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Droit Fondamental
Système Ferrayé
Un énorme tube placé par une énorme grue éteint le puit de pétrole en feu
Le blocage du puit prévient que le pétrole inonde le désert.

Quand la Svizzera ha offerto 17 miliardi di dollari per gli attentati dell'11 settembre

Jacqueline de Croÿ - 20 janvier 2010

Tutto cominciò nel 1991, dopo che la milizia incenda più di 1164 pozzi di petrolio Kuwaitiano. La distruzione delle torri farà scomparire 4000 inchieste sul riciclaggio del denaro sporco, che dovevano condurre al furto di 157 miliardi di dollari necessari per incendiare i pozzi di petrolio, di cui 17 milliardi erano stati assicurati dalla Svizzera. Il dossier aveva terrorizzato i servizi segreti della Difesa francese, assieme al dossier di pedopornografia Zandvoort, per mezzo della rete Coral.

Due invenzioni stavano rivoluzionando il pianeta : l’una per spegnere un pozzo incendiato in cinque minuti mentre il procedimento normale richiedeva sei mesi ; l’altro per impedire che i l petrolio inondasse il deserto, quando il procedimento ordinario obbligava a condannare il pozzo perforandone un altro.

Joseph Ferrayé pensava che il giusto prezzo delle royalties gli avrebbe fruttato per le sue invenzioni 30 milioni di dollari per lo spegnimento di un pozzo di petrolio in fiamme. Lui sarebbe diventato l'uomo più ricco del mondo, se il sistema giudiziario europeo non avesse inventato un imbroglio qualunque per legalizzare la scomparsa delle principali pezze giustificative del dossier nelle cancellerie dei tribunali, per in seguito dichiarare il ricorrente pazzo furioso sulla base di un falso rapporto psichiatrico.

Il procedimento Ferrayé assicurava lo spegnimento dei pozzi incendiati kuwaitiani in tre mesi, quando il sistema tradizionale assicurava una catastrofe economica ed ecologica dagli 8 ai 12 anni, con una produzione di fuliggine sulle 5.000 tonnellate al giorno. L’amministrazione francese classificò l'invenzione di Joseph Ferrayé "Segreto della difesa" francese, poi si rivolse al Kuwaït r per estorcergli 100 milioni di dollari per ogni pozzo di petrolio, quando la convenzione originale ne prevedeva solo 30 milioni. I pozzi di petrolio erano altamente infiammabili, un centinaio di incendi dovevano essere spenti ogni anno. Il prezzo dello spegnimento del petrolio era sceso a 80 milioni. Le royalties nnon sono mai state versate all'inventore, ma rubate da una moltitudine di società e fondazioni, tra cui due reti finanziarie di Al Qaïda e due società controllate dal nonno di Oussama Bin Laden.

La famiglia Bin Laden arriva da un modesto villaggio dello Yémen, che il padre abbandonò da adolescente, per cercare lavoro in Arabia Saudita. Lui fondò un'impresa di costruzioni che diventa subito importante. Lui morì in un incidente di elicottero nel 1967, lasciando 22 vedove e 54 orfani. Il piccolo Oussama aveva allora 11 anni ed ereditò 80 milioni di dollari, ma diventato grande, lui preferì l'abito tradizionale e la protezione del diritto alla dignità degli arabi, alle nuove esibizioni di ricchezza occidentale. Lui aveva dunque una predisposizione psicologica contro la moltiplicazione del prezzo contro lo spegnimento dei pozzi di petrolio. La fortuna familiare si moltiplicò misteriosamente per cinque. Yeslam Bin Laden, l’uno dei fratelli maggiori d’Oussama, distribuì 16.2 miliardi ai suoi fratelli e sorelle nel quadro di una sorta di " proprietà indivisa" della fortuna del loro padre, nel 1994, sia 27 anni dopo la sua morte. Lui versò 300 milioni ciascuno, a partire dei suoi conti svizzeri, quando la parte originaria dell'eredità non era che 80 milioni ciascuno, imprese comprese, alla morte del loro padre.

En 1995, misteriose società si sono offerte di versare 17 miliardi di royalties a Joseph Ferrayé. I soldi che gli erano dovuti ammontavano allora a 117 miliardi per gli incendi Kuwaitiani, e 34 miliardi per i quattro anni successivi, cioè 151 miliardi. I 17 miliardi proposti, rappresentavano la quantità equivalente ad un improvviso arricchimento della famiglia Bin Laden, e di una somma miserabile di 800 milioni tasse escluse che Jacques Chirac, allora presidente francese, gli "concedeva" per far ritirare la sua denuncia del 29 gennaio 1996.

