Il regime di disidratazione nelle prigioni belghe,
che hanno la reputazione di ammazzare i prigionieri
politici in 11 giorni, si completa nel turno di notte,
spargendo della polverina bianca nella loro cella !
Il Professor Giorgio Gagliardi è stato autorizzato il
5 aprile a vedere il Comandante Arbi Zarmaev, un capo
della guerra cecena in detenzione politica. Il medico
della prigione di Hasselt ha rifiutato di visitarlo per
un anno, ma i guardiani gli tiravano da sopra la porta
della cella delle freccette di droga. Lui è stato tenuto
sempre piedi e polsi con manette dietro la schiena per
quattro giorni, senza acqua nè cibo, nella speranza che
potesse sopravvivere a questo trattamento solo tre giorni.
Lui sarebbe arrivato dalla prigione di Hasselt in uno
stato normale, secondo il medico che il ministero della
giustizia gli ha assegnato alla prigione di Bruges,
ma con piaghe molto profonde causate dalle manette,
così purulente che è impossibile chiuderle chirurgicamente.
Il medico gli ha mostrato la profondità delle medesime
con una larghezza tra il pollice e l'indice di circa
un centimetro. Quando il professore gli ha domandato
se erano pure visibile le ossa, lui ha scosso la testa
in modo di approvazione,ma alzando le spalle.
Il medico della prigione di Hasselt, che il comandante
non ha mai visto, avrebbe prescritto medicine per guarire
i suoi deliri paranoici con un neuroletticosedativo,
secondo il collega di Bruges… e nemmeno un disinfettante
per le piaghe. Il dossier medico arrivato dall'altro
carcere è piuttosto spoglio tanto che non si trova il
peso del soggetto!
Uno psichiatra che frequenta la prigione di Bruges,
dunque il celebre ospedale St Jean, ha prescritto dei
disinfettanti per le ferite ed un antipsicotico, come
ha detto il medico di Zarmaev. Il comandante non è stato
messo in infermeria, "perchè non è ammalato"
e "perchè rifiuta di curarsi", secondo il
direttore generale della prgione di Bruges, Jürgen Van
Poeck. Il direttore generale di tutte le prigioni belghe,
Hans Meurissen, ha ordinato di curarlo come se fosse
a Guantanamo", che gli si vieta di uscire dalla
cella se non con piedi e mani ammnettati, dunque con
le ferite sono ancora vive, presumibilmente fino alle
ossa. Lui ha sopportato dolori atroci per vedere la
sua famiglia ogni giorno per dieci giorni, fino a quando
non ne ha potuto più.
Il Professor Gagliardi ha potuto stimare la cubatura
della cella AIVB, che conferma quanto aveva già affermato
il comandante. La porta, chiusa da sbarre, ha uno spioncino,
che i guardiani aprono e chiudono rumorosamente ogni
quarto d'ora accendendo la luce che è violenta, per
impedire ai detenuti di dormire, e lasciare una luce
tenue per il resto del tempo. La cella ha delle dimensioni
di circa un metro e mezzo oltre la lunghezza e la larghezza
del letto, con una finestra di circa 60 cm di altezza
e della larghezza della cella, ma opaca, che impedisce
di vedere fuori. Il dolore provocato dalle manette è
così acuto che lui ha potuto lasciare la cella solo
dopo 11 giorni.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, sollecitata
il 4 aprile dalla mamma del primo figlio del Comandante
Zarmaev, ha potuto salvare la sua vita in virtù dell'articolo
39 del regolamento stesso. Questa Corte ha presumibilmente
indicato misure provvisorie urgenti che, si applicano
quando c'è un rischio imminente di danno irreparabile.
Questo sarebbe il caso di minacce contro la vita (situazione
già citata dall'articolo 2 della Convenzione), o dei
trattamenti brutali proibiti dall'articolo 3 della Convenzione
( divieto di tortura e di trattamenti inumani o degradanti)
così pure come il rispondere a certe domande relative
al diritto al rispetto della vita privata e familiare
(articolo 8 della Convenzione).
"La Corte Europea dei diritti dell’Uome si è messa
in moto in poche ore", ha risposto Françoise Tulkens,
che è Vice-Presidente per la famiglia, durante una conferenza
al Consiglio di Stato a Parigi. La Sua Corte ha sempre
detto di essere troppo "sovraccarica" per
trattare la richiesta, reclamando che il Comandante
fosse ospedalizzato d’urgenza, con l'autorizzazione
di sposarsi e di riconoscere suo figlio a dispetto del
divieto belga, prima che succeda l'irreparabile. Falsa
speranza : il ministero del la giustizia ha inflitto
un duro regime, non lasciando filtrare che un filo di
luce attravarso i vetri smerigliati durante il giorno
nella cella d'isolamento.
Le Commandant Zarmaev era in uno stato di dissociazione
e di confusione, ma non per questo "pazzo"
e può essere recuperato con cure idonee, ha detto il
Professor Gagliardi. L'indomani, la mamma de primo figlio
è stata autorizzata a vederlo attraverso lo spioncino,
unicamente nella speranza di fargli perdere la testa,
per provocare delle manifestazioni cecene, che la polizia
si prepara a reprimere. Una polverina bianca è stata
sparsa sul pavimento della cella, si presume dal personale
della prigione, perchè nessuno ha accesso a quel buco.
La morte, smaccatamente dichiarata sopravvenire dopo
11 giorni dopo la disidratazione ed in isolamento totale,
non lo sarà dunque con spargimento di droga e dopo quel
duro regime!
IL comandante è diventato sordo. Lui era seduto in
terra, palpeggiando questa polverina e ripetendo spesso
: