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Droit Fondamental

Morte di un eroe fiammingo: Le bugie degli assassini

Al quinto giorno dello sciopero della fame e della sete, secondo la versione ufficiale, Marcel Vervloesem sarrebbe dovuto essere mandato in ospedale, perchè un medico lo aveva trovato troppo debole. Il ministro della giustizia si sarebbe opposto a questa ospedalizzazione,e l'avrebbe fatto mandare alla sera,alla prigione infermeria di Bruges.

Vérifica fatta, invece è un falso. Quel giorno, Marcel Vervloesem, cardiopatico e diabetico grave, era diventato completamente cieco. Lui aveva un tasso glicemico assai allarmante e forti dolori al petto. L'ambulanza ha lasciato la prigione di Turnhout alle 16.30, ma non per l'ospedale Ste Elisabeth, che è situato a cinquecento metri da là. In effetti, il gruppo del Werkgroep Morkhoven l'ha incrociato con la scorta della polizia regolamentare sulla strada di Bruges alle 16.45. Era ad un quarto d'ora dalla prigione, dunque lontano dopo l'ospedale e senza lasciare il tempo di una ospedalizzazione.

L'indomani lui si sentiva molto debole. Il medico che aveva proposto una reidratazione per flebo ,che era stata da lui rifiutata. Lui aveva sufficientemente recuperato la vista per scrivere ai suoi collaboratori ed i dolori si erano attenuati la notte.Lui pensava che era stato condotto immediatamente all'infermeria di Bruges e non aveva alcun ricordo del passaggio all'ospedale.Lui si era svegliato durante il controllo medico, mentre egli si era addormentato nella sua camera, ciò che fa sembrare che lui continuava ad avere un coma alterante.

Ma la sciopero della sete fa subentrare la cecità di fatto con il collasso della camera del vitreo dell'occhio. Sembrava dunque che Marcel Vervloesem sarebbe entrato in coma sulla strada di Bruges, poco dopo essere stato condotto d'urgenza in ospedale il più vicino e reidratato quando era inconsciente.

Si comprende meglio come egli abbia potuto sopravvivere così a lungo, ma ci si domanda se tutto ciò nasconde un gioco macabro. Cosa è che interessa al ministro della giustizia perchè si addossi una tale responsabilità con una separazione dei poteri ,violandoli come gli pare ? Come lui osa di non disporre ad una ospedalizzazione di un uomo, finchè questi non sia sottoposto a visita psicologica e psicoterapia necessaria per persuaderlo a non continuare un'azione che mette la sua vita in pericolo ?

Già al terzo giorno, Marcel Vervloesem scriveva una lettera di addio ai suoi amici e volontari, nella quale lui conferma con un messaggio in codice, che la sua morte è già stata pianificata. Le autorità penitenziarie l'avevano stimolato a preparare il suo testamento. Malgrado ciò, lui non dice nulla del suo combattimento della rete pedocriminale, per le migliaia di vittime ancora non riconosciute. Lui termina la sua lettera ringraziando i suoi migliori amici e soci, e dice loro che ne è valsa la pena.

Marcel Vervloesem fa lo sciopero della fame e della sete per reclamare l'applicazione dei suoi diritti costituzionali dopo il 5 settembre. Lui espone dopo vent'anni, le disfunzioni giudiziarie che coprono la prostituzione infantile. Lui ne è stato ricompensato con la condanna a morire in prigione, sotto la copertura di errori giudiziari a catena, per dei fatti che la medicina lo riconosce fisicamente incapace da compiere.

La vita di Marcel Vervloesem dipende da 14 compresse e da tre iniezioni al giorno, ma lui è stato sacrificato a passare quattro anni in carcere senza infermeria. Il medico di questa prigione aveva dimenticato di avvertirlo che aveva un cancro alla prostata quando era stato incarcerato abusivamente nel 2005, ciò che ha avuto per effetto di sviluppare due metastasi. Questo medico aveva fatto una prognosi di 10 giorni di vita.

Il Werkgroep Morkhoven prevede che Marcel Vervloesem sarà mantenuto in vita artificialmente, fino a domani magari, 10 giorni dopo essere entrato in prigione per il suo ultimo atto. Questa sarà dunque una morte preparata, poichè se l'uomo può decidere di morire per i suoi convincimenti, un medico non può decidere se questi può vivere e quando deve morire.

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