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Droit
Fondamental
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Nessuna notizia di Marcel Vervloesem questa sera : è forse morto?
Jacqueline de Croÿ - 28 juin 2009
Stefaan De Clerk, Ministro della Giustizia belga ha tolto la sanzione arbitraria che ha tenuto Marcel Vervloesem in un blocco disciplinare della prigione di Bruges dopo quasi sette mesi. Lui è così autorizzato a tornare alla prigione di Turnhout, per dargli "delle condizioni di detenzione più umane", nell' attesa della decisione del Tribunale di Applicatzione delle pene, su sua domanda di libertà con la condizionale, basata,ormai è risaputo, sulla convenzione contro la tortura od altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
Marcel ha accettato di riprendere le cure mediche che aveva interrotto da 44 giorni, due mesi dopo un'operazione a cuore aperto e con fibrillazione atriale. Lui è stato qualificato come un miracolo vivente per aver sopravvissuto senza insulina, quasi per 40 giorni,e una soglia di glicemia tale, che gli potrebbe aver causa 11 coma iperglicemici. Lui avrebbe dovuto essere ospedalizzato d'urgenza, per poter controllare le nuove dosi di glicemia, la sua pressione arteriosa, la sua aritmia cardiaca, il suo fagato e pancreas, i suoi reni e la sua nuova reidiratazione, salvo l'ultima speranza di ucciderlo. Noi non abbiamo più notizie sue questa sera. Lui è morto?
Marcel è (o era), secondo la definizione dei servizi delle autorità federali belghe, un prigioniero politico, perchè la sua "privazione di libertà ( in violazione delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale) è stata la consenguenza diretta di una attività patriottica disinteressata", nel suo caso per aver reso pubblica la corruzione, che copre la prostituzione infantile in Europa e dovunque. Il Tribunale di Applicazione delle Pene è (o era) riconosciuto idoneo di decidere la libertà con condizionale di Marcel il 7 luglio, principalmente sulla base della pratica reale delle torture subite in prigione, aldilà delle responsabilità individuali, con priorità alla convenzione universale dei diritti dell'uomo socendo la quale ogni individuo ha diritto di vivere, alle cure mediche ed alla sicurezza in caso di malattia o invalidità.
Marcel è stato condannato per dei crimini che non poteva compiere fisicamente ed imprigionato malgrado un cancro metastatizzato e non curato, rinchiuso in un blocco disciplinare. Gli sono stati negati i suoi diritto come ammalato, in un processo di torture fisiche e psichiche, come all' inizio, una opposizione ad una ospedalizzazione prescritta dal medico del carcere della prgione di Turnhout, al quinto giorno di una diagnosi che non gli concedeva che altri dieci giorni di speranza di vita ad una sopravvivenza di uno sciopero della fame a fini suicidi.
L'ospedalizzazione è stata sostituita con un regime di "disidratazione" al blocco medico della prigione di Bruges. Era un regime di somministrazione di acqua bollente a digiuno, che causa dolori fisici acuti e non permette al prigioniero di assumere oltre due bicchieri di acqua al giorno, quando il digiuno indica che ci vogliono circa tre litri di acqua al giorno. Questo regime è applicato nelle celle di isolamento sotto custodia medica, che vieta così al malato di bere dell'acqua fresca. Marcel è subito stato oggetto di un divieto alla reidratazione durante i dieci giorni dopo il suo digiuno, fino a provocargli coma diabetico ed insufficienza renale. Allora è stato oggetto di un altro divieto alle cure dei suoi reni per 50 giorni (dialisi ), ivi compresa una seconda ospedalizzazione in cura intensiva nello spazio di tre settimane, per una doppia valvulopatia (mai detta apertamente in dettaglio), e complicata da ritenzione di acqua per il disfunzionamento renale prolungato e non curato.
Alla vigilia del cateterismo cardiaco, Marcel è stato incarcerato in una "detta "cella per diabetici", con un handicappato mentale, che spargeva escrementi dappertutto, ben sapendo (il personale medico e della direzione ) che il diabete favorisce le infezioni di ogni tipo. Il cateterismo è un metodo di diagnosi invasivo che consiste, in anestesia locale, ad operare con un piccolo intervento in una grossa arteria,ed una introduzione di una sonda che sarà spinta fino al cuore per misurare vari parametri coronarici. Marcel è di nuovo reinviato in prigione con una emorragia interna a livello dell' arteria femorale usata per il cateterismo, ciò che è spiegabile anche che il chirurgo abbia incidentalmente trapassato l'arteria o comunque non convenientement chuiso il taglio iniziale, e così non suturato in modo conveniente l'arteria nel ritirare la sonda, o che abbia dimenticato qualche passaggio obbligato di chiusura.
Marcel è stato di nuovo ricondotto in cura intensiva, dove i medici hanno dato la priorità alla cura dei suoi reni, operando due volte con interventi particolari in anestesia generale nell'arco delle 24 ore. Subito di nuovo rimesso nella cella con lo spargitore di feci ovunque. Così ha contratto di nuovo la cancrena, a livello dell' arteria femorale rioperata per fermare l'emorragia. Lui poi sarà privato di ogni altra cura necessari, finchè gli faranno un ennesimo intervento fino a togliergli carne ed ossa gangrenose, che gli lasciano una grossa cicatrice introflessa.
