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Droit
Fondamental
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L'omicidio di Marcel Vervloesem sarà truccata in eutanasia
Jacqueline de Croÿ - Mardi 13 janvier 2008
Marcel Vervloesem ha chiesto l’eutanasia il 14 novembre scorso, perchè l'amministrazione della prigione non autorizza i trattamenti necessari per alleviare le malattie terminali. Lui fermerà l'assunzione di medicine il 1° febbraio, incoraggiando un suicidio, che gli è presentato come una eutanasia. Lui è stato imprigionato dopo il 5 settembre, per dei crimini che non era fisicamente capace di compiere, nel quadro di un dossier dove lui espone la corruzione che copre la prostituzione sessuale infantile.
L’eutanasia in Belgio, non è legale se non quando è approvata dalla Commissione dell’Eutanasia, composta da otto medici, quattro avvocati o un professore di diritto e quattro persone che si occupano delle problematiche delle persone in stato terminale. La domanda deve essere formulata volontariamente,riflettuta, ripetuta e senza pressioni esterne.
Solo le pressioni esterne ripetute per il rifiuto di cure, che motivano le sofferenze acute a Marcel Vervloesem, motivano così la sua domanda.
Un medico della Commissione dell’Eutanasia gli aveva risposto che bastava che lui sospendesse le sue medicine per andar oltre il permesso di ottenerla. Pertanto, la sua missione comporta l'obbligo di segnalargli i trattamenti o le cure palliative suscettibili di dargli conforto. Marcel Vervloesem non ha ricevuto alcun avviso. Nel frattempo, gli è stata tolta la parte gangrenosa del muscolo e dell'osso, come risultato della mancanza adeguata di cure. Lui è stato trasferito fuori del centro medico dopo aver deciso questa falsa eutanasia, poichè è stato privato del trattamento per una recidiva della cancrena. Un'amputazione causa grandi sofferenze, soprattutto con un piede ammanettato. Lui non sopporta più questi trattamenti.
La Fondazione Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti, il Werkgroep Morkhoven e tutte le ONG che lo accompagnano, protestano con forza contro queste omissioni colpevoli che incitano Marcel Vervloesem al suicidio. La giustizia belga ha già dichiarato che spingere qualcuno al suicidio è suscettibile di procedimento giudiziario per omicidio colposo. Le proteste ripetute dopo il luglio 2008, contro questa incarcerazione che deve condurre quest'uomo a morire, non permettono di pensare ad un accordo preterintenzionale coi medici.
Il Dr Van Mol, medico capo di tutte le prigioni belghe, sembra prepararsi ad un nuovo suicidio alla prigione di Bruges, a dispetto dell' ondata di suicidi in dicembre. L'inchiesta della Fondazione Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti ha condotto a constatazioni allarmanti. Ieri, Marcel Vervloesem ha telefonato al Wergroep Morkhoven, dicendo che era stato minacciato da un direttore di questa prigione, che gli ordinava di far pressione sulle domande fatte e questioni sul Dr. Van Mol perchè fossero ritirate da Internet, in difetto di ciò avrebbe subito conseguenze prevedibili. Questo medico ha tutto il divertimento di domandare il diritto di risposta. Nulla dunque giustifica queste minacce su un prigioniero, che non ha alcun diritto decisionale su questa inchiesta.
La Fondazione ha già accettato di togliere un articolo da Internet, però con la condizione di alleviare la vita di Marcel Vervloesem. L’accordo è stato interrotto, poichè la falsa eutanasia è programmata per ammazzarlo verso il 10 febbraio. Lui è stato avvisato dell'intenzione di vietare le visite dei membri della sua ONG, sotto il pretesto di un rischio di sicurezza, cioè notoriamente di una "principessa dannosa."
Jos Vander Velpen, avvocato del foro di Anversa e presidente della Lega dei Diritti dell’Uomo in Fiandra, farà visita a Marcel Vervloesem questa settimana.
La Ligue ignorava ciò che succedeva nella prigione di Bruges, fino alla testimonianza di Marcel Vervloesem. Le famiglie dei prigionieri ed i visitatori delle carceri parlano con incredulità di tutte queste violenze e soprusi.
Una parte della stampa riprende la sua campagna diffamatoria e di incitazione all'odio verso Marcel Vervloesem, tagliando le informazioni delle parti più scabrose. Lui è stato condannato per violenze sessuali, dicono, ma nascondono al tempo stesso che è stato condannato per la violenza sessuale di un giovane, oggi maggiorenne, che ha ritirato la sua denuncia dicendo che lui ed i suoi amici avevano mentito sotto gravi minacce.
Altre pressioni si leggono su Internet, per prevenire che il Ministro della Giusitizia, accordi una fine umanitaria a Marcel Vervloesem, con un braccialetto elettronico, in attesa del giudizio del tribunale europeo dei diritti del l'Uomo. Nulla può giustificare di togliergli questo diritto. Lui è fisicamente incapace di commettere un crimine e lui è innocente, tanto che l'Europa rifiuterà la legalità di aver condannato un uomo sulla base di un dossier incompleto.
In effetti, l'articolo 11 della Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo precisa che ogni persona accusata di un crimine è presumibilmente innocente fino a che la sua colpevolezza è legalmente stabilita nel corso di un pubblico processo dove tutte le garanzie necessarie alla sua difesa gli sono state assicurate. Raf Jespers, l'avvocato di Marcel Vervloesem contesta che le garanzie necessarie alla sua difesa gli sono state assicurate, tra l'altro il fatto gravissimo che 42 pezzi giustificativi per la sua difesa sono stati stranamente rubati dal dossier.