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Droit Fondamental

Marcel VervloesemMarcel Vervloesem, ostaggio con diritto all'informazione

Jacqueline de Croÿ - 22 janvier 2009

La direzione della prigione di Bruges ha minacciato Marcel Vervloesem di sanzioni, se lui non riusciva ad ottenere la censura su informazioni che poi erano pubblicate su Internet. La prigione ci segnala la prima sanzione: il divieto di visite di persone che si avvicinano a lui per convincerlo a vivere, anche con telefonate, perchè lui non ci ha più chiamato.

Danger InfoQuando Marcel Vervloesem è stato chiamato per fare quattro anni di prigione per dei crimini di cui non era fisicamente capace, lui ha ricevuto delle chiamate telefoniche anonime giornaliere di due magistrati, che gli hanno confidato delle pressioni ricevute per farlo condannare ad ogni costo. Uno di questi gli ha spiegato che il test della macchina della verità sul primo dei suoi accusatori metteva in evidenza una grossa menzogna, e che lui aveva ricevuto l'ordine di arrestare gli altri otto, per prevenire che lui, l'accusato, fosse il solo riconosciuto come dicente la verità. L’altro magistrato gli aveva detto di essere stato degradato a giudice edi pace, per aver protestato. Ciò conferma la violazione della separazione dei poteri alla moda di Fortis e Sabena, che provengono direttamente dai ministeri come competenti assoluti.

Il trattamento di Marcel Vervloesem è motivato dalla volontà di prevenire il giudizio di un centinaio di casi simili a quello di Dutroux, che compaiono nel dossier Zandvoort, consegnato dalla sua ONG nel 1998. La sua incarcerazione è stata fatta alla svelta di avere lo scopo di impediree che lui possa avere il tempo necessario dal Tribunale Europeo dei Diritti dell’Uomo per liberarlo.

La sua ospedalizzazione non è stata programmata se non quando sarrebbe stato tra la vita e la morte, nel più glaciale silenzio mediatico, e strettamente per il tempo necessario per rianimarlo. Lui è già sopravvissuto per miracolo, a 89 violazioni delle raccomandazioni di procedura del Consiglio d'Europa.

I suoi co-detenuti al centro medico della prigione di Bruges gli hanno raccontato le modalità delle sanzioni, inspirate al film "Elsa, l'amante delle SS". Questi sono svestiti, attaccati nudi, coi piedi e mani ammanettati ai quattro angoli d'un letto per 9 giorni, il loro stato è controllato quotidianamente da un medico e dalla direttrice del carcere.

La prigione così si è confrontata dalla difficiltà di avere un prigioniero attivista dei Diritti dell'Uomo e sostenuto da organizzazioni che se ne fregano della censura. La direttrice ha trovato la soluzione geniale dividendo la sua infermeria in due sezioni, l'una per i prigionieri diventati vegetali, l'altra al piano superiore, per i prigionieri in riabilitazione, o con le braccia o gambe rotte. Marcel è stato confinato del quartiere 61, riservato ai prigionieri allo stato vegetale, in modo da impedire che possa dialogare con persone che hanno la testa ancora a posto. Questo spiega il numero di zombi che passeggiano per l'infermeria.

La vigilia, il 18 novembre 2008, Marcel aveva incontrato un medico della Commissione dell’Eutanasia, per mettere fine alle condizioni di prigionia inumane e mancanza di cure. Lui gli aveva detto che era sufficiente che riempisse un modulo per scaricare di responsabilità i medici, di sospendere le medicine e di mangiare normalmente, per avere una eutanasia in 10 giorni, senza che nessuno potesse fermarlo. Marcel ha allora riempito il modulo dell'eutanasia e seguito i consigli vari. Lui ha accettato di riprendere le sue medicine, quando il ministero della giustizia gli ha fatto la bella faccia e falsa di accordargli le cure necessarie per la sua sopravvivenza.

Ciò non era che un'illusione. Nel frattempo, il suo regime per il diabete ha prodotto una cancrena, seguita da un'atrofia muscolare irreversibile. Marcel non ha potuto avere i privilegi di Marc Dutroux nel 2001, cui erano stati permessi 200 Km in elicottero ,sotto il fuoco della stampa, perchè l'ospedale St Jean di Bruges controllasse il suo diabete. I trattamenti di favore a Marc Dutroux permettono al Belgio di mostrare al mondo intero l'alto grado di civilizzazione imparziale. Mais Marcel non ha potuto avere il diritto di essere visitato dagli specialisti di Marc Dutroux, che stavano a tre Km dal suo luogo di detenzione.