Le poste in gioco erano così alte, che gli imbrogli attinsero 200 milioni di dollari per privare Joseph Ferrayé di una onesta difesa. I 17 miliardi si volatilizzarono. I consiglieri di Joseph Ferrayé diventarono improvvisamente multimilionari. Curiosamente la fortuna di Yeslam Bin Laden sembrava regredire allo stato in cui suo padre l'aveva lasciata. Ciò permetteva di supporre che la famiglia di Bin Laden si sia così prestata a rendere a Joseph Ferrayé ciò che gli spettava, perchè lui potesse riprendere il controllo delle sue invenzioni, e di sgusciare dalle mani dei banditi francesi.

La cosa più straordinaria arriva da Bernard Bertossa, Il Procuratore Generale di Ginevra, che ha giudicato Joseph Ferrayé pazzo a reclamare le sue royalties, rifiutando in blocco di constatare che le pezze principali giustificative del dossier erano state rubate dalla cancelleria, in piena burrasca degli attacchi dell' 11 settembre !

Il World Trade Center, considerato come l'immobile più sicuro del mondo, ospitò gli archivi informatici di Wall Street. C'erano allora 4'000 inchieste condotte all'interno dei vari giri di transazioni di borsa sporche che portavano al riciclaggio dei soldi, che dovevano inesorabilmente condurre alle enormi royalties rubate a Joseph Ferrayé.

Rifiutando a Joseph Ferrayé il frutto delle sue invenzioni per uno scherzo del diritto internazionale, la Svizzera ha pagato17 miliardi di dollari per gli attentati dell' 11 settembre. Chiaramente , se Oussama Bin Laden avesse voluto ridurre un immobile in polvere, lui avrebbe scelto il Palazzo di Giustizia di Ginevra.

Una strana deviazione del destino permetterà Joseph Ferrayé di incrociare il cammino della ONG Werkgroep Morkhoven, una ONG belga attiva nello smantellamento delle reti di produzione di foto di pedopornocrimini reali. Loro furono allibiti di constatare le invenzioni classificate come "segreto della difesa" francese che si ritroveranno nello stesso paniere del magistrato senza mutande francese, identificato nel 1982, su una foto pedopornografica. L'ONG ha allora cercato la correlazione tra lo spegnimento dei pozzi di petrolio e le mutande del magistrato.

Nel 1998, il padrino della rete pedocriminale di Zandvoort ha consegnato la sua collezione di 88'539 foto pedopornografiche all'ONG per proteggere lo scompliglio all'interno della rete che aveva deciso di sbarazzarsi di lui. Tra queste foto, quella di un magistrato francese con un ragazzo di 11 anni , tutti e due senza mutande. Questo magistrato è stati individuato nel dossier Coral nel 1982, congiuntamente con altre 340 personalità, tra le quali i più alti funzionari francesi che si erano messi d'accordo per privare Mr Ferrayé delle sue royalties.

Il Werkgroep Morkhoven ha cercato per dieci anni, dove questo magistrato aveva nascosto le sue mutande. Ciò è stato tutto ritrovato nel 2008, con l'intermediazione di Patricia Poupard, una delle parti civili del dossier Zandvoort, nel "Segreto dellla Difesa" francese, con scritto "dossier archiviato - vietata ogni riproduzione". E' allora apparso chiaro che il dossier Zandvoort/Francia poteva essere riaperto per due fatti nuovi : il giudice Ringot aveva in effetti dichiarato un non luogo a procedere, in assenza di 80'000 pezze del dossier, e senza pronunciarsi sulle mutande del suo collega!

Lui dimostrò che tutti i denuncianti sono state vittime di una trappola identica a quella tesa a Joseph Ferrayé. Molti sbagli accidentali hanno messo la sua famiglia in pericolo. Un' associazione di malfattori, sotto la copertura di una associazione di aiuto alle vittime, d’avvocati abusivi e altri pretesi esperti, li possono mettere in fuga. Un agente dei servizi segreti offrì l' assistenza alla famiglia alla fuga. Quelli che cadono nella trappola perdono generalmente tutto : casa, sicurezza, impiego ecc. Loro sono poi condannati per i fatti che li hanno messi allo scoperto rivelati, ed incarcerati se possibile, sulla base di un dossier incompleto assieme ad un expertise psichiatrico.

