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Droit
Fondamental
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Marcel Vervloesem: un miracolo vivente al tribunale d'applicazione delle pene
Bruxelles, le 23 juin 2009Il Professor Gagliardi rilascia una certificazione psicofisica di Marcel Vervloesem ; ed il servizio psicosociale ha quindi sabotato il suo dossier per il tribunale d'applicazione delle pene con una decisione provvisoria domani, lui che sopravvive miracolosamente al 43 giorno di suicido,e rimandando (non si sa per quale impedimento ) la decisione definitiva tra due settimane ancora.
Giorgio Gagliardi, medico italiano, psicoterapeuta, esperto giudiziario ed ex sindaco del suo paese, ha incontrato Marcel Vervloesem nella prigione di Bruges, questo lunedì 14 giugno, per preparare la certificazione psicofisica da presentare al tribunale d' applicazione delle pene. Marcel non prende più alcuna medicina da 40 giorni, a seguito della promessa di un medico del carcere che non poteva soravvivere più di 10 giorni, mangiando normalmente. La sua prima domanda è stata "Su come faceva a vivere ancora in quello stato e quanto tempo gli restava ancora".
Il coma diabetico sopraggiunge normalmente tra il 5° ed 8° giorno senza insulina, dice il Dr Gagliardi. E' impossibile che Marcel possa essere curato con una integrazione di medicine messa nei suoi cibi o durante la notte .Lui deve avere tassativamente le sue dosi sottocutanee di insulina, controllare la glicemia ed anche la funzionalità renale tramiti prelievi seriati di sangue.
Il capo della sua sezione arriva tutte le sere verso le 9 con lo strumento per la glicemia, la cena che Marcel accetta e le medicine che Marcel rifiuta. Il tasso glicemico suo è stabilizzato attorno a 600 dopo settimane, questo è oltre la soglia minima per un coma iperglicemico, secondo il Dr Gagliardi. La porta della cella è chiusa fino alle 6.30 del mattino, dopo la constatazione del miracolo che ormai si ripete da 40 giorni. Il regolamento non permette di entrare nella cella di notte se non perchè uno è morto, o con sei guardiani. Marcel si sveglia ogni due ore, per la sete e la necessità di vomitare. I medici della prigione, che gli ripetevano tutti i giorni che non sarebbe sopravvissuto più di due giorni nel suo stato, non sanno più cosa dirgli, ma non riescono nemmeno ad ottenere la sua liberazione con condizionale per ragioni di salute.
MARCEL VERVLOESEM E' DUNQUE UN MIRACOLO VIVENTE, dice il Dr Gagliardi.
Il ministero della giustizia ha dunque un vecchio rancore nei suoi riguardi. Membro fondatore dell'ONG Werkgroep Morkhoven, finalizzata all'assistenza delle persone perseguitate, Marcel rivela dopo 20 anni, che un poliziotto di Anversa telefonava sistematicamente ai pedocriminali per avvertirli delle perquisizioni, quando un processo verbale era avviato per il rapimento di un minore. Il dossier ha condotto l'ONG allo schedario di Zandvoort : 88.539 foto di minori violentati, torturati e sfruttati con la pedopornografia, poi c'è stata l'incarcerazione normale di Marcel, per stupri su minori che non poteva commettere per il suo stato fisico.
Il Dr Gagliardi assicura che Marcel ha detto che sta facendo il braccio di ferro con le autorità belghe, che ciarfugliano molto seriosamente sui diritti dei prigionieri. "Lui ci ha detto senza mezzi termini che quando sarà morto, tutto ciò si ritorcerà contro il governo belga che sa ciò che succede, che cosa dovrebbe fare e non fa, ma tace in attesa degli eventi". Come ogni presunta buona democrazia attuale, il Belgio copre i morti di Stato con la censura della stampa, ma Karl Zéro e Serge Garde hanno mandato all'aria questi piani inumani,denunciando il tutto sulla BFM-TV, francese non belga. Il Ministero della Giustizia ha immediatamente tolto il divieto di giudicare la domanda di libertà condizionata per ragioni di salute. Il tribunale dell'applicazione delle pene si è riunito questa mattina.
Ma superato il primo momento di paura, c'è stato un "contrordine, compagni". Il servizio psicosociale del ministero, già noto per le sue inadempienze ha trattato la stessa malattia di Marcel allo stesso modo delle cancellerie dei tribunali di prima istanza di Turnhout, d'appello di Anversa e della cassazione di Bruxelles: i documenti principali del dossier sono inspiegabilmente scomparsi, volatilizzati. Il servizio psicosociale ha avuto la perfida delicatezza di ribadire le accuse di stupro, dimenticandosi però di sottolineare che queste erano state già scartate da tutti i tribunali, la verità giudiziaria improvvisamente aveva riconosciuto che la credibilità di queste testimonianze accusatrici erano state avanzate contro il pagamento di 10.000-FB e 5.000 FB in più a quelli che le avrebbero dette anche davanti alle tv del belgio cioè che loro erano stati violentati da Marcel.
Il servizio psicosociale del ministero aveva avuto la pensata originale di presentare le sue "ponderate" conclusioni di libertà con condizionale per ragioni di salute senza una parola sullo stato di Marcel o sul suo suicidio che si sta prolungando oltre il dovuto. Inizialmente, aveva Marcel troppe malattie tanto che con quelle il suo imprigionamento assomiglia troppo ad una tortura continua e che non gli permetterebbero di sopravvivere alla durata prevista della sua condanna. Si ripete ancora che aveva diabete insulinodipendente, valvulopatia cardiaca curata chirurgicamente, pancreatite e disfunzione renale, cancro prostatico con metastasi, mai trattate in alcun modo, il tutto dopo quattro anni e mezzo dalla loro scoperta. Lui, durante i primi due mesi di prigione è stato oggetto di cinque ricoveri ospedalieri in reparto di cura intensiva, anche in conseguenza di errori medici, e poi di un'operazione a cuore aperto.
Tra le carte scomparse misteriosamente, c'è anche il mio invito ad organizzargli la degenza e cure presso di me, l'inchiesta sociale per giudicare le sue condizioni di sicurezza che io garantisco, una lettera di sua figlia e tutta la corrispondenza con gli ospedali universitari che l'hanno seguito. I servizi del ministero hanno egualmente brontolato per ciò e rifiutato sistematicamente senza giustificazione alcuna i congedi penitenziari dovuti che avrebbero potuto alleggerire le sue condizioni di detenzione, così anche la sosta che ha avuto il Consiglio di Stato a suo tempo e che ha giudicato illegali le sanzioni a lui imposte dalla direzione della prigione, come il fatidico divieto di recarsi alla S.Messa domenicale, oppure motivando di vietare le nostre pubblicazioni dell'ONG, sulle quali lui non poteva decidere nulla.
D'altro campo, detti servizi hanno abbandonato le prove del suo intervento per violare i diritti della difesa di Marcel per l'assegnazione del braccialetto elettronico, nell'aspettativatecnica che ha da venire ancora, che la Corte Europea dei cosidetti Diritti dell'uomo giudichi o meno la legalità della sua condanna, sulla base di un dossier incompleto per carenze di tribunale (scomparsa documenti e cd). La domanda era stata fatta per ragioni di salute, l'avvocato di Marcel aveva fatto domanda di presenza del Dr Proot, il medico responsabile della prigione, di cui per legge, il parere è prioritario sugli altri pareri.
Nele.Verhenne@just.fgov.be, la segretaria della cancelleria, ha allora chiesto a Olivier.Varkas@just.fgov.be, assistente sociale a Geert.Tavernier@just.fgov.be, psicologo del servizio psicosociale, i loro pareri. L' assistente sociale ha risposto: "Nele, noi non abbiamo nessuna idea delle ragioni per le quali il dottor Proot chiamato debba o voglia comparire. Noi non vediamo il valore della sua testimonianza a questo riguardo". La segreteria della cancelleria ha allora avvisato l'avvocato di Marcel che la direzione della prigione aveva rifiutato la presenza del medico all'audizione del tribunale interno !
E' così che la domanda dovrà essere giudicata, notoriamente su un completo rimaneggiamento della perizia giudiziaria, dove i "dubbi" del Dr Cosyns per il "numero delle (false) denunce" (corrotte coi soldi), avevano permesso di condannare Marcel alla pena di questa lenta morte. Il servizio psicosociale gli ha, non si sa come, riscontrato mitomania, esibizionismo e disturbo istrionico di personalità , strane malattie accompagnatorie di una sopravvivenza miracolosa da quaranta giorni di un suicidio avviato, che il professor Gagliardi era là per constatare lunedì scorso.
"Le frasi di Marcel non sono controllate e studiate prima, ma libere", dice l'esperto. "Lui non utilizza parole ridondanti o senza significato preciso, ma parla semplicemente. Lui non si dà arie di ricercatore di pedocriminali, ma discute sul problema in generale. Non si è mai vantato di essere un personaggio di spicco, non si sa quindi come un servizio possa aver riscontrato (diagnosi di uno psichiatra?) mitomania, nè attualmente segni gravi di depressione per il suo stato attuale psicofisico".
Si apprende che al quarantesimo giorno del suo suicidio programmato, che il dottor Van Mol, medico capo delle prigioni belghe, è favorevole a concedergli condizioni di incarcerazione più umane, che consisterebbero nel mandarlo a morire nella prigione di Turnhout. La presunta umanità è di permettergli di vedere più sovente sua figlia, il suo figlio adottivo ed i suoi nipotini, riducendo quindi la distanza kilometrica per cui prima lo stato aveva deciso di separarli, invocando ragioni mediche imprecisate.
Marcel è un miracolo vivente, forse perchè lui non ha nessuna voglia di morire, nè di diventare un martire, ma lui confida nella grazia di Dio, per ottenere l'aplicazione sospirata dei suoi diritti fondamentali così calpestati. Lui vorrebbe trarre dei vantaggi per i deboli da questo suo sacrificio così duro e reale, ma resterà ugualmente soddisfatto se la sua morte potrà aprire gli occhi alla gente sul sistema giudiziario belga così umano ed il modo così cosciente con cui tratta i dossier relativi alla corruzione, lo sfruttamento sessuale dei minori ed i diritti dei prigionieri. Lui fa ciò che pensa sia giusto portare avanti, senza far presente la sofferenza fisica che deve sopportare, e che lo peggiora e gli dà fastidio, come la perdita della vista. Lui non conosce, nè esprime odio o disprezzo. Lui non giudica i suoi attuali aguzzini ed assassini, nè li accusa perchè lo lasciano morire senza intervenire, ma ignorandolo. Al peggiore dei modi, lui dice del loro comportamento: "Non è incredibile ciò che fanno?"
L'avvocato di Marcel ha chiesto il protocollo dell'udienza, forse contando su un miracolo in più, perchè lui ha ancora meno fortuna di tirare avanti fino a quando questo giudizio passerà alla corte di cassazione. Una decisione provvisoria dovrebbe essere stilata domani, ma l'udienza definitiva è stata palesemente rinviata tra 15 giorni, per cui una speranza può trasformarsi in un ulteriore schiaffo. Un magistrato ha detto che il ministro di giustizia potrebbe per ragioni di salute prendere la decisione di liberarlo. Ma non si è ancora preoccupato di fare qualcosa. C'è proprio da credere che Marcel abbia più fiducia in Dio che nella giustizia specie belga. In questo caso lo stato continuerà a fare il braccio di ferro con un morente.