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Marie-Dominique Poumailloux |
Un sindaco e dei giudici francesi si mettono
d'accordo per dare un domicilio ad un pazzo furioso, condannato a 12 anni
di prigione per violenze sessuali aggravate e truffe, in una casa di campagna
di una mamma di tre bambini. Loro fanno finta di non sentire e leggere
le denunce per violenze sessuali, atti di violenza fisica e furti, tutto
questo finirà per far ammazzare la figlia della donna con lesioni vaginali,
emorragie ed ossa rotte. Questo assassino non è stato ancora giudicato
in undici anni.
L'inferno dei Poumailloux
Jacqueline de Croÿ - le 7 juin 2010
Marie-Dominique Poumailloux, figlia di un ingegnere e nipote di un professore
di università, viveva a "Séquestre," un paesino di 1300 abitanti,
nel sud della Francia, non lontano da Tolosa. Lei aveva messo la sua casa
in vendita nel 1990 e andò a vivere nella regione di Reims, a 1000 kilometri
di là, coi suoi tre bambini, che avevano 8, 9 e 10 anni. L’anno seguente,
il sindaco di "Séquestre" mise in casa presso di lei, un detenuto
condannato a diodici anni di prigione per stupri violenti e furti, in
carico di un centro sociale per il reinserimento nella società. Marie-Dominique
ritornò coi suoi figli nel 12 maggio 1991, quando la sua banca l'avvisò
di irregolarità del suo conto. Lei scoprì che presso di lei uno sconosciuto,
pazzo pericoloso, armato di un fucile a pompa e di una magnum 44. Questi
la violentò per più ore davanti ai suoi figli. Due giorni più tardi, lui
aveva cambiato i cognomi e le date di nasciata dei bambini Poumailloux,
come se egli avesse avuto dal suo domicilio, accesso ai registri del minicipio.
Lui così li aveva riconosciuti come suoi, senza tener conto che questi
erano stati riconosciuti dal vero papà. Lui svuotò in seguito il conto
in banca della mamma.
Meno di un mese dopo, l' 11 giugno 1991, il tribunale di applicazione
delle pene decretò per una libertà condizionale di tre mesi a questo assassino
maniaco, presso le sue stesse vittime, "per ragioni professionali".
Forte del divieto di stampa, questo medesimo tribunale rinnovò la libertà
condizionale il 12 dicembre 1991, a dispetto della proteste della proprietaria
della casa. Queste ragioni professionali consistevano nel far rapire il
figlio maggiore da complici suoi ed estorcere 100.000-FF (15.000 euros)
ai nonni disabili. La piccola Alexandra, la maggiore della famiglia, fu
ospedalizzata, dopo essersi gettata dalla finestra per paura, all'età
di 12 anni.
Le "previsioni" del criminale, disturbato mentale gli permisero
di scoprire che la famiglia possedeva ancora degli appartamenti, e molto
più straordinariamente, che poteva avere l'assistenza di notai e banchieri
per legalizzare il furto. La giustizia continuava a concedere congedi
penitenziari e fare questi gravi imbrogli, negava ogni ospedalizzazione,
sebben ci fossero ossa rotte alla famigliola, durante nove anni. La bella
Alexandra non era affatto in pericolo, secondo i magistrati. Loro dunque
non avevano trovato alcuna necessità di iniziare un'inchiesta, neppure
quando era stata trovata morta, con gravi lesioni vaginali, emorragie
ed ossa rotte, a 21 anni.
Al dilà delle carenze di un sistema giudiziario e dell'immoralità dei
poliziotti nei dintorni di Toulouse, si constata la volontà di espropriare
una famiglia di tutti i loro beni, per favorire un pericoloso assassino.
Marie Dominique Poumailloux ricorse in cassazione per le condanne reclamate
dalle banche con le quali lei non aveva mai avuto relazioni contrattuali,
diciannove anni prima dei primi soprusi. Questi fatti poi resero necessario
il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'uomo, che purtroppo è l'esito
di tutte le persone che denunciano le carenze di uno Stato avendo poi
perso tutti i processi sul territorio nazionale. L'Unione Europea non
le dà nessuna speranza di giustizia prima di un quarto di secolo.
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