolare. Il Comitato contro le torture dell’ONU ha smaccatamente rifiutato di intervenire. Amnesty International,specie belga, e la Lega dei diritti dell'uomo non hanno nemmeno risposto ai vari solleciti.
Dopo la petizione, le torture vengono attuate con delle giustificazioni mediche che sono mortali, una sorta di sciopero di zelo amministrativo e deliri democratici cristiani di Stefaan De Clerck, il nuovo ministro della giustizia.
La Commissione dell’eutanasia non ha trovato il tempo in sei mesi di raccomandare dei trattamenti suscettibili di attenuare le sofferenze concernenti la mancanza di cure alle malattie terminali di Marcel Vervloesem, ma il Ministro gli ha proposto una pillola magica per provocare l'arresto cardiaco in prigione. I servizi sociali hanno impiegato otto mesi per rifiutargli una equipe di psicologi dell'ospedale universitario di Anversa, per equilibrare il "consigliere morale" della prigione.
I giuristi delle reti pedoporno contano molto sulla prescrizione. L'amministrazione, che è egualmente piena di infiltrati, è stata infarcita dal male del secolo, che si è qualificato come disfunzionamento e preclusione della norma. Il fermo giudiziario del dossier Zandvoort ha incrementato il numero di vittime da 90.000 a più milioni in dieci anni. Si tratta dunque di un crimine contro l'umanità,che è imprescrivibile.
Molti genitori sono complici e non protestano se non per guadagnare un divorzio, poi protestano perchè la rete ha deciso di offrire la sua "protezione giuridica" alla controparte. Ma coloro che sono stati verosimilmente presi di sorpresa e tutti i testimoni che hanno lottato per proteggere i minori, sono stati perseguitati oltre ogni immaginazione.
Il giorno in cui il Parlamento Europeo arriverà al Tribunale Internazionale penale dell' Aja, le vittime potranno uscire dall'ombra e Marcel Vervloesem avrà guadagnato il suo ultimo combattimento. Speriamo che ciò gli dia la forza di rinunciare al suo suicidio che sta preparando.
Pedocriminalità organizzata: violazione sistematica delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale in seno all'Unione