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Alikhan Dadaev Alikhan Dadaev  
5 anni di prigione a un ceceno per aver pizzicato il deretano di un albanese mafioso !  

5 anni di prigione a un ceceno per aver pizzicato il deretano di un albanese mafioso !

Jacqueline de Croÿ - 19-05-2011

Alikhan Dadaev è uno dei rifugiati ceceni, ammirato dai suoi per la sua forza fenomenale, la sua cultura e la sua saggezza. Lui è stato condannato a cinque anni di prigione per aver pizzicato il deretano di un mafioso albanese, quando un documento è scomparso dal dossier del tribunale.

Alikhan fsteggiava i suoi 30 anni con un amico il 4 luglio 2009, a due passi della sua abitazione, al "Harry's Place" a Ostenda. Il padrone era Drekai, un albanese di 32 anni, condannato otto volte con prigione, notoriamente per violenza sessuale. lui non si è mai integrato, dicono i ceceni : lui non parla il fiammingo. Noi l'abbiamo saputo ora.

Alikhan fu schoccato per un diverbio con Jamie, una giovane belga, che si rifiutava a Drakai che le proponeva di prostituirsi. "Nessuno toccherà questa donna se lei non vuole prostituirsi", dichiarò cavallerescamente il ceceno. Furioso, Drekai si alzò con un coltello. Alikhan si difese il cuore col suo braccio, che venne profondamente inciso, ma questo gli risparmiò un colpo mortale. Il baccano svegliò Khamzat, il fratello minore di Alikhan, che vide suo fratello ferito dalla finestra della sua camera, chiamò la polizia e corse per soccorrerlo. Lui non credette alle sue orecchie quando un poliziotto disse agli albanesi di non esitare a chiamarli "se i ceceni davano loro fastidio".

Alikhan fu condotto in ospedale per suturargli il braccio. Khamzat chiamò la comunità cecena per trovare una soluzione e proteggere Alikhan, durante la guarigione del braccio. Loro hanno chiesto a Jamie di sporgere denuncia. Lei ha risposto che era troppo pericoloso andare al commissariato che stare in silenzio, perchè la polizia lascia gli albanesi liberi di fare rappresaglie. Il procuratore rifiutò in effetti la necessità di applicare la legge per induzione alla prostituzione e tentativo di assassinio.

Drekai ha riaperto il suo bar l'indomani, come se nulla fosse successo. Due giorni dopo, il 6 giugno, lui pretende di voler riappacificarsi con Alikhan, ma quando questi compare nall'angolo della strada,lui gli spara una pallottola vicino ai reni. Khamzat, che ha appena 18 anni, vide suo fratello portarsi una mano al cuore e si precipitò verso di lui per difenderlo. La seconda pallottola che prova di voler colpire al cuore Alikhan ha ferito la gamba di Khamzat.

Cinque albanesi uscirono dal "Harry's Place", tutti armati. I ceceni hanno disarmato uno di loro, a mani nude, prima dell'arrivo della polizia e delle ambulanze. Ai poliziotti hanno consegnato l'arma dell'albanese. Loro invece sono stati perquisiti, per constatare che nessuno fosse armato, ma la polizia si è rifiutata di perquisire gli albanesi, per cercare tra i loro vestiti se avessero qualche arma nascosta. Il procuratore ha richiesto l'applicazione delle leggi per i mancati omicidi tra lo scontro d'Alikhan e di Khamzat, ma non per il porto d'armi illegale della mafia albanese.

Il borgomastro di Ostenda chiuse "Harry’s Place" per tre mesi, anche per assicurarsi che nessuno prendesse il posto del mafioso durante la sua prigionia. Drakai fu liberato tre settimane dopo.

Dopo, gli albanesi non perdevano l'occasione di minacciare i ceceni : "la prossima volta tu avrai una pallottola nella testa, non nelle gambe", dicevano a Khamzat. Loro facevano finta di tirargli una pallottola quando lo individuavano in strada, e ogni volta che passavano davanti a casa sua. La polizia rispondeva alle lamentele dei ceceni "di chiamarli se avevano delle noie", ma non rispondeva quando loro domandavano se dovevano aspettare che uno di loro fosse ucciso in strada.

Gli albanesi cominciavano sempre con la medesima storia: uscivano armati davanti ai ceceni, che dovevano disarmarli a mani nude. Ciò era estremamente pericoloso. Normalmente, loro portavano le armi sempre alla polizia, ma considerando il pericolo ed il rifiuto della polizia ad intervenire, Alikhan non vide altra soluzione che di custodire presso di sè un'arma, unicamente per difesa personale. Lui non ha mai comperato una pallottola, ma custodiva quelle che si ritrovava dopo aver disarmato gli albanesi, a mani nude.

Ciò che doveva accadere il 2 aprile 2010 fu che Drekai, libero a dispetto delle leggi che condannavano i suoi tre tentativi di assassinio, era seduto nella sua auto, e con l'arma che aveva in mano, minacciava Alikhan, vedendolo passare. Alikhan impugnò la sua arma e sparò sulla portiera della macchina, verso il basso per non ferire organi vitali, poi scappò per sfuggire alle pallottole di Drekai.

Ironicamente, i magistrati hanno riconosciuto tre buchi di pallottole nell'albanese, comprendendo il buco di cui la natura lo ha fornito. I medici in effetti hanno estratto due pallottole dalle sue chiappe. Loro avrebbero trovato l'impatto di una teza pallottola che gli avrebbe sfiorato il deretano, ma senza penetrarvi.

Si scopre con stupore che la terza pallottola è scomparsa dal dossier. Conoscendo la giustizia belga, ciò presume che le pallottole che furono estratte dal deretano dell'albanese non sono state sparate dalla medesima arma con la quale è stato colpito il deretano. Siccome la portiera della macchina aveva fermato una di queste, la pallottola è scomparsa dal dossier ed è verosimilmente quella sparata da Alikhan, frenata dalla lamiera, che non gli ha fatto che una punturina.

Incautamente, il governo ha scelto di perseguitare i ceceni per provocare delle rivolte. Loro sperano di giustificare la costruzione di "prigioni speciali per detenuti pericolosi", con una legislatura eccezionale per spezzare degli uomini ecccezionalmente di una costituzione molto forte. Ciò spiega che Alikhan, letterato, lavoratore, senza casellario giudiziario sporco e che parla cinque lingue, è stato condannato a 7 anni di prigione per "tentato omicidio", quando lui ha colpito il deretano di un mafioso che ha tentato di ucciderlo due volte.

Drakai si è fatto impiombare il deretano per sbarazzarsi di un ceceno che vietata di far prostituire delle figlie senza il loro consenso. Alikhan invece non è stato stato giudicato per i suoi tre tentativi di essere ucciso, da un colpo di pugnale e da una pallottola, arrivate vicino ai reni ed al cuore, non pizzicandogli il deretano.

La Corte d'appello ha riconosciuto che un soldato ceceno non immagina di uccidere chiunque impiombandogli il deretano. I giudici hanno ridotto la pena a cinque anni per colpi e ferite. Loro hanno giustificato la severità della pena per il motivo che Alikhan avrebbe agito "secondo la tradizione cecena, senza prendere in considerazione della legislazione belga".

"Non ho mai sentito nulla di più ridicolo", dice Magomed, che ha 24 anni. "Tutti questi criminali sarebbero morti e sepolti dopo tanto tempo se noi avessimo applicato le nostre vecchie leggi. Si è ben coscienti che ci si bisogna integrare, ma la bagarre è cominciata perchè non abbiamo tollerato che una donna fosse obbligata a prostituirsi. Noi non abbiamo fatto una colletta per restaurare la piccola moschea, ma i soldi ci sono stati rubati e lei è stata arrestata. Cosa si può fare di meglio che portare le armi alla polizia? Perchè quelli fanno tutto questo? "

La sola speranza di liberare Alikhan è la Cassazione, ma nulla è così certo come in Belgio. C'è anche la possibilità di riaprire il dossier per fatto nuovi, ciò che permette di domandare una perizia balistica per chiarire se le pallottole estratte dalla bassa schiena dell'albanese provenivano dall'arma di Alikhan.

Nel giugno 2010, Khamzat aperse la porta di casa pensando ad un fattorino, ma si prese due coltellate, di marca albanese. La polizia ha risposto di non poter fare nulla. Il procuratore non ha trovato utile di chiedere l'applicazione della legge. Non c'è stata dunque nemmeno una inchiesta.

In dicembre, Drakai ed il suo fratellino, uscirono armati di coltello e di una mazza di baseball. Drakai pugnalò Khamzat alla schiena, poi suo cugino al fegato, mentre il fratellino pugnalava il loro migliore amico. I tre giovani furono condotti all'ospedale, due molto gravi. I tentativi di ucciderli sono stati filmati,ma gli albanesi sono stati lasciati liberi.

Adesso, gli albanesi hanno non solo il diritto di uccidere i ceceni, ma il ministero degli interni à loro assistenza per mezzo della polizia. Quattro giorni fa, gli albanesi si sono presentati armati davanti ai ceceni,che dovettero difendenrsi comne al solito a mani nude.

Il ministero degli interni ha inviato la brigata d'attacco coi cani, e ciò in virtù del regolmamento, prova un'azione premeditata della polizia. Loro hanno aizzato un cane senza museruola contro Magomed piuttosto che contro la squadra albanese. Lui non ha avuto altra scelta che sferrare un pugno alla gola al cane per non essere morso. I poliziotti allora si sono buttati su di lui. Gli hanno ferito le due mani, rotto il naso e dato una ventina di colpi di manganello sulla testa. L'hanno richiuso dieci ore in una cella senza acqua, nè cibo, con una radio a tutto volume per aumentargli il mal di testa causato dalle botte ricevute col manganello.

- Cosa si può fare, domanda Magomed. Nessuno ci vuole bene. I russi non ci vogliono. Nessuno ci vuole. Dove possiamo andare ?
- NO: vi amano. Tutti vogliono che voi restiate.

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