E' veramente strano constatare che il Procuratore Bertossa è incidentalmente all'origine della trappola svizzera delle vittime francesi della rete di Zandvoort. Lui ha in effetti avuto l'originalità di aprire il dossier sulla base di una frazione dei cd che lui ha ricevuto da una ONG svizzera, il CIDE, (Comitato Internazionale per la Dignità del Bambino), senza invitare l’ONG belga in possesso del dossier completo. In seguito ha convocato cittadini francesi che pensavano che i loro figli potessero essere nello schedario Zandwoort per prendere visione di un pezzettino del dossier in Svizzera. La procedura normale avrebbe richiesto di inviare ufficialmente dei poliziotti svizzeri in Belgio per interrogare gli autori della scoperta, poi eventualmente in Francia, nel quadro degli stretti legami franco\ svizzeri della rete.

Il CIDE, per mezzo del suo fondatore, il senatore Glatz, ha dato il dossier Coral a Marcel Vervloesem, ma nascondendogli il famoso magistrato francese senza mutande " Segreto di Stato ". Lui ha avuto egualmente l'originalità di promettere asilo politico in Svizzera ai genitori francesi invitati da Bertossa, quando la sua ONG forniva l'avvocato ad un ex marito di una di queste donne, per poterla perseguitare per rapimento parentale. Glatz impiegava lo psichiatra Salem, che aveva l'originalità di dichiarare disturbate mentali le mamme delle vittime, senza averle viste nemmeno una volta.

Tutte le mamme francesi ammaliate dai sogni fasulli svizzeri sono state incarcerate per "rapimento parentale", dichiarate pazze, sempre in assenza delle 80.000 pezze del loro dossier. Lo stesso, in Belgio, Marcel Vervloesem, ricercatore del Werkgroep Morkhoven che ha firmato la denuncia contro la rete pedocriminale di Zandvoort, è stato imprigionato tre anni dopo una condanna in assenza di 42 pezze giustificative del suo dossier.

Lo stesso psichiatra Salem ha sporto denuncia, nello stesso momento in cui più persone hanno raggirato Mr Ferrayé , contro i suoi più accaniti difensori. Loro hanno ottenuto di far condannare Mr Ulrich a 4.5 anni di prigione, e Mr Burdet a 22 mesi di prigione per "diffamazione".

Dopo, Glatz e Salem hanno preannunciato ad un collezionista di pedopornografia della RSR, la Radio Svizzera Romande, un trattamento psichiatrico, perchè la sua collezione era limitata cioè accettabile, piuttosto che consegnare il dossier alla polizia affinchè ritrovasse le vittime. La giustizia svizzera ha stimato invece che la collezione era oltre i limiti ed ha condannato il collezionista a dieci giorni di carcere\ammenda con una sospensiva di due anni. Per di più, Jorge Resende, l’informatore che ha dato alla polizia la collezione, è stato minacciato di carcere per aver attentato all'onore di questi emeriti !

Mr Resende è in reale pericolo. Mr Ulrich è nella prigione di Orbes, malgrado due infarti, dunque manifestamente nelle condizioni ideali di prigione per ucciderlo. Le autorità svizzere rifiutano di liberare Mr Burdet. Quando lui ha già scontato la sua pena, nella speranza delle autorità di uno sciopero della fame che potrebbe così ucciderlo. Le autorità belghe sono ancora più sporche: loro hanno vietato ogni trattamento del cancro di Mr Vervloesem e l'hanno messo in regime di disidratazione, quindi anche con lo scopo ben preciso e chiaro di farlo fuori una volta per sempre.

Le pezze giustificative rivelate dal dossier Zandvoort conducono all'industria dei film snuff, d i cui i film di assassini reali dei bambini sono venduti a 25.000 euro ciascuno.

Io credo di comprendere, dice Joseph Ferrayé, che coloro che hanno rubato i soldi e sono così perversi, loro non sanno nemmeno come spendere questi soldi (che però intanto hanno).

Il Werkgroep Morkhoven cerca naturalmente di sapere se il magistrato senza mutande ed il segreto di stato francese non fosse per caso caduto in qualche pozzo di petrolio, per mezzo dell'imtermediazione delle società e fondazioni create per stornare le royalties Ferrayé.

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Editeur responsable: Fondation Princesses de Croÿ et Massimo Lancellotti - 10 Rue Faider - 1060 Bruxelles - Belgique - Droit de réponse: postmaster@droitfondamental.eu

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