Solo una delle due operazioni a cuore aperto previste per una plastica valvolare è stata autorizzata, in seguito a 112 giorni di manovre che rimandavano sempre, di cui 54 giorni in un blocco di disciplina. Lui è poi stato rimandato nel blocco disciplinare, solo dopo 12 giorni dopo questa operazione, dove era stato incatenato al tavolo operatorio ed ammanettato durante l'operazione in anestesia generale, come se potesse scappare dal tavolo operatorio ed anche ammanettato sul lettino della rianimazione. A lui è stato rifiutato ogni congedo penitenziario, in modo da appesantire ancora di più queste condizioni particolari ed eccezionali di disciplina carceraria arbitraria.
Marcel viene poi spinto al suicidio da due medici che ha incontrato in prigione. Il primo medico diceva di far parte della commissione dell'eutanasia. Questi gli aveva detto che bastava che sospendesse i medicinali per dieci giorni e continuare a mangiare normalmente per morire. Il secondo medico si è presentato come un visitatore normale, una domenica, quando le visite sono vietate, per cui era stato necessario una speciale autorizzazione della direzione. Lui si è sperticato in favore di questo suicidio, dicendo che per legge, le autorità sarebbero state costrette a rilasciarlo . Marcel resterà titubante per altri 53 giorni.
Il servizio psicosociale della prigione di Turnhout aveva previsto di accordargli un bacialetto elettronico nel mese di maggio, ciò che il servizio psicosociale della prigione di Bruges aveva rimandato senza alcuna valida spiegazione al mese di agosto. Il 9 aprile 2004, la direzione della prigione di Bruges ha assicurato a Marcel che il tribunale d' Applicazione delle Pene gli avrebbe accordato un regime di semilibertà ed un braccialetto elettronico"entro qualche mese". Sarà sufficiente far presente a Marcel che non aveva nessuna speranza di uscire dal blocco 35 durante 9 mesi ancora, per deciderlo a questo prolungato suicidio. Ma lui è sopravvissuto altri 44 giorni con cefalee intense, vomito, febbri, sanguinamenti e disturbi dell'equilibrio prima che in Ministro della Giustizia gli concedesse "condizioni di prigione più umane", alla prigione di Turnhout.
Marcel non è un criminale e le stesse guardie gli dicono di non capire perchè lo perseguitano così. I prigionieri stessi l' hanno riconosciuto innocente ogni volta che è stato imprigionato ed in ogni carcere dove è stato mandato. Loro hanno ogni volta, formato una catena di solidarietà per proteggerlo ed obbligare i nuovi arrivi che gli mancavano di rispetto, di presentargli delle scuse, con la minaccia di torcere loro il collo. La morte di Marcel in carcere è suscettibile di provocare intense reazioni violente incontrollate per cui questa sarà immancabilmente attruita alle sequele della sua disidratazione ed allo scombussolamento delle cure. I prigionieri considerano questi trattamenti come una ripetizione dei trattamenti di assassinarlo, trattamenti coperti dalla direzione del carcere e con molta probabilità ripetibili su ciascuno di loro.
Contrariamente a ciò che ci hanno detto, le rivolte nella prigione non hanno avuto luogo per la sovrappopolazione carceraria o la temperatura estiva, ma la tortura per mancanza di protezione dei prigionieri, errori gravi commessi dai servizi sociali e medici del Ministero della giustizia.
Le donne della prigione di Bruges hanno portato una denuncia collettiva nel marzo 2008. Loro contestano al servizio medico la non assistenza di una detenuta, che è morta per emorragia cerebrale 4 giorni dopo una visita medica nella quale lei ripeteva i suoi mal di testa e stanchezza inspiegabile, ma le cure del caso erano state esitate in sanzioni disciplinari. Loro hanno poi portato il caso di un' altra donna, con una crisi cardiaca, che era stata lasciata senza alcun soccorso, malgrado le sue denunce di dolori tipici infartuali che si accompagnano alle crisi cardiache. Queste riferiscono ancora la morte di un uomo, in prigione, quindici giorni dopo l'operazione di un cancro alla gola. Marcel ha anche assistito alla morte di un prigioniero, all'indomani del suo arrivo al cosiddetto policlinico su una sedia a rotelle ed un'ora dopo aver ordinato di "liberarlo".
Un papà di 9 figli, liberabile in capo a sette mesi per dei fatti di dieci anni prima, resterà 14 mesi in più in prigione, perchè il servizio psicosociale gli rimprovera una mancanza di tatto. Sua moglie che ha dato il suo dossier medico alla prigione, che mostra un cancro avanzato, scoperto in gennaio e dicendo che lei aveva disperatamente bisogno di aiuto, ma il servizio se ne infischierà delle condizioni di quella famiglia : lui non uscirà che in luglio. Se una giornata di detenzione costa 105 euro, la "mancanza di tatto " di quest'uomo sarebbe costata 44.730 euro alla società , bazzecole evidenti.
I detenuti si sono rivoltati più volte per l'inumanità del sistema ed il per il calpestare i loro diritti da parte della direzione della prigione ed i servizi psicosociali. Quando questi devastano una prigione con la loro presunzione, devastano un campo di morte ed uccidono quelli dei loro codetenuti, che non hanno la salute per andare avanti. Quando questi ultimi fanno rumori da tuono picchiando sbarre e pentole, è che loro non hanno altro modo di far conoscere le incitazioni al suicidio, le sanzioni che li conducono ad essere ammanettati in celle di isolamento, o la privazione delle cure della salute e del cibo.
Marcel, che è già stato ospedalizzato 5 volte, in segreto, si è arrangiato con un prigioniero , per avvisarci nel caso morisse in prigione. Noi non sappiamo più nulla.