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Communiqué de presse
Il primo commando di polizia "anti-terrorista", che è arrivato prima il banner pericoloso.

FATE USCIRE IL COMANDANTE ZARMAEV DAL BLOCCO DI STERMINIO DI BRUGES !

Jacqueline de Croÿ - 26 mars 2011

La registrazione dell'udienza al Consiglio di Stato è chiara : la rappresentante del ministro della giustizia De Clerck tiene dei contatti con l'ambasciata russa e sotto la minaccia di non poter recuperare dei belgi, probabilmente condannati per spionaggio in Russia, per sostenere l'estradizione del comandante Arbi Zarmaev. Tale sistema ha già prodotto la condanna di un rifugiato politico di 37 anni, e ad un regime di disidratazione che in 21 mesi ha ridotto un soldato di 1, 85 mt a 45 kili. Alla vigilia di questa udienza, è stato lasciato senza acqua per quattro giorni, con le mani ammanettate dietro la schiena, le guardie lo gettò pane secco attraverso il foro nella porta della prigione di Hasselt, fino a quel cade in coma.

Quaranta ceceni sono stati ricevuti questo 21 marzo 2011 al Parlamento Europeo. Noi abbiamo visto una ventina di poliziotti in vesti civili che sembravano agenti del KGB, che guardavano i passanti con uno sguardo tetro, ciascuno a qualche metro da un poliziotto in divisa, che gli parlava con un walkie-talkie. I ceceni erano difficili da individuare, non più numerosi dei gruppi spagnoli o italiani, che arrivavano con l'autobus a visitare il parlamento. Noi li abbiamo cercati separatamente, in tal modo ci siamo persi la sceneggiata centrale.

Nel momento in cui io mi chiedevo dove era scomparso il KGB, uno degli agenti chiedeva a Jan Boeykens, il presidente dell’ONG Morkhoven,che stava andando all'incontro coi ceceni e chiamò il suo collega in divisa per far controllare la sua identità. Poi, quattro altri agenti del KGB e lui trovarono i ceceni. Tutti si precipitarono su di loro per dire che non potevano manifestare, quando questi non avevano tirato fuori nessun manifesto. Jan li chiamò perchè loro venissero a fare delle foto sul prato della pubblica piazza e srotolò una bandiera con scritto " LIBERO ARBI VIVENTE".

Un commando "anti-terrorista" arrivò con un furgone per imbarcare i ceceni in meno di un minuto. Una ventina di poliziotti in tenuta antisommossa si dispose per accerchiarli, obbedendo agli ordini del KGB. Il primo che raggiunse la pericolosa bandiera posò per una foto, prima di saltarci sopra, come se ci fosse un fucile mitragliatore per spazzarlo via.

- Niente foto,niente foto, gridava una poliziotta
- Loro mi hanno rubato uno striscione, protestò Jan.
- Non l'hanno rubata, l'abbiamo presa, rispose il KGB.
KGB diede ordine di distruggere il banner pericoloso.

L'ONG Morkhoven ha 23 anni di esperienza con i gruppi in lotta contro l'informazione delle reti pedocriminali. Loro cercavano di provocare "oltraggi a pubblici ufficiali in servizio" così come gli altri "anti-terroristi" cercavano di provocare delle risse per sostenere delle azioni giudiziarie per "terrorismo".

Loro hanno cominciato a prendere in giro un ceceno che diceva loro che era venuto per salvare la vita del comandante Arbi Zarmaev, che era morente. Poi, loro li hanno strapazzati facendo finta di pestarli anche in faccia, ma fermando la mano prima di toccarli. Uno ha bloccato il braccio di Jan dietro la schiena, che gli ha allora chiesto:- "Zeg, joeng, (dimmi figliolo in gergo fiammingo) cosa stai facendo?" L'antiterrorista è diventa rosso di collera e lo lasciò andare gridando: " Io non sono un joeng".

E' stata una vera fortuna di vedere coi nostri propri occhi ciò che fa la forza cecena, ciò che spiega come una piccola armata era arrivata a respingere i russi fino ai loro confini nel 1996. Loro hanno una disciplina innata, propria dei grandi guerrieri, che non reagiscono alle provocazioni, ma obbediscono ad una strategia prevista per raggiungere il loro scopo. Uno degli "anti-terroristi" fece ondeggiare un ceceno così forte da farlo cadere, ma lui non fece stoicamente alcuna smorfia, semplicemente fulminando il poliziotto con lo sguardo, senza fare altro.

 

Falso intervento

La nostra presenza ha molto imbarazzato il ministero, che dettò letteralmente il primo articolo comparso sulla stampa in 21 mesi, con un falso intervento del fratello del comandante, Pubblicato il 22 marzo. Andi Zarmaev mai stato contattato da un giornalista belga per fargli alcuna domanda. Il titolo dell'articolo è particolarmente esplicito: ceceno picchiato fino alla morte nella prigione di Hasselt " su domanda della Russia".

Si parla di una sanzione " provocata" per sette giorni "per evitare l'estradizione", senza menzione di trasferimento, due giorni prima di "blocco Dachau" la prigione di Bruges. Il famoso dottor Van Mol, medico capo di tutte le prigioni belghe, ha ordinato l'installazione di un tubo di circa otto pollici di un siero contenente reidratazione nel braccio. Commander svegliato per "blocco Guantanamo" nella stessa prigione, il che, per legge, presume che sia stato diagnosticato come avendo una speranza di sopravvivenza di tre giorni. Il governo quindi evitare l'estradizione per l'uccisione del comandante Zarmaev.

 

Perchè Poutin vuole la morte del Comandante Arbi Zarmaev?

La Russia ha avviato il genocidio mussulmano assassinando un milione di civili afgani, ossia il 4% della popolazione, ufficialmente per rimpiazzare un governo prescelto, con un governo decaduto che si sottometteva alla corruzione. Solo i club sportivi hanno protestato, boicottando i giochi olimpici di Mosca. Vista "l'ignominia", Eltsin ha fatto assassinare 80.000 civili ceceni d’Itchkérie, accusandoli "d'attentati terroristici che erano costati la vita a 300 russi". Il Comandante Arbi Zarmaev è uno degli ultimi sopravvissuti che hanno ridicolizzato l'Armata rossa nel 1996, che ha dovuto accettare un trattato di pace, perchè i soldati russi sono talmente indisciplinati, che la sola cosa che loro non hanno paura di fare, è di assassinare dei civili.

Poutin ha ricominciato il genocidio nel 1999, assassinando 170.000 civili in un anno. Lui ha allora rimpiazzato i ceceni che rifiutano la corruzione in virtù delle leggi coraniche, con altri ceceni venuti da altre parti della russia, che accettavano di leccare i piedi di Mosca.

Nel 2000, dopo aver assassinato il 35% dei 734 000 civili, Poutin ordinò la persecuzione dei militari. "Ciò era difficile, raccontano Andy e Khedi, il fratello e la sorella d'Arbi. " I russi erano sempre presso di noi. Loro ci rubavano tutti i gioielli d'oro e i computer che vedevano in giro. Poi, loro hanno assassinato un nostro vicino, , che faceva parte del gruppo Arbi e poi l'hanno fatto a pezzi. Noi abbiamo trovato una delle sue braccia, poi una delle sue gambe nel in montagna."

Poutin spinse 250.000 ceceni d’Itchkérie all'esodo nel mondo, rimpiazzando gli uni con altri con dei collaboratori. Solo il 25% della populazione restò per sostenere Aslan Maskhadov, il presidente della Repubblica cecena di Itchkérie ed i suoi soldati, i rifugiati che dovevano assicurare la sopravvivenza avendo ancora un senso dell'onore, prima che Poutin non li facesse far fuori.

"Come tutto si compera in Russia", spiega Khedi, "nostra madre ha comperato un falso passaporto ed un falso permesso di guida col nome di Mamuev perchè Arbi potesse uscire in vita dall’Itchkérie. È arrivato in Belgio nel 2002. La comunità cecena lo ha avvisato del pericolo di presentarsi in qualità di "combattente". Un eroe dell'armata cecena ha dovuto nascondere la propria identità a dispetto di una vicenda autentica, lui che fu uno dei 2.000 ceceni su 11.000 rifugiati in Belgio che avevano ottenuto asilo politico, ma sotto falso nome che doveva assicurargli sicurezza di vivere. Forzatamente, se loro non fossero stati scambiati con delle spie belghe!

Ci vollero sette anni alla Sicurezza di Stato belga, manifestamente aiutata dal KGB, per scoprire l'identità del comandante Zarmaev, che dimostra l'efficacia falsa fama di questi servizi. La polizia belga arrestò la sua sposa, contando sul fatto che lui avrebbe segnalato la sua scomparsa. Il comandante fu arrestato al posto di polizia da una trappola ordita da rinnegati. È stato incarcerato il 29 luglio 2009, con l'accusa di "falsa identità", in virtù di una domanda di extradizione russa, sulla base di una denuncia poi ritrattata.

L’attuale presidente dell’Unione Europea, allora primo ministro belga, con La mediazione di Stefaan De Clerck, suo Ministro di Giustizia, ha ritirato la status di rifugiato politico a causa del commandante un "furto di identità ". Tuttavia, egli è in carcere sotto il nome "Manuev Bislan" alias Zarmaev Arbi, quindi sotto il nome del "protetta" come rifugiato politico.

Il Comandante Zarmaev è stato accusato di terrorismo, quando invece lui era un ufficiale superiore dell'armata del suo paese, con la missione di respingere l'armata russa,dei molluschi barbari, che fanno la guerra per violentare ed uccidere dei civili. Ora, lui può tutt'al più sssere accusato di un crimine di guerra, e ciò non può essere giudicato che da un tribunale internazionale, e non da un tribunale civile che ha invaso il suo.

Quando Stefaan De Clerck firmò l'ordine di estradizione l' 8 marzo 2011, lui non faceva altro che prolungare una incarcerazione che è già costata 65.000 euro ai contribuenti belgi, per avere il tempo necessario di assassinare legalmente un leader mussulmano.

 

La pena di morte sotto tortura democratica, secondo l'Unione Europea.

Noi abbiamo denunciato le condanne a morte col regime di disidratazione ed assenza di cure primarie in prigione dal 2008. Noi abbiamo visto scheletri viventi che camminavano nel blocco " Dachau" della prigione di Bruges, senza immaginare che si trattava di rifugiati politici condannati a morte da Poutin, in cambio di spie belghe. La Comissione delle Petizioni del Parlamento Europeo ha rifiutato la nostra petizione che reclamava delle leggi per assicurare la sopravvivenza dei prigionieri politici, per il tempo necessario che questi arrivassero alla Corte dei Diritti dell' Uomo.

La sanzione ordinaria di un detenuto in Belgio consiste nel denudarlo, poi ammanettargli le braccia e le gambe ai quattro angoli di un letto di cemento sul pavimento. Queste celle sono situate nello scantinato, senza porte o finestre, sono dunque connesse con una aereazione forzata. I prigionieri non hanno accesso all'acqua, poichè sono ammanettati, nè possono andare alla cantina, dunque niente frutta o legumi freschi, pper un periodo di nove giorni. IL gioviale Dr Proot e la direttrice, di cui il cognome era Else (comme la lupa delle SS), andavano ogni giorno per rendersi conto di come sopportavano il tormento questi uomini nudi.

Noi sappiamo ora che questo trattamento permette, pertanto che la direzione del carcere moltiplichi le sanzioni arbitrarie,e di trasformare un potente guerriero in uno scheletro vivente. I guardiani dei condannati a morte potevano fargli vedere ogni strazio sotto qualsiasi pretesto. Per esempio, loro hanno picchiato il comandante Arbi Zarmaev durante un trasferimento in cui lui era incappucciato, mani e piedi ammanettati in un furgone con gabbia, per aver invocato Dio di dargli la forza battendosi il petto. Loro gli hanno rotto una costola, poi ferito alla fronte e la faccia di colpi che furono poi suturati. Una giudice trovò tutto questo perfettamente normale. Io scommetterei che era la giudice Gossens, che ha legalizzato i tentativi di assassinare Marcel Vervloesem, sulla base di pezze giustificative mancanti dal dossier giudiziario, ma che erano nei cassetti della scrivania del ministro.

Il 12 marzo, ci racconta Khedi con cuore infranto, aldilà di essere uno scheletro, suo fratello aveva preso un colore verdastro ed una dermatosi acuta. Lui si sentiva costantemente raggelato, e ciò non sarebbe normale, perchè la sola cosa che non manca in prigione è appunto il riscaldamento. La dettatura del ministro pubblicata sui media il 22 marzo, dice che lui era stato punito per aver "provocato un conflitto con le guardie mettendosi addosso tutti i suoi vestiti, sperando di nuovo di essere punito in modo di impedire la sua extradizione".

Un detenuto chiamò Khedi per avvisarlo che era arrivato a vedere suo fratello ed a parlargli attraverso un foro nella porta riservato alle comunicazioni tra le guardie. Il comandante era coperto da ecchimosi dalla testa ai piedi, col respiro così corto che stentava a parlare, nudo secondo la procedura, dunque ancora più congelato che mai. Queste guardie hanno picchiato e svestito uno scheletro vivente perchè lui non aveva nemmeno il diritto di aver freddo !

Il direttore della prigione di Hasselt ha interrotto la sanzione cinque giorni prima della scadenza e vietato la visita della sua sorella con il pretesto che lui sarebbe "diventato pericoloso per la società". Si trattava della procedura riservata ai detenuti politici in rianimazione quindi. Ora, il Comandante Arbi è curato dal gioviale Dr Proot, sotto gli ordini precisi del terrible Dr Van Mol, il medico capo di tutte le prigioni belghe, che aveva messo Marcel Vervloesem in regime di disidratazione, privandolo dell'insulina e della dialisi, e lui era sopravvissuto a questi trattamenti per miracolo. Diteci, Dr Van Mol, le foto del dimagramento e delle ferite del Comandante erano quindi da mandare su Internet, o per il dossier medico o per Poutin?

Noi non abbiamo tollerato il genocidio degli ebrei e noi non tollereremo il genocidio dei mussulmani. La vita del comandante Arbi Zarmaev appartiene a Dio, e voi potete conoscere la djihad dall'informazione circolante: Il sacro combattimento nel cammino di Allah, dunque in rispetto alle leggi della cavalleria dettate dal Coran, che sono state rispettate da tutti i cavalieri cristiani al ritorno dalle crociate.

Obbligare i negoziati, caro Dr Proot : se il Comandante Arbi Zarmaev deve morire come martire per la sua fede ed il suo combattimento, è che Dio non fornisce altra soluzione per aprire gli occhi agli europei sugli sterminatori che li governano. I ceceni sono così disciplinati ed efficaci, che presto, tutti loro avranno inviato lettere in ogni paese : e voi potete dire addio alla censura che vi ha protetto fino ad ora.

Quanto ai belgi che vogliono giocare a fare i "James Bond a Mosca", loro lo fanno a loro rischio e pericolo, non come questi che sono dei nostri rifugiati politici.

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