L'inchiesta del Werkgroep Morkhoven ha fatto emergere una politica globale che permette allo stato di fare economie sulle cure per la salute e sui sussidi di sopravvivenza ai prigionieri. Il rapporto sulla sovrapopolazione carceraria giustifica l'applicazione di una metodica che ricalca il lavaggio del cervello, per controllare i prigionieri con un costo minimo, e con un personale ridotto allo stremo. Tutto ciò consiste in torture mentali, che invitano i prigionieri a farla finita uccidendosi. A loro è costantemente negato ogni diritto. Inoltre sono sottoalimentati. Inoltre vengono ammanettati sul tavolo operatorio. E' loro imposta una luce forte giorno e notte in modo che non possano dormire. Loro sono esposti al disprezzo del pubblico negli ospedali con maniere e modi indescrivibili ed inumani, etc.

Marcel è stato oggetto di un centinaio di sanzioni arbitrarie dopo il settembre 2008, in violazione di ogni regolamento, perchè senza giudizio, nè diritto alla difesa. Gli sono stati imposti 34 giorni di isolamento, di cui 2 giorni in cella di "osservazione" e 63 giorni nella sezione riservata ai prigionieri quasi lobotomizzati, senza diritto ad avere contatti sociali con dei prigionieri normali. E' dunque comprensibile che lui abbia deciso di procedere ad una falsa eutanasia, il 1 febbraio.

Marcel, che non ha mai avuto controllo sui nostri organi di stampa, è stato minacciato dal direttore di questa prigione, di sanzioni a meno che non riesca a far ritirare dai nostri articoli l'espressione "tentativi di assassinio", per qualificare i trattamenti inumani attuati sotto la responsabilità del Dr Van Mol, responsabile delle cure della salute di tutte le prigioni del Belgio.

E' impossibile nascondere che un uomo sia spinto al suicidio in prigione, senza rendersi complice di un crimine che anche la giustizia belga qualifica come omicidio. Marcel è stato quindi oggetto di una sanzione arbitraria, senza alcun diritto a difendersi. Lui è stato confinato nella sua cella 24 ore su 24, quando il medico che lavora nella prigione, gli aveva prescritto otto uscite dalla cella al giorno di cui tre all'aria aperta. La posta che poteva essere suscettibile di fargli salire il morale,è stata rinviata al mittente, rifiutata dalla prigione dopo essere stata aperta. Si è trovata quindi qualche ragione per prolungargli il calvario di dieci giorni. Lui ha staccato la pompa dell'insulina . Fortunatamente,il suo figlio adottivo ha potutto fargli cambiare tale distacco ed ha rimesso la pompa.

Per la prima volta, questo 22 gennaio, la prigione ha "rispettato il regolamento". Marcel doveva presentarsi due volte davanti alla Commissione delle Sanzioni, l'una volta per aver strappato la sua pompa dell'insulina, l'altro volta per aver risposto alla notizia della prima convocazione, che conoscendo la Principessa, questa non avrebbe perso l'occasione di fare un bell'articolo su Internet. Questa commissione per le sanzioni è ingiustificata, poichè il Dr Van Mol è stato sollevato dalla colpa di questo suicidio da Marcel Vervloesem il 19 novembre 2008, dal formulario riempito da Marcel di volere l'eutanasia.

A Marcel Vervloesem è stato vietato ogni permesso di visita all'infuori che quello della sua famiglia per un mese, sapendo che la famiglia ha grosse difficoltà ad arrivare da lontano. Lui ,così, non potrà rivedere i suoi amici ed i rappresentanti delle ONG che vanno da lui per rendergli visita finche è possibile, alfine di convincerlo a vivere, a dispetto di tutti gli sforzi della prigione di persuaderlo che la morte è il più dolce dei loro trattamenti.

Gli organismi che sostengono il diritto fondamentale alla vita, sostengono che il dottor Van Mol dovrà rispondere della morte di Marcel Vervloesem, se questa dovrebbe succedere prima che sia liberato per ragioni di salute. Una specialista delle prigioni, che era stata incaricata dalla Commissione Europea di valutare i diritti dell'Uomo nelle prigioni in Romania alfine di valutare la sua ammissibilità nell'Unione ha detto:- Le prigioni rumene non sono perfette, ma non sono nulla al confronto di ciò che abbiamo qua in Europa.Le prigioni belghe non sono solo una vergogna per il Belgio: ma sono anche una vergogna per l’Europa.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente ricordato che è il popolo, attraverso la voce dei suoi magistrati, che pronuncia la sentenza finale.Voi troverete senz'altro in questo sito, la denuncia con i nomi delle persone che la giustizia – dunque il popolo belga – ha riabilitato, non ritenendo che per un solo colpevole ce ne fossero altri , ma solo l’uomo già precedentemente condannato a morire, dopo che il medesimo aveva portato a conoscenza la rete pedoporno Zandvoort. Noi li chiameremo dunque queste brave persone,secondo questa scontata verità giudiziaria, gli INNOCENTI DI ZANDVOORT.

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