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Droit Fondamental
Un bambino di Zandvoort reclama sua madre: rendete suo figlio a Patricia Poupard

ZANDVOORT/BORDEAUX: La verità giudiziaria del misuratore di paure azzerato

Jacqueline de Croÿ, le 15 avril 2008

L’inferno di Patricia Poupard, cominciò nell’agosto 1997, quando suo figlio di tre anni scopri una piccola pipa con della polvere bianca. Suo marito, ritornò a casa in compagnia di altri uomini che non conosceva. Lei si ritrovò all’ospedale coperta di ematomi ed un orecchio interno distrutto. L’uomo si presentò ai magistrati tutto compunto,aveva sulle dita della mano sinistra un anello con una testa da morto in argento ed una croce templare:- "Chi può provare che Madame Poupard non si sia provocata lei stessa le lesioni?", scriveranno i magistrati,archiviando la pratica senza seguito.

Il bambino diventò muto. A scuola, lui disegnava degli uomini coi genitali. Poi finì per raccontare che suo papà l’aveva condotto su uno yacht con altri bambini, e che gli adulti l’avevano gettato in mare perché non voleva toccarli nelle parti intime. Quando doveva andare da suo padre,il bambino si metteva delle foglie di fico nell’ano. "Complesso di Edipo,declamerà un medico che la sapeva lunga.

Patricia Poupard riceverà chiamate anonime. Lei trovava dei piccoli microfoni nelle prese elettriche. La sua auto era regolarmente sabotata : tubo della benzina tagliato, batteria fuori uso, fili staccati. Persone che l’incrociavano si passavano le dita sulla gola in segno di strozzamento dicendo: - Taci.

Mme Loumaigne, Giudice degli Affari Familiari, dovrebbe essere stata coraggiosa per resistere a questo genere di minacce. Lei decise che il bambino avrebbe continuato a visitare suo papà tutte le domeniche.

L’11 giugno 1998 in Belgio, il giovane Robbie Van Der Plancken, invitò Marcel Vervloesem del Werkgroep Morkhoven, organizzazione civile che si interessa alle reti pedocriminali da dieci anni, ad incontrare Gerrit Ulrich à Zandvoort (Olanda), perché questi gli avrebbe indicato cosa era diventato Manuel Schadwald, un ragazzo di Berlino scomparso. Ulrich cercherà di guadagnare il tempo necessario per organizzare la sua fuga, ed intanto darà a Marcel un cd dove Manuel è rappresentato in un manifesto di un film pedopornografico, con altre 8500 foto di questo genere.

Ulrich era a Lione, quando si accorse che la rete aveva programmato la sua morte. Lui telefonò al Werkgroep Morkhoven per fargli sapere dove si trovava tutta la sua collezione di immagini pedoporno che vendeva su Internet. Lui faceva così pesare la minaccia contro la rete, in modo di spingere i criminali a nascondersi piuttosto che a ricercarlo per ucciderlo. Marcel Vervloesem troverà 20 altri cd, contenenti 93.081 schedari, secondo Interpol.

Il primo cd è inviato dalla televisione NOVA alla giustizia belga, che lo seppellisce in un cassetto e incrimina Marcel Vervloesem per possesso “ di pedopornografia". Gina Bernard, collaboratrice del Werkgroep Morkhoven, contattò l’associazione CIDE e gli trasmise copia del cd. Marcel Vervloesem scoprì nei loro dossier le conclusioni dell’avvocato Baduel. Queste comprendevano la rete Coral, nel mezzogiorno della Francia, e la foto di un uomo identificato per un alto magistrato francese,che si ritrova ugualmente sui cd. Lui era nudo in compagnia di un ragazzo identificato come Nordine.
Gina Bernard studia questo caso denunciato nel, poi archiviato senza seguito. Lei anche scopre che un presidente dell’ANDASS, Associazione Nazionale dei Direttori d’Azione Sociale e Salute dei Dipartimenti, ugualmente direttore della DDASS a Bordeaux, aveva adattato un battello a yacht per bambini. Gina Bernard è stata assassinata il 15 novembre 1998, in seguito a più mesi di molestie e minacce proprio come Patricia Poupard.

S iccome i cd rischiavano per essere ammucchiati sotto un tappeto del palazzo di giustizia a Turnhout, il Werkgroep Morkhoven lanciò, il 9 aprile 1999, l’operazione KIPOFOR, che consisteva nell’inviare una copia dei cd, a numerosi regnanti e capi di stato tra cui Jacques Chirac, Il presidente della repubblica francese. Jacques Chirac aveva subito fatto rispondere al Werkgroep Morkhoven, in una lettera del 21 aprile 1999, che i cd erano stati trasmessi al guarda sigilli dell’epoca. Si trattava purtroppo di Elisabeth Guigou, prima donna come Ministro della Giustizia in Francia.

Ma siccome i cd sembravano essere stati di nuovo scopati sotto un tappetino, il Werkgroep Morkhoven ne mandò una copia a Serge Gardes, che , fece scoppiare lo scandalo nel giornale l’Humanité il 24 febbraio 2000. Un anno dopo aver ricevuto questo cd, Elisabeth Guigou rivolge un discorso alla nazione il 12 aprile 2000 – sulla catena televisiva FR3: "La Giustizia ha domandato, ivi compresi i giornalisti che hanno informazioni precise, coloro che possano avere questi cd, che possono avere altri schedari di foto, di comunicarli alla giustizia perché noi possiamo fare questi controlli incrociati,noi,e i giudici, - non sono certo io- che lo faccio al posto loro – possano fare questi controlli il più presto possibile. Io non voglio che nulla sia lasciato al caso."

Malauguratamente lei dimenticava di domandare al Werkgroep Morkhoven gli altri 20 cd di Ulrich e Serge Garde si complimentò per l’atto di collaborazione civica di Marcel Vervloesem per avergli invito la copia del cd che aveva ricevuto.
Il giudice Danielle Ringot fu incaricato all’inchiesta della sezione francese della rete pedocriminale, possibilmente senza immaginare che non era stata avvisata che lei,donna, era stata messa tra le mire della mafia più violenta, che non hanno alcun rimorso ad assassinare i bambini per pochi soldi, e che non era sufficientemente difesa per resistere alle stesse minacce che aveva subito Patricia Poupard.

Yvon TALLEC, Procuratore della Procura dei minori di Parigi, resterà celebre nella storia per le sue impassibili dichiarazioni del 16 maggio 2000 sulla catena televisiva Antenna 2: "Un certo numero di questi negativi appartengono a riviste in cui i minorenni sono stati fotografati, la maggior parte non solo con il loro consenso, ma anche con quello dei loro genitori. Alcune di queste foto sono molto vecchie ed allora bisogna "minimizzare, per lo meno in Francia, la portata di questo caso, nella misura dove numerosi bambini rappresentati non sono francesi". In altri termini: Papà può violentare un bambino anche se la mamma non è d’accordo, e la Francia se ne frega dei bambini che non sono francesi."

Patricia Poupard e suo figlio furono invitati il 14 luglio 2000, per vedere il cd a Ginevra, su rogatoria del Procuratore svizzero Bertossa. Sessanta minori francesi furono identificati, tra cui il piccolo bambino che aveva accusato suo padre ed i suoi amici di averlo abusato.

Il giudice Ringot fece dei raggruppamenti relativamente originali, probabilmente con un misura paure a zero. Sebbene Manuel Schadwald, di cui la ricerca conduce a questo primo cd, sia scomparso nel 1993, questo giudice archivierà il 2 aprile 2003, per il motivo che le immagine dei crimini erano degli anni 70. Errore bestiale, poiché questo crimine, così come quello del bambino di Patrica Poupard, datava smaccatamente degli anni 90.

Resta un serio problema da risolvere : quello dei genitori di questi bambini, di cui molte mamme che non erano state mai d’accordo che il loro marito abusasse dei loro figli. Non bisogna mettere in atto un gran chè per fare cedere un magistrato : Patricia Poupard, come numerose delle mamma delle vittime di Zandvoort, perderà la cuasa di divorzio e la patria potestà sarà data al padre,malgrado i sospetti legittimi che pesavano su di lui.

Presa dal panico, lei scappò in Svizzera col bambino, senza sapere che la rete era pure ben impiantata in Svizzera. Lei finirà per farsi espellere, poi condannare a 18 mesi di prigione in Francia per rapimento parentale.

L’indomani, mercoledì 16 aprile 2008 alle 14.25, Patricia Poupard va in tribunale, poichè suo figlio vuole vivere con lei. Il suo avvocato Maître Josiane Morel Faury, presidente del Centro di Ricerche, d’Informazione e di Consulenza sui Diritti del minore, del collegio degli avvocati di (CRIC), è lei che ha consigliato questo, tramite Marie Mermet dell’Associazione "Innocenza in pericolo".

Ma la parte avversaria ha egualmente per avvocato, un membro del Centro di Ricerca, d’Informazione e di Consulenza sui diritti dei minori, ciò che prova l’importanza di queste ricerche, per difendere i diritti dell’uomo che suo figlio accusa di abusi sessuali, e che vuole conservare la custodia del figlio.

La Francia ha di nuovo scelto una giovane donna per Ministro della Giustizia, Rachida Dati. Resisterà questa alle minacce? Avrà una protezione adeguata ? E’ questa preparata per evitare quegli intoppi che troverà sicuramente sul suo cammino ? Se sì, la Francia avrà delle speranze. Se questa cadrà nel più piccolo degli errori, lei seguirà il cammino dei suoi predecessori, e la sua vita rovinata per sempre, obbligata a vedere i suoi bambini crescere pensando a quelli che lei ha dovuto lasciare in mano ai pedocriminali.

La Fondazione Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti l'invita a prendere in esame ogni problema di custodia dei bambini identificati sul cd di Zandvoort, per assicurarsi che questi siano affidati a persona di loro scelta. Noi l’invitiamo a riaprire il caso Zandvoort,con un magistrato inflessibile, che non abbia avuto connessioni nel caso CORAL, per il motivo che ci sono già 60 bambini francesi identificati su un solo cd con 8.500 foto, e ne avrebbe un sensibile vantaggio,poiché negli altri venti cd,ci sono altrettanti 93.081 immagini criminali di bambini violentati